Candela è pronto ad ACCENDERSI per tornare in Nazionale

Nel 2018 era segnalato come ipotetico titolare per i mondiali di Qatar 2022. Oggi gioca in Serie C con il Cavalluccio ma non ha ancora smesso di crederci.
19.11.2021 17:30 di  Giacomo Giunchi   vedi letture
Candela è pronto ad ACCENDERSI per tornare in Nazionale
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

In appena 303 minuti disputati in 5 presenze, con un gol segnato e un autogol favorito, ha di fatto regalato ben sei punti in classifica al suo Cesena. Stiamo parlando ovviamente di Antonio Candela, terzino destro di proprietà del Genoa che dopo due mesi di stop per infortunio è ora pronto a ripartire, come ha raccontato ai nostri microfoni, insieme a diversi interessanti passaggi della sua carriera passata ed attuale.

Candela, come sta adesso? Come procede il recupero?
“Il recupero procede bene, sono totalmente guarito. Le ultime giornate sono entrato a partita in corso, ma ora sono disponibile al 100%, però poi è il mister che decide se farmi giocare dal primo minuto o meno. A livello di condizione comunque mi sento molto bene”.

Pensa già di avere i novanta minuti nelle gambe o magari è ancora troppo presto?
“Novanta minuti non lo so, perché ancora li devo provare, però a livello di gambe e di fiato mi sento bene”.

Passando ai suoi esordi calcistici, lei è nativo di La Spezia e ha mosso proprio nella primavera di questo club i primi passi. Cosa significa per lei questa squadra in particolare?
“Sono molto affezionato allo Spezia perché alla fine, avendo fatto sette anni in questo club, sono cresciuto lì. Lo Spezia mi ha dato tanto a livello di crescita personale, mi è dispiaciuto lasciarlo a 17 anni, quando sono andato al Genoa”.

Per l’appunto, nel gennaio 2018 il Genoa puntò forte su di lei. Ha vissuto male questo passaggio?
“Sicuramente mi è dispiaciuto perché sono cresciuto e abito a La Spezia. Avevo creato legami importanti con compagni, dirigenti e mister. Allo stesso tempo però ero molto felice di approdare in un club come il Genoa. Loro mi hanno dato l’opportunità di fare un passo in avanti e l’ho colta”.

In questi anni intanto ha anche vestito la maglia della Nazionale italiana. Che emozione è stata per lei?
“Ho avuto la fortuna di indossare la maglia della Nazionale dall’under-16 all’under-20. Sicuramente è stato molto emozionante. Ho avuto anche la fortuna di partecipare all’Europeo U-17, 19 e anche ad un Mondiale, quindi è stato un grande motivo di orgoglio. Sono tutte esperienze che ti fanno crescere a livello internazionale”.

Di tutto ciò cosa le è rimasto più nel cuore?
“Il torneo che mi è rimasto più a cuore è sicuramente il Mondiale in Polonia. Avevamo un gruppo molto coeso e siamo riusciti ad arrivare in semifinale, facendo poi la finale per il terzo posto. Siamo stati più di un mese in ritiro, è stata una bellissima avventura”.

Passando alla stagione 2016/17, ha sfiorato più volte l’esordio in Serie B, mentre in Coppa Italia con lo Spezia è anche riuscito a scendere in campo. Come ha vissuto quella stagione?
“In quell’anno ero aggregato alla prima squadra e facevo ovviamente qualche partita con la primavera. Ho esordito in Coppa Italia con lo Spezia e ho fatto qualche panchina in B, però era il primo vero anno che iniziavo ad ambientarmi in prima squadra. Fa parte del percorso di inserimento”.

Fanpage nel 2018 in un articolo (lo trovate a questo link) la definiva come uno dei terzini della nazionale futura. A tre anni di distanza cosa pensa che non abbia funzionato? Tornando indietro quali scelte cambierebbe?
“Nel calcio oltre alla bravura serve anche un po’ di fortuna. Io comunque non cambierei nulla, perché il mio è un percorso di crescita e formazione. Devo sicuramente migliorare sotto molto aspetti, ma pian piano credo che ci riuscirò. Poi certo, ci sono giocatori che saltano questi passaggi e vanno subito al top, ma non è il mio caso. Io comunque non rinnego nulla”.

