Moreno il Biondo: “Vi parlo di Sanremo. E di quell’inno ‘targato’ Cesena…”

Il musicista romagnolo si è confessato, tra musica e calcio: “Cera e Hubner i miei miti bianconeri. Nel 2011 non volevo certo spodestare Lucio di Cesenatico e Secondo Casadei…”
11.03.2021 10:30 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Gli Extraliscio
Gli Extraliscio

Chi mi conosce bene, potrà confermarlo: io sono uno che è cresciuto a pane, piadina, cappelletti in brodo, crucche e liscio. Tanto liscio. Tantissimo liscio. Non poteva essere altrimenti. Visto che, la mia vecchia casa di Gatteo Mare, sorge proprio davanti al mitico villino dove è stata composta Romagna Mia. Visto che, quando avevo molto più tempo e molti più capelli da investire, invece che il Blasco io ascoltavo l’Orchestra Casadei. Perché – come dice giustamente Romagna Capitale – ‘tra questa gente esiste un sentimento, e se lo scopri non lo scordi più…’. A proposito di Romagna Capitale. Voce e mente di quel leggendario Inno ‘targato’ Romagna erano (anzi, sono) rispettivamente gli inossidabili Mauro Ferrara e Moreno il Biondo. Che, giusto la scorsa settimana, abbiamo ritrovato protagonisti al Festival di Sanremo tra le fila degli Extraliscio capitanati dal poliedrico Mirco Mariani. Questa strepitosa band, grazie anche al featuring di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, con la canzone Bianca Luce Nera è riuscita ad arpionare in Riviera un meritatissimo 12esimo posto finale che trasuda… romagnolità da ogni poro. Di questo – e di molto altro ancora – ho voluto parlare assieme al grande tifoso bianconero Moreno ‘Il Biondo’ Conficconi.

Moreno, ora lo puoi dire: il sottoscritto è stato il primo giornalista a pronosticare la partecipazione degli Extraliscio al Festival.
“Confermo. Tu, già in tempi non sospetti, dicevi che Amadeus ci avrebbe reclutato nel cast di Sanremo. Io continuavo a darti del matto. Tu eri convinto della tua idea. Alla fine hai avuto ragione tu…”

Di calcio ne capisco poco. Ma di musica…
“Vero, sul fronte musicale sei sul pezzo (risata, ndr). Non so come hai fatto ma, un giorno prima dell’inizio di Sanremo, senza aver ascoltato neppure le canzoni, sei riuscito incredibilmente ad azzeccare anche la cinquina vincente (per chi vuole recuperare l’articolo, cliccate questo link, ndr) invertendo soltanto il terzo con il quarto classificato. Chapeau!”.

Per gli Extraliscio si è appena concluso un Festival con i fiocchi.
“Siamo andati al Festival con l’intento di portare sul palco più prestigioso d’Italia le nostre diverse esperienze musicali. Con la voglia di far ascoltare a tutti la nostra tradizione mixata sapientemente con l’innovazione. Direi che ci siamo riusciti”.

Puoi dirlo forte: gli Extraliscio, a conti fatti, sono stati la vera rivelazione di Sanremo.
“Quel 3° posto parziale raccolto nelle serate delle cover è stato un successone: anche perché nella nostra scelta (il medley Rosamunda, ndr) convivevano allo stesso tempo coraggio e follia. Ma è stato soprattutto quel 12esimo posto raggiunto nella graduatoria finale il vero risultato ad effetto”.

Anche perché siete arrivati davanti a gente come Max Gazzè. Come Malika Ayane. Come Francesco Renga. Come gli Stato Sociale…
“Non nego che, alla vigilia dell’ultima serata, eravamo un po’ preoccupati per la classifica. Noi non abbiamo dietro di noi il popolo social che hanno altri artisti più noti. Il televoto ci faceva paura. Ma invece è andata benissimo. Quel piazzamento sta a significare che siamo piaciuti a tanta gente. Non solo al popolo del liscio e delle balere…”

La più grande scommessa vinta dagli Extraliscio a Sanremo?
“Ce ne sono tante, di scommesse vinte. Chi mastica un po’ di musica sa bene che non è affatto semplice assemblare tanti generi musicali in una sola canzone. Io, poi, sono estremamente orgoglioso di essere riuscito a portare sul palco dell’Ariston per la prima volta nella storia del Festival un clarinetto in Do solista”.

Tu fai parte da anni della Nazionale Cantanti.
“Sino ad oggi non ho mai avuto la possibilità di scendere in campo nella famosa Partita del Cuore. Però… Sanremo è Sanremo. E così, con mia grande gioia, mi hanno già avvisato che quest’anno in occasione di questo grande evento ci sarà posto anche per me. A 63 anni sono diventato famoso anche io (altra risata, ndr).

Moreno il Biondo e il calcio: un amore che arrivo da lontano. Da lontanissimo.
“Tifo Inter, da sempre: quest’anno, per lo Scudetto, finalmente per noi dovrebbe essere l’anno giusto. E poi, ovviamente, c’è il Cesena…”.

Un paio di campioni bianconeri del passato a cui sei particolarmente affezionato?
“Il mio idolo da ragazzo era sicuramente Pierluigi Cera. Nei mitici anni novanta, invece, avevo un debole per il Bisonte. Per Dario Hubner”.

Nel 2011 hai scritto anche un inno per il Cavalluccio.
“Proprio così. Il Cesena era in serie A e il sottoscritto, assieme a Potito Trovato, decise di comporre il brano Cesena C’è. Il presidente Igor Campedelli si dimostrò subito entusiasta del progetto e così, per qualche partita, la canzone fu ‘sparata’ dagli altoparlanti del Manuzzi prima di ogni gara casalinga”.

Quell’inno, però, fu accolto timidamente dal popolo della Curva Mare…
“Sapevamo benissimo che i tifosi bianconeri erano innamorati di Forza Cesena di Lucio di Cesenatico e di Romagna Mia di Secondo Casadei.  Con quel brano non volevamo spodestare nessuno. Il nostro fu un ‘semplice’ gesto d’amore nei confronti del Cesena. Nulla di più”.

Ieri pomeriggio il Cesena ha pareggiato in extremis col Perugia, senza brillare particolarmente.
“Bisogna stringere i denti, superare questo momento di appannamento ed arrivare dritti dritti ai play-off. Poi… sognare non costa nulla”.

In questi casi, le interviste, si chiudono sempre con la più classica delle domande: programmi per il futuro?
“Il Festival è finito già da qualche giorno ma noi siamo sempre in viaggio per promuovere in tv e alla radio il nostro ultimo doppio (e bellissimo: provare per credere, ndr) album che si chiama È bello Perdersi. Un lavoro, questo, dove tutti i nostri vecchi e nuovi fan potranno apprezzare al meglio le qualità di Mirco Mariani & Company…”

La canzone Bianca Luce Nera sta andando alla grande.
“Gli Extraliscio stanno vivendo un sogno ad occhi aperti. Siamo stanchi, ma felici. Anzi, felicissimi”.


PS 1: Dio salvi la Regina. E, visto che c’è, salvi pure il mitico Moreno il Biondo. E il suo clarinetto ‘targato’ Romagna e Passione
PS 2: Lunga vita agli Extraliscio. Al liscio alla Casadei. Alle contaminazioni musicali. E pure ad Amadeus. Perché se non ci fosse stato Amadeus (uno che di musica ne capisce a pacchi…) questa bellissima favola in salsa romagnola non ci sarebbe mai stata

Bianca
Come la neve
Nera
Come l’inverno

Bianconero
Come Moreno il Biondo