Uno tra Ardizzone e Petermann andrà in B, il Cesena no: se non è un fallimento questo…

L’errore più grave ora sarebbe non fare autocritica, pensare che in fondo “massì, non è poi andato tutto così male”… No, ragazzi: è successo un disastro!
10.06.2023 19:30 di  Bruno Rosati   vedi letture
Uno tra Ardizzone e Petermann andrà in B, il Cesena no: se non è un fallimento questo…

La delusione è enorme e non potrebbe essere altrimenti. “Three in a row” direbbero i migliori frequentatori dell’angolo tra Hudson e North Moore street, nel cuore di Tribeca, quartiere frizzante nella zona bassa di Manhattan.
Per il terzo anno consecutivo il Cesena viene eliminato ai play-off della Serie C al termine di una gara giocata in casa, contro squadre che definire abbordabili sarebbe solo un pallido eufemismo, quando già un esiguo pareggio sarebbe stato più che sufficiente per avanzare nel tabellone. Contro il Lecco fa ancora più male rispetto a quanto accaduto con Matelica e Monopoli. E proprio per questo, per metabolizzare la frustrazione che lievita, occorrono lucidità ed equilibrio già da subito, cominciando a catalogare la stagione per quello che è: un sonoro fallimento.

Il record di punti nei campionati professionistici, il maggior numero di vittorie esterne mai ottenuto dal Cavalluccio, il primato di giocatori mandati in gol. Tutte statistiche effimere se non inquadrate nel contesto in cui sono arrivate. I tanti punti fatti sono la naturale conseguenza di quando spendi fior di milioni per disputare un girone a cui prendono parte Imolese, Vis Pesaro, Olbia, Fiorenzuola, Recanatese… e chi più ne ha, più ne metta, nel rispetto di queste piccole realtà. I tanti gol segnati valgono relativamente poco se ne fai sei in casa del San Donato ma tra le mura amiche non riesci mai a segnarne più d’uno con Pontedera, Fermana e Lucchese.
Il Cesena aveva un vantaggio enorme sulla Reggiana: essere partito ad inizio anno senza conflittualità all’interno del gruppo, dovute agli strascichi dell’anno precedente. I granata hanno vinto un campionato in cui, settimana dopo settimana, avrebbero voluto vicendevolmente prendersi a coltellate nella schiena. Cosa per altro avvenuta pubblicamente a giochi fatti, nemmeno la promozione è stata in grado di risanare quel clima. Per il Cavalluccio era un’occasione colossale.
Poi sono arrivati i play-off e con essi una fitta coltre nebulosa di cattivi presagi, dovuta dalla consapevolezza di aver mancato il vero obiettivo prefissato ai nastri di partenza. E da ciò si spiega l’epilogo ai rigori, che tutto sono fuorché una lotteria o un beffardo scherzo del destino (siete invitati a leggere l’approfondimento che trovate a questo link).

Fallimento sportivo. Non vi è altra definizione. Perché quando si parla di progetto biennale per la B, significa che il tuo piano aziendale prevede, nel caso peggiore, di esserci dopo due anni. Ma non significa affatto che sia un evento da niente aver mancato il salto di categoria a questo giro di giostra. Quando metti sul piatto dai sei agli otto milioni di euro in un campionato che nulla ti dà in termini di introiti, se non riesci ad andartene al piano superiore vuol dire che hai letteralmente buttato via dei soldi.
“Eh, ma anche Reggiana ed Entella hanno speso quelle cifre, però ne va su solo una…” Verissimo! Infatti se fosse andato in B il Cesena, noi saremmo qui a festeggiare e le altre a parlare dei loro fallimenti sportivi. E, per favore, evitiamo di citare ora a sproposito le frasi della star dell’NBA, Giannis Antetokounmpo.

Ripartire è quel che deve fare il Cesena FC, inteso come società. Un’estate fa ci si è riempiti la bocca di promesse; ora volano stracci tra le due anime statunitensi che apprendiamo si parlino ora per interposta persona. Non il migliore degli scenari idilliaci dipinti all’epoca dai soliti noti paggi di corte. Paggi di corte che oggi vengono assoldati da una di queste due anime al fine di ritrarre l’altra, quella esecutiva, come unica ragione di tutti i mali. Paggi di corte che oggi, sempre su precisa dettatura dall’alto, cercano invano di minimizzare la gravità di questa mancata promozione.
Ecco, così non si va da nessuna parte. Non è questa la maniera con cui tentare nuovamente la scalata. Si prenda atto che almeno due tra Ardizzone e Ilari da un lato, Petermann e Kontek dall’altro chiuderanno tra una settimana festeggiando la B. Pittarello invece ha già esultato due mesi fa. Figure delle quali il Cesena si è voluto liberare, a ragion veduta, ma che più del Cesena hanno ottenuto quest’anno, malgrado i fantastilioni di dollari messi sul piatto dagli zii d’America. Se non è un fallimento questo…
Si guardi in avanti già da ora, meditando però sui pacchiani errori commessi affinché non vengano nuovamente ripetuti. La peggior cosa che si possa adesso fare è nascondere la testa sotto la sabbia. Equivarrebbe a ricominciare da capo a cadere nella medesima sfilza di sbagli, per poi concludere con lo stesso tragico epilogo.