Mi viene in mente ad esempio il caso di Pietro Pellegri. Lei lo conosce?
“Sì, Pellegri l’ho conosciuto prima in Nazionale, quando io giocavo a Spezia e lui a Genoa. Poi però in rossoblù non ci siamo mai incrociati, perché quando sono arrivato a gennaio lui era già andato al Monaco. Pietro è un giocatore forte, fece una doppietta in Serie A da giovanissimo e da lì è stato lanciato. Peccato per i problemi fisici che non gli hanno permesso di giocare delle stagioni complete”.

Candela, a 19 anni ha deciso, un po’ in controtendenza, di rimanere per un altro anno nella primavera del Genoa, con cui ha anche fatto una panchina in Serie A. Perché ha preso questa scelta? In quel Bologna-Genoa si aspettava di scendere in campo?
“Diciamo che è stata un po’ una scelta concordata con la società, che aveva l’intenzione di farmi rimanere un altro anno in primavera. Se potessi tornare indietro non saprei se rifarei la stessa scelta, forse iniziare già in Serie C sarebbe stato meglio, però ora non te lo so dire. In quella stagione mi allenavo un po’ con la prima squadra, con cui ho fatto anche quella panchina a Bologna; fu un’emozione forte. Se fosse avvenuto l’esordio bene, altrimenti era già tanto stare lì tra i grandi”.

Successivamente lei tentò l’avventura a Trapani in Serie B, che tra alti e bassi si concluse a gennaio. Cosa non funzionò?
“È stata una stagione costruttiva. Ho avuto la sfortuna di arrivare dal recupero di un infortunio, quindi sono partito un po’ a rilento, ma bene o male le mie partite nel primo anno tra i professionisti le ho fatte. Dopodiché, arrivato a gennaio, vista anche la posizione in classifica che occupavamo (penultimi, ndr), ho preferito fare un percorso nel quale avevo l’opportunità di giocare un po’ di più, quindi ho deciso di andare in C all’Olbia. Peccato si sia bloccato tutto per il Covid; ho potuto fare pochissime partite prima del lockdown”.

Nella scorsa stagione ha deciso di confermarsi in Serie C, disputando un’annata da titolare alla Pergolettese. Quell’avventura le ha dato una grande iniezione di fiducia? Che impatto ha avuto su di lei?
“Sì, ho voluto fare un anno di C perché sentivo la necessità di giocare, perché per il mio percorso di crescita ritengo che solo giocando posso migliorare. È stato un anno positivo, l’obiettivo della squadra era la salvezza tranquilla e l’abbiamo raggiunta. Mi sono trovato bene sia con la società che con i compagni”.

Cos’ha pensato in estate quando ha ricevuto la chiamata del Cesena? Cosa si aspettava all’inizio da questa avventura?
“Quando il mio procuratore mi ha detto del Cesena ero subito felice. Ho parlato fin da subito con Zebi, che mi ha trasmesso grande fiducia e voglia di iniziare questa avventura; mi ha entusiasmato. Ho accettato perché la piazza e la storia del Cesena sono ben conosciute. Ha sempre giocato tra B e A, adesso è in una categoria che non gli compete. Il pubblico, come la città e la Romagna in generale, è molto caloroso. Un insieme di cose che mi hanno convinto a venire a Cesena e soprattutto anche perché mi hanno parlato di una squadra competitiva che puntava a stare nella parte alta della classifica”.

In bianconero ha trovato il gol vittoria contro la Lucchese già al suo secondo match, ma dopo sole tre partite c’è stato questo stiramento alla coscia che di fatto l’ha tenuta fermo due mesi ai box. Come si affronta questo infortunio?
“Lo stiramento l’ho già avuto prima di andare al Trapani; quando mi è capitato a settembre sapevo già della gravità della cosa. Mi è dispiaciuto tanto perché stavo iniziando a fare minutaggio e a prendere condizione. Però sono cose che capitano nel percorso, l’importante è non abbattersi. Ho lavorato ogni giorno per recuperare al meglio e per fortuna ora sono rientrato. Sono pronto per dare il mio contributo al mister”.

