Toscano e quelle partenze a rilento che comunque portano in B…

Il nuovo tecnico del Cavalluccio non ha cominciato benissimo la sua avventura in riva al Savio. Ma corsi e ricorsi dimostrano quanto sia in grado di carburare alla distanza.
08.09.2022 17:00 di  Gianluca Di Donato   vedi letture
Toscano e quelle partenze a rilento che comunque portano in B…
© foto di Cesena FC

Avvio a rilento? Ebbene sì. Quanti avevano messo in preventivo una sconfitta interna con la Carrarese? Non è detto che sia un problema per ‘Mimmo’ Toscano…

Domenico Toscano da Reggio Calabria – o meglio da Cardeto – è stato un buon centrocampista che ha legato il suo nome prevalentemente a piazze del Sud come Cosenza e Reggina (con cui ha raggiunto ed esordito in Serie B nel lontano 1995) per finire la sua carriera a Rende, ormai diventata una costante del mondo bianconero degli ultimi anni. E proprio dalla piccola cittadina in provincia di Cosenza prende il via la sua carriera da allenatore nel 2006: per fare esperienza gli viene affidata la formazione Berretti. L’anno successivo si ritrova capo allenatore della società calabrese ‘Fortitudo Cosenza’ che porta nel giro di due anni al doppio salto di categoria, partendo molto bene sia fra i dilettanti (vittoria esterna 4-0 a Paternò) sia tra i pro, sfoderando addirittura uno start a razzo con 6 vittorie consecutive in Lega Pro 2 Divisione. Al piano superiore, nel 2009/2010, comincia con tre pareggi ed una sconfitta ad Andria. L’epilogo è il primo esonero su una panchina professionistica.

La vera svolta giunge con la chiamata da Terni nel 2011/2012, culminata con la prima promozione in Serie B della sua carriera. L’avvio? Tre vittorie, un pari e la sconfitta esterna per 2-0 contro la Tritum. In cadetteria nei due anni successivi non parte benissimo: tre sconfitte consecutive contro Pro Vercelli, Modena e Bari gli valgono comunque un buon nono posto finale; l’1-0 sul Carpi alla prima dell’anno seguente purtroppo non frutta un granché, si perde per strada e viene esonerato il 31 dicembre del 2013.
L’opportunità del pronto riscatto arriva subito a Novara, dove conquista la sua seconda promozione in cadetteria, facendo volare i piemontesi al primo posto. La partenza però è rivedibile con una sola vittoria, tre pareggi e una sconfitta (2-0 a Monza alla prima…) nelle prime cinque gare del torneo. A fine anno lascia Novara un po’ a sorpresa e accetta di nuovo la Ternana in B ma nelle prime quattro giornate ottiene solo un punto a Cagliari, perdendo malamente con Trapani, Modena e Livorno.
L’Avellino nel 2016/2017 gli offre una nuova opportunità di allenare nella seconda serie; non la sfrutta appieno partendo con due pareggi e tre sconfitte, alla sedicesima giornata arriva quindi al Dino Manuzzi con l’acqua alla gola. Ci pensano Djuric, Dalmonte e Ciano a fargli collezionare un altro esonero cadetto.

Scende ancora al piano di sotto, da subentrato a Salò. Il sesto posto finale (nonostante perda la prima gara contro il Ravenna 1-0) gli vale la riconferma per un altro anno. L’obiettivo per il 2018/2019 è la promozione ma i gardesani partono malissimo (sconfitta con il Monza di Galliani 2-0). Un misero quarto posto finale inducono ‘Mimmo’ a dimettersi prima dell’inizio dei play-off.
Nell’estate del 2019 è alla guida della sua Reggina, sempre in Serie C. Finalmente arriva il lieto fine: promozione diretta a discapito del multimilionario Bari targato De Laurentis, pareggiando la prima partita 1-1 contro la Virtus Francavilla e vincendo le due gare successive per poi fermare sul pareggio il già citato Bari.

Gli ultimi due anni in B con i granata coincidono con due partenze al rallentatore e due ulteriori esoneri, fino alla chiamata il 18 luglio scorso di Lewis ed Aiello. Obiettivo? Promozione in Serie B. Per tre volte ci è riuscito al primo tentativo (a Terni nel 2011/2012, a Novara nel 2014/2015 e a Reggio Calabria nel 2019/2020), non sempre partendo benissimo ma venendo fuori alla distanza con tante vittorie per 1-0. La storia si ripeterà?