“Giocare al Manuzzi? Un sogno”. Parola di mister Conte
Finisce la pausa per le nazionali ed il Cesena si ritrova subito a dover gestire la complicata trasferta di Verona contro il Chievo Women. Altri due successi prima della sosta natalizia permetterebbero alle bianconere di sognare in grande. Lo sa bene mister Alain Conte che si racconta in esclusiva ai microfoni di TUTTOCesena.it.
Mister Conte, come le è sembrato il clima nello spogliatoio ad inizio stagione in seguito alle vicissitudini della gestione Ardito?
“Innanzitutto non ho mai parlato di chi c’era prima di me e non intendo iniziare ora. La squadra in estate è stata praticamente rifondata, come di norma nelle società che lavorano con ragazze giovani. All’inizio dal gruppo ‘storico’, integrato con elementi della primavera, ho trovato sicuramente voglia di fare le cose per bene e di fare una stagione importante. La volontà di fare una stagione positiva era tanta”.
Rivede qualcosa del San Marino che ha portato in Serie A in questo Cesena?
“Le squadre sono molto diverse, specialmente perché sono passati degli anni ed il livello tecnico è cresciuto tantissimo, è difficile fare dei paragoni. Quello che riscontro è ciò che trovo sempre nelle mie squadre: la necessità di avere un gruppo disposto sempre al lavoro ed al sacrificio e che in campo venda cara la pelle. Queste sono le caratteristiche delle mie squadre, se non le rivedo il problema è il mio, vorrebbe significare che non starei lavorando bene. Vedo uno spirito combattivo, una squadra che non molla mai e che lavora con grande dedizione. Questi sono gli attributi che hanno tutti i miei gruppi, mi fa molto piacere che anche il Cesena li abbia presi”.
Quanto si può dire sorpreso da questo favoloso inizio delle ragazze?
“Vincere otto partite consecutive in un campionato del genere non è banale. Da quando c’è il girone unico solamente due compagini sono riuscite a fare meglio, il ovvero il Napoli lo scorso campionato e l’Inter di De la Fuente nel 2018 che ne vinse diciannove di fila, praticamente un’era geologica fa, con il formato ancora a dodici squadre. Devo dire che un po’ sorpreso lo sono, vincere in un campionato così equilibrato, con sedici partecipanti, con una squadra composta da tanta gente al primo approccio tra i grandi non era prevedibile. Tutto ciò che abbiamo fatto, comunque, ce lo siamo meritato, le ragazze stanno lavorando veramente bene e c’è un bel clima. Questo filotto è un plus, ci sta che qualche volta si raccolga il massimo dei risultati”.
Da tifoso del Cesena, quanto le piacerebbe giocare al Manuzzi?
“Ragazzi, qui si toccano i sentimenti… Crescere calcisticamente in Romagna vuol dire sognare il Cesena. È chiaro che essendo sempre andato allo stadio da spettatore giocarci e sedersi su quella panchina sarebbe un sogno che si realizza. Sarebbe ancor più bello vederlo con la Curva Mare piena, come succede per il maschile. Lì si fa proprio bingo, si raggiunge il Nirvana. Ci sono tanti stimoli in più per chi ha sempre visto il Cesena come un sogno da bambino”.
Ha un allenatore che prende come modello dal quale prendere esempio?
“Ti faccio due nomi: Ancelotti ed Antonio Conte. Sono molto diversi tra di loro, ma secondo me insieme sarebbero complementari. Il primo è un grandissimo gestore di risorse, con un atteggiamento sempre pacato e signorile, l’altro è un allenatore con una capacità fuori dal normale di motivare i propri giocatori per tirarne fuori il meglio in qualsiasi situazione si trovi. Ricordo la nazionale con più ex elementi del Cesena di sempre, quella dell’Europeo del 2016, probabilmente non era tra le più forti ma lui è riuscito a farla rendere oltre il proprio massimo. Questi due allenatori mi hanno sempre affascinato, cerco sempre di guardare come si muovono. Chiaramente, poi, di allenatori bravi ce ne sono tantissimi, si può sempre imparare da tutti”.
Infine, cosa pensa dei criteri per la promozione in Serie A, con la seconda classificata in B che deve affrontare lo spareggio con la penultima della massima serie?
“Lo dico da sempre: avere una promozione sola è avvilente. In uno spareggio con una squadra di categoria superiore parti sempre sfavorito. Già sulla carta il divario è tanto, basti pensare che la Serie A è un campionato professionistico e la B rientra tra i dilettanti. In secondo luogo, con un campionato a sedici squadre, rimanere in posizioni di alta classifica è quello che ti dà le vere motivazioni. Quando disputi un campionato, di qualunque tipologia esso sia, gli obiettivi che ti danno la spinta a dare il meglio sono la vittoria del campionato e la salvezza. Avere un campionato equilibrato, con tante squadre racchiuse in pochi punti, è bello e porta le ragazze a dare il meglio di sé. Se già verso marzo si hanno tante squadre senza obiettivi di classifica importanti è fisiologico che il livello medio si abbassi. Sarebbe sicuramente un bene ampliare il tutto, anche la Serie A andrebbe quanto meno riportata a dodici squadre. Lo dimostra questa stagione con tutte le difficoltà di Sampdoria e Pomigliano, un torneo a dieci squadre è limitativo per gli investimenti che vengono effettuati. Speriamo che nel futuro ci sia un ampliamento ed un avvicinamento alla Serie B,campionato bellissimo e difficilissimo in cui giocano tante italiane”.