In queste partite al Cesena si è notata da parte sua una grande propensione offensiva, mentre in difesa si sono viste diverse lacune. Viali che indicazioni le dà per la fase difensiva?
“So che è l’aspetto che devo migliorare maggiormente, perché sono un terzino più offensivo ovviamente, però ci lavoriamo ogni giorno. Il mister è uno che lavora molto a tutte e due le fasi di gioco. Lavoriamo quotidianamente per migliorare”.

Passando a Cesena-Pescara, lei è tornato in campo dopo due mesi favorendo di fatto l’autogol dell’1-0 finale, andando poi ad esultare sotto la Curva Mare strapiena. Immagino l’avesse sognato un ritorno in campo del genere…
“Sì sì, proprio così. Non potevo desiderare un rientro migliore. Contribuire alla vittoria ed andare sotto alla nostra fantastica Curva in una match così importante è stato bello ed emozionante. Mi ha dato una grande iniezione di fiducia”.

Il prossimo match sarà contro la Fermana. Che indicazioni vi ha dato Viali? Che partita dobbiamo aspettarci?
“Abbiamo iniziato a lavorare sin da mercoledì sugli avversari. Viali ci ha accennato che è una squadra che non rispecchia la propria classifica, ma con il cambio del mister ha cambiato volto, infatti nelle ultime quattro partite ne ha vinte tre. Non dobbiamo assolutamente sottovalutare la Fermana perché dobbiamo dare seguito alla nostra striscia positiva”.

Viali le ha già dato qualche indicazione sulla sua eventuale titolarità? Lei che sensazioni ha?
“Io sono pronto per giocare e per aiutare la squadra, poi ovviamente è il mister che decide, però ancora non ci ha dato particolari indicazioni”.

Lei di fatto è l’unico terzino destro di ruolo, anche se ci sono Ciofi e Steffé che sono adattabili. Questa concorrenza la mette in difficoltà o le è d’aiuto per essere spronato?
“La concorrenza può far solo che bene, ti sprona solo a migliorare e a fare meglio. Se un giocatore non gioca non si deve assolutamente abbattere, ma questo non è il nostro caso, perché siamo tutti concentrati ed uniti verso un unico obiettivo. Si è visto anche durante le partite, chi è entrato ha sempre fatto bene”.

Si vede che in questo gruppo si sentono tutti parte del progetto.
“Questo è merito dei ragazzi, che sono tutti dei professionisti, e del mister, che ci tiene sul pezzo uno ad uno”.

Date le forti premesse su di lei di qualche anno fa, ha ancora vivi i sogni di approdare in Nazionale ed in Serie A?
“Sì ovvio, ora non ho un obiettivo principale, però sicuramente ho voglia di andare il più su possibile, però questo arriva soltanto lavorando e migliorando partita dopo partita. Non è bello se ad un calciatore, soprattutto giovane, sfuma il sogno di giocare in Serie B o in A. Penso che ognuno dentro di sé abbia il sogno di arrivare il più in alto possibile”.

Quale giocatore le è stato più d’ispirazione in questi anni?
“Nel mio ruolo ti direi Hakimi o Theo Hernandez, terzini molto offensivi che danno un grande contributo in avanti”.

Concludendo con l’attualità, da cosa deriva a suo parere il calo accusato dalla Nazionale italiana, che ha da poco fallito l’accesso diretto ai Mondiali, dopo l’Europeo vinto in estate? Come li vede i complicati playoff di marzo?
“Secondo me c’è stato un calo a livello mentale, perché dopo la vittoria dell’Europeo, vedendo le ultime partite di qualificazione, si notava un po’ la differenza di squadra e di voglia di vincere. Mi è dispiaciuto che non sia passata per prima, ma sono sicuro che a marzo riuscirà a trionfare nei playoff. La squadra è forte, in più nelle ultime partite c’erano pesanti assenze, però con l’Irlanda del Nord era assolutamente da vincere, magari è mancato qualcosa in attacco. Se si fossero evitati i playoff sarebbe stato meglio, ma rimango fiducioso per marzo, perché il problema di subire gol l’Italia non ce l’ha mai avuto, quindi negli scontri diretti dovremmo essere avvantaggiati”.