Se perdo il campionato lascio la politica

25.03.2019 00:30 di Stefano Severi   vedi letture
Se perdo il campionato lascio la politica

1. Il presidente Corrado Augusto Patrignani ieri pomeriggio, a fine partita, era arrabbiato con Angelini come nemmeno Eugenio Scalfari lo fu con Renzi dopo la vittoria alle elezioni politiche del M5S. Se le vittorie invernali, come sempre accade, hanno tanti padri, sul banco degli imputati per questa sconfitta è finito inevitabilmente il tecnico bianconero.

2. Il mezzo passo falso del Matelica contro il Santarcangelo ha impedito che la giornata da negativa diventasse disastrosa e, in un certo senso, ha messo un bel puntello alla panchina di Angelini.

3. Lo spogliatoio è compatto con il tecnico – i senatori Biondini, De Feudis e Agliardi che ieri sono usciti a parlare con i tifosi – ma anche i bomber Alessandro, forse quello più legato ad Angelini, e Ricciardo. E poi esonerare un allenatore che a sei giornate dalla fine ha 4 punti di vantaggio sulla seconda è un rischio troppo grande per una dirigenza ancora impegnata a garantirsi un futuro a Cesena.

4. Angelini quindi probabilmente resterà anche se bisognerà attendere la giornata di oggi per capire qualcosa in più, quando CAP, Pelliccioni e Martini si incontreranno per fare il punto della situazione.

5. I numeri certificano la crisi del Cesena: 6 gol subiti nelle ultime 4 partite, quarta sfida consecutiva in cui i bianconeri vanno in svantaggio per primi, 4 solo punti raccolti nelle ultime 4 gare e soprattutto clean sheet, ovvero porta mantenuta inviolata, solo 3 volte in questo 2019. In più il mini ciclo casalingo (Isernia e Pineto all’Orogel Stadium, intervallate dalla Savignanese al Morgagni, di fatto altra partita in casa) si è chiuso con appena una vittoria, un pareggio e una sconfitta.

6. Ma c’è di più: il Cesena è primo perché con le squadre di media e bassa classifica è sempre stato implacabile (fanno eccezione i pareggi concessi a Campobasso e Savignanese) ma con le formazioni di alta classifica è stato un disastro. Contro seconda (Matelica), terza (Recanatese) e quarta (Pineto) il Cesena ha collezionato ben cinque sconfitte su sei incontri, vincendo solo con Matelica in casa. 

7. Quest’ultimo dato è forse quello che definitivamente certifica la natura psicologica dei problemi di questa squadra. Recanatese e Pineto sono circa 20 punti sotto al Cesena ma hanno fatto 6/6 contro i bianconeri: incomprensibile e ingiustificabile.

8. Ora serve un punto di rottura, una svolta chiara e psicologica, proprio come avvenne all’andata dopo il ko di Pineto e il pareggio interno contro il Campobasso. In Molise servirà un vittoria brutta, sporca ma soprattutto cattiva. I bianconeri per una volta dovranno raccogliere i tre punti andando in vantaggio per primi e magari non concedendo nemmeno una rete agli avversari. Dovranno far capire che la voglia di vincere questo campionato è ancora altissima.

9. Per fare i processi ad Angelini probabilmente ci sarà tempo, così come sarà opportuno analizzare la metamorfosi di giocatori come Fortunato e di tutti quelli arrivati a dicembre a Cesena in grandissima forma – tanto da fare la differenza in campo – per poi eclissarsi misteriosamente. 

10. In ogni caso sei gare sono troppo poche per lasciarsi andare a sofisticate elucubrazioni in stile Saviano: ora conta solo essere brutti, sporchi e vincenti. È un diritto in questo frangente, da parte del tifoso, contestare Angelini ma è un dovere, da parte di tutti, restare uniti per conquistare questa fondamentale promozione.