Doppio derby: Spal-Cesena vista dagli occhi di Massimo Gadda
Cesena e Spal sono per lui una parte importante della carriera, ha difeso i colori bianconeri e quelli biancoazzurri da calciatore prima e da allenatore poi. Oggi, primeggia in serie D da allenatore del Ravenna, ma segue con interesse le vicende di tutte le squadre che lo hanno visto protagonista. Massimo Gadda, nato a Legnano, ma ormai Romagnolo d’adozione è l’uomo che ci accompagna alla sfida del Mazza.
Spal-Cesena è una partita che non può lasciarla emotivamente indifferente.
“Sono due squadre che hanno segnato il mio percorso sia da allenatore che da calciatore e naturalmente non è una gara che mi lascia indifferente, sono legato ad entrambe le realtà”.
In bianconero ha vissuto due vite. Partiamo da quella da calciatore coronata con una promozione in serie B. Che anni sono stati?
“Fu un periodo intenso, il primo anno vincemmo il campionato in serie C1 e sfiorammo la coppa Italia di serie C perdendola solo in finale con l’Alzano. C’erano giocatori come Agostini, Comandini, Salvetti, Rivalta e tanti altri. Nella stagione successiva in serie B rimasi fino a dicembre per poi trasferirmi alla Spal che è stata la mia ultima squadra da calciatore professionista”.
Si è seduto poi sulla panchina del Manuzzi tra il 2004 e il 2007 come vice di Fabrizio Castori del quale ha inizialmente preso il posto vista la squalifica del mister per i fatti di Lumezzane. Quanto le è servita quella esperienza in B?
“Quella è stata per me un’esperienza formativa e gratificante. Ero un allenatore giovane, la serie B mi offriva tanta visibilità e comunque stare al fianco di un allenatore con grande esperienza come Castori è stata una cosa davvero importante”.
Della Spal invece che ricordi ha?
“Ottimi. Ho fatto bene i miei due ultimi anni da calciatore professionista, poi da allenatore nel primo anno dell’era Colombarini ho affrontato la stagione della riforma della serie C. Era un campionato molto pericoloso, fui chiamato dopo 9 giornate con la Spal penultima e chiudemmo terzi. Non mi confermarono, ma fu un’esperienza sicuramente bella”.
Domenica le due squadre si affrontano. Il Cesena sta rispettando le aspettative e guida la classifica, la Spal invece è forse una delle più grandi delusioni del torneo anche se ora è in leggera ripresa. Cosa si aspetta?
“La Spal è leggermente in ripresa ma naturalmente, vista la classifica, i favori del pronostico sono tutti sul Cesena. Va detto però che stiamo parlando di un derby e i valori in partite come questa a volte vengono meno o sono comunque relativi”.
In questo Cesena rivede qualcosa del suo, vittorioso in serie C nel 1998?
“Ci rivedo l’entusiasmo che c’è attorno alla squadra. I bianconeri stanno dominando il campionato insieme alla Torres, il nostro invece fu un torneo molto più difficile perché si veniva da una retrocessione e rivincere subito non è mai facile. Questo Cesena è stato costruito nel tempo e sotto questo aspetto c’è una diversità da quella che era la nostra squadra”.
Cesena, ma anche Forlì, Ravenna e Bellaria. Si sente romagnolo d’adozione ormai?
“Ho giocato a Ravenna e Cesena poi ho allenato a Forlì e Bellaria. Eppure posso dirvi che non è stata una scelta personale, sono occasioni che mi sono capitate. Poi, alla fine, sono trent’anni che vivo a Ravenna e non posso che sentirmi un po’ romagnolo”.
Sta guidando il suo Ravenna ai vertici del campionato di serie D, per il prossimo anno preferirebbe affrontare il Cesena o la Spal?
“(Ride ndr) Dovessi andare in serie C con il mio Ravenna non avrei preferenze, certo mi piacerebbe affrontarle tutte e due e sarebbe una bella cosa, ma non posso che augurare al Cesena di vincere questo campionato”.