Che barba, che noia, che noia, che barba

Il Cesena di Viali è in continua crescita. Ma un anno fa, di questi tempi, fuori dal campo ci si divertita di più. Molto di più. A trecentosessanta gradi…
17.12.2020 07:00 di Flavio Bertozzi   vedi letture
Che barba, che noia, che noia, che barba
© foto di Cesena FC

Che barba, che noia, che noia, che barba.

Sì, è vero. Quest’anno – per fortuna – il Cesena va meglio. Molto meglio. Quest’anno i portieri parano. I difensori difendono. I bomber segnano. Quest’anno non si rimediano dei vergognosi 0-4 col Fano, ma casomai dei roboanti 4-0 a Mantova. E così, i punti, arrivano (quasi) sempre copiosi. E la classifica – guardala là – è più che dignitosa. Anzi, qualcosina di più che dignitosa. Pure bella. Quest’anno poi, l’allenatore, è umile. Concreto. Bada al sodo. E azzecca pure i cambi. Però vuoi mettere? Un anno fa, di questi tempi, fuori dal campo ci si divertiva di più. Molto di più.

Che barba, che noia, che noia, che barba.

Sì, un anno fa c’erano le patenti – di guida – che ‘saltavano’ in Riviera. C’erano gli embarghi (anche) televisivi contro i giornalisti non allineati. C’erano i piccati botta e risposta sui giornali tra dirigenti romagnoli e sammarinesi. C’erano dei tesserati che – assieme a parenti, congiunti ed amici vari – bazzicavano (in modo pacchiano) i social in salsa bianconera un giorno sì e l’altro pure. C’erano gli scazzi di mister Modesto, le paturnie di Valencia, i lisci da film horror di Sabato, i silenzi assordanti da Sarao, i mal di pancia di Franco e del suo entourage, i problemi di digestione di Agliardi.

Che barba, che noia, che noia, che barba.

Quest’anno, invece, calma piatta. Buonismo a vagonate, pure troppo. Nessuna lite. Nessuna polemica a distanza, almeno – ehm ehm – sotto le luci dei riflettori. Nessun permalosone che si incazza per aver beccato un sacrosanto 4,5 in pagella. Nessuna avventata dichiarazione del tipo ‘A Cesena c’è troppa pressione’ o ‘In due anni vogliamo la serie B’. A parte un paio di bestemmie proferite da Ricci e da Maddaloni, poi, non c’è neppure qualche pesante caduta di stile. Niente di niente. Nemmeno – sigh - un misero ‘Sei un coglione!’ detto in tv. Aposto. Tutto attaccato.

Che barba, che noia, che noia, che barba.

Insomma, tempi duri per i giornalisti (o per i giornalai) a caccia di polemiche e di scoop. Tempi lieti, invece, per i tifosi del Cavalluccio. Aspettando tempi (ancora) migliori. Tempi che forse non arriveranno mai. O che arriveranno solo tra 2-3 anni. Intanto però risulta quantomeno doveroso fare un applauso a questa società che, la scorsa estate, ha lavorato bene sul mercato. E ha pure speso soldi ‘veri’ (soprattutto per il tandem Bortolussi-Caturano). No, non era una cosa scontata. E non soltanto perché non è affatto facile fare calcio (e pagare gli stipendi regolarmente) in piena era-Covid. Con gli stadi vuoti, con gli sponsor in fuga e con le aziende (di chi comanda) da tutelare. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. E diamo a Patrignani & Co. quello che è di Patrignani & Co.