CHICCO DICE STOP Agliardi: “Le bugie di Lugaresi, le gaffe di Bisoli…”

L’ex bianconero inizia la sua nuova avventura da preparatore dei portieri: “Ricci e Capellini erano da confermare, ma nel calcio di oggi non c’è più spazio per la bandiere…”
19.08.2021 10:30 di Flavio Bertozzi   vedi letture
CHICCO DICE STOP Agliardi: “Le bugie di Lugaresi, le gaffe di Bisoli…”

Un altro eroe di Latina 2014 (e pure di Giulianova 2019) che lascia. Che stacca la spina. Che saluta per sempre il calcio giocato. Signore e signori, (ri)ecco a voi Federico Agliardi.

Agliardi, perché ha detto stop?
“A 38 anni (dopo l’esperienza di Lumezzane, ndr) mi sento ancora integro fisicamente. Ma è giunta l’ora di guardare al futuro…”

Perché lei non lascia il mondo del calcio…
“Assolutamente no. Sto ‘soltanto’ per iniziare una nuova e stimolante avventura nel calcio femminile. Nelle vesti di preparatore dei portieri”.

Buffon, a 43 anni, è ancora in Serie B. Ma, tra i pali, tanti altri vecchietti nostrani sono ancora lì in prima linea. Suvvia Agliardi, un altro paio di stagioni in campo le poteva ancora fare…
“No, meglio chiuderla qui. Per tanti motivi. Poi è chiaro: quando ho deciso di appendere i guanti al chiodo, la lacrimuccia mi è scappata…”

Lei, in 20 anni di carriera, ne ha viste di cotte e di crude…
“Ho visto cose che voi umani non potreste neppure immaginare…”

L’allenatore migliore che ha avuto?
“Ne dico tre: Mazzone, Bisoli e Castori”.

Quello che ha amato di meno?
“Selighini”.

Ecco, a proposito di Rimini. Un ex portiere del Rimini (e pure del Bologna) che riesce a farsi amare subito dai tifosi del Cesena: lei, in riva al Savio, è riuscito a mettere in piedi un mezzo miracolo.
“Si vede che la gente di Cesena ha apprezzato la mia serietà. La mia professionalità. Il mio attaccamento alla maglia. Perché io, per il bene del Cesena, ho sempre sputato sangue…”

Per lei, in maglia bianconera, sono arrivate anche due promozioni da urlo.
“Se ripenso a Latina 2014 e Giulianova 2019 mi vengono ancora i brividi. Non scherzo, è così. Dietro a quei due trionfi ci sarebbero mille storie da raccontare, mille aneddoti, mille sorrisi, mille incazzature”.

Più difficile quella rincorsa alla A o quella caccia alla D?
“Tutte due complicate alla stessa maniera. E sapete perché? Perché se nel 2014 abbiamo vinto quei play-off contro tutto e contro tutti, nel 2019 siamo riusciti a mettere le mani su una promozione che troppe persone davano per scontata. Ma che scontata non era…”.

Uno dei suoi momenti più duri a Cesena è stato in Serie A, giusto?
“Leali giocava ‘soltanto’ perché la Juventus pagava dei bonus-presenze al Cesena. Inutile aggiungere altro…”

Quella squadra, anche con Agliardi in porta, non sarebbe comunque andata da nessuna parte.
“Lo penso anche io. Le lacune di quella rosa erano troppe. E la classifica finale parlò chiaro…”

Del tragico fallimento del 2018 che cosa vogliamo dire?
“Che quella ‘botta’ non si cancellerà mai. Una ferita di quel genere non si rimargina mai. E sapete perché?”

Dica pure.
“Perché quella volta, la società, ci ha preso per il sedere sino alla fine. C’è una frase di Giorgio Lugaresi che ho ancora scolpita nel mio cervello. Lui diceva sempre ‘Salvatevi o qui salta tutto’…”

Non è andata – ehm ehm – propriamente così…
“Lui, con quella frase, detta più di una volta, ha voluto metterci addosso le pressioni di una città intera. Noi della squadra e dello staff eravamo convinti che il destino di quel Cesena fosse unicamente nelle nostre mani. Quando invece…”

Proviamo a voltare pagina, a sorridere. Un episodio da ridere legato ai suoi 20 anni di calcio…
“Ne ho più di uno…”

Cominciamo dal primo.
“Non posso che cominciare da quel famoso derby Atalanta-Brescia del 2001 (all’epoca, Agliardi, era il giovanissimo terzo portiere delle Rondinelle, ndr). La storia è nota. Al 92' Baggio ci regalò il definitivo 3-3 e Mazzone, che era stato vittima di sfottò per tutta la gara da parte dei tifosi bergamaschi, cominciò la sua folle corsa verso la curva dell’Atalanta. Una corsa che è entrata subito nella leggenda…”

Sotto con un altro aneddoto. Magari più di nicchia, meno conosciuto.
“Anno 2006. Vigilia di ritorno della sfida di Coppa Uefa tra West Ham e Palermo (Agliardi, in carriera, è transitato pure dalla Sicilia, ndr). Mister Guidolin entrò nei nostri spogliatoi e, da un grosso borsone, all’improvviso tirò fuori un fucile al grido di ‘All’andata, gli inglesi, li abbiamo solo feriti. Ora li dobbiamo ammazzare per bene’…”

E di Bisoli non ci dice niente?
“Bisoli ci faceva morire dal ridere ogni giorno. Con i suoi strafalcioni grammaticali. O con le sue gaffe ruspanti. Il Bisolone è davvero un grande personaggio…”

Lei, nel mondo del calcio, è apprezzato (anche) per la sua sincerità. Ed allora le faccio una domanda: dove avrebbe potuto essere ‘migliorabile’ l’Agliardi-portiere?
“Forse nella lettura delle uscite. Ma mi sa che ormai è troppo tardi per colmare questo difetto (risata, ndr).

Il Cesena lo segue sempre?
“Sempre. Non posso stare senza Cesena…”

Visto? Pure a Cesena non è più tempo di bandiere. Viali ha deciso di rinunciare (anche) a Capellini e Ricci.
“Luca e Nicola li conosco bene, io li avrei tenuti entrambi. Sia per un discorso meramente tecnico, che di spogliatoio. Ma torniamo sempre al solito discorso…”

Quale sarebbe ‘questo’ solito discorso?
“Nel calcio moderno, ormai, non c’è più spazio per le bandiere. E sarà sempre peggio. Non solo a Cesena…”

Parole sante. Santissime.
“Datemi pure del romantico, ma a me questo calcio piace sempre di meno. Questo maledetto Covid, ha sicuramente ingigantito questa mia insofferenza. Ma già prima della Pandemia mi era scesa un po’ la catena…”

Agliardi, magari ci si ribecca un giorno al Manuzzi. In qualche stadio d’Italia. O in spiaggia a Cervia…
“Ti dico di più. Non so quando e non so come, ma io in Romagna ci tornerò a vivere. Si-cu-ro. Lo dico col cuore in mano: la Romagna e i romagnoli mi sono entrati dentro…”

Non ci scapperà mica un’altra lacrimuccia…
“Tanto, anche se piango, sono in una botte di ferro. Con me ho sempre dietro una scorta di fazzoletti della Maxicart di Patrignani”.

E giù l’ultima risata colorata di bianco e nero.