Schadenfreude

Tornano i 10 (s)punti, la rubrica che più vi era mancata durante il lockdown. Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza di Chicco Agliardi".
27.09.2020 20:43 di  Stefano Severi   vedi letture
Schadenfreude

1. Bentornati. A voi, e ai nostri 10 (s)spunti, anno settimo. L’esordio di questa rubrica risale al 31 agosto 2014, Cesena-Parma 1-0. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ma soprattutto ne è passata da un Cesena-Vicenza 1-3 dello scorso 23 febbraio, ultima gara ufficiale del Cesena prima di oggi.

2. Mi perdonerete l’enfasi e il fuori tema ma è bene sottolineare come questo ritorno al calcio giocato non sia affatto scontato e parimenti vada adeguatamente celebrato. In quel pomeriggio di febbraio si intuiva che qualcosa di grosso stesse bollendo in pentola ma in pochi – onore a loro – avevano veramente capito a cosa saremmo andati incontro. Venne poi il picco dei contagi, le serate a guardare Conte in diretta alla tv e le settimane di lockdown.

3. Ammetto che vengono i brividi al solo pensiero di quell’esperienza ai limiti della sopportazione umana, alle zone rosse, ai posti di blocco per la strada, all’autocertificazione per ogni minimo spostamento e ai confini nazionali chiusi quasi come in tempo di guerra. Ecco, oggi siamo tornati a giocare a calcio, quello vero. Dai, va bene così, per iniziare.

4. Certo, ancora non ci sono i tifosi sugli spalti, ed è più che comprensibile. Ci vorrà tempo, del resto Roma non è stata costruita in un giorno. Come ben ricorderanno quelli non più giovani e fan dei Morcheeba che nell’estate 2000 – eravamo reduci da una stagione caratterizzata da tante scommesse, rubriche sui giornali, invasioni di campo maldestre e soprattutto da una bruttissima retrocessione – cantavano all’infinto questa canzone.

5. Del rapporto tifosi e stadi in epoca coronavirus parleremo però al prossimo appuntamento, quando sarà chiaro chi avrà fatto la scelta giusta, coerente, onorevole e difficile e chi quella più facile, pilatesca, indifferente.

6. Veniamo alla partita giocata, con la più simpatica e bella squadra di Verona (bella forza eh? Una caratterizzata dai tifosi che insultano Pantani e Morosini, l’altra con il presidente che faceva affare con la vecchia dirigenza… la scelta non è poi così difficile). Ci piace questo punto? Sì, tanto.

7. Il punto è bello perché arriva con il primo gol segnato dal Cesena in una partita vera in questa stagione, perché Viali ha dato l’impressione di aver già in mano la squadra, perché si è vista anche un’idea di calcio verticale. E soprattutto perché non si è perso.

8. Tendo a non essere complottista per natura ma relativamente alla storia dei 10 comandamenti. Credo il primo comandamento consegnato sul monte Sinai fosse proprio “non prenderle”, seguito da “Tagliare le gambe ai terzini che passano la metà campo”. Sono le regole principale per vivere un campionato finalmente non basato – come quello passato – sulla Schadenfreude – la felicità per le disgrazie altrui

9. Adoro i campionati che iniziano con tante paure e pochissime aspettative. Sono i migliori, quelli in cui tutto quello che viene è guadagnato e la fiducia nasce dai risultati e non dai titoli di giornali. Quelle in cui si critica tanto in estate, si fanno show in conferenza stampa e poi si resta muti a fine campionato. Scene già viste ma che rivivrei con piacere.

10. Finale dedicato meritatamente ad ElevenSport, il cui streaming funziona come il Pc di Rino Foschi al momento della firma di Cacia (vabbeh, poi Rino si arrabbiò e fece scrivere che era una fake news, e qualcuno obbedì). Oppure come la Pec dell’Ac Cesena in Corso Sozzi. O come i ristoranti di pesce chiusi a mezzogiorno. Fate voi, intanto buon campionato a tutti.