Il Terzo NO è arrivato: ora portate i libri in Tribunale e fuori dal Cesena, grazie

28.06.2018 14:20 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Il Terzo NO è arrivato: ora portate i libri in Tribunale e fuori dal Cesena, grazie

È arrivato il terzo NO dell’Agenzia delle Entrate e, ancora una volta, è TeleRomagna a ‘bruciare’ tutti.
Nonostante i bluff di un anziano signore che fino a poco tempo fa si permetteva di definire alcuni giornalisti locali “senza attributi” – questa mattina in visita al Cesena Shop probabilmente per fare l’inventario di quante magliette potrà ancora vendere prima di riconsegnare la squadra alla Città – si interrompe qui la procedura ex 182 bis-ter.
E la storia del Cesena per come lo conosciamo.

E non si interrompe per colpa di Igor Campedelli.
Non si interrompe per colpa dei giornalisti o degli ultras.
O degli imprenditori che non sono stati vicini alla squadra.
O di Rino Foschi - perché a breve verrà data a lui la colpa, occhio -... no.
Si interrompe per colpa dell’incompetenza e dell’arroganza di un solo uomo e di chi ha scelto di sostenerlo nonostante da tempo fosse chiaro che la strada scelta quando vennero mandati via gli amministratori di Orienta Partners era quella sbagliata.

Alcuni giornalisti e tifosi - su tutti il buon SUPERBOMBER di Cesena In Bolgia - avevano fatto presente le tante incongruenze dei conti bianconeri, non ultimo Paolo Morelli del Resto del Carlino, tanto per citare una firma.
Morelli. E SUPERBOMBER.
Due modi di riportare le notizie, di analizzare la realtà che nel 2018 è giusto far collimare. Ma evidenziano un problema notevole, che è giusto sollevare qui e subito: ancora una volta chi doveva fare un minimo di vigilanza sull’operato di una dirigenza bianconera, è venuto a mancare o non è stato in grado di adempiere a quello scopo. Cesena Per Sempre su tutti.

Quello che sta succedendo al Cesena è frutto della palese inadeguatezza del management bianconero, ma anche di un’opinione pubblica che ha perdonato ogni dimostrazione di incapacità dei vertici bianconeri. Di incapacità e di azzardo. Basti solamente ricordare la questione della cessione dei diritti sul nome allo stadio nel 2014, venduti dal Cesena senza effettivamente averne facoltà: anche in quel caso silenzio totale, senza pensare al danno che avrebbe potuto rischiare un’azienda da sempre corretta come Orogel.

Questo è quanto rimane di cinque anni di gestione del Cesena dopo stamattina: l’incapacità e l’azzardo.
L’azzardo continuo e sistematico, per spostare sempre più in là le lancette dell’orologio del destino, in una continua guerra fredda contro chi faceva notare le incongruenze. Facendo diventare il mancato pagamento dell’IVA, la cessione di ragazzini e la solitudine societaria un anti-modello di gestione aziendale di cui pure vantarsi a più riprese. “Il calcio moderno è questo: tocca adeguarsi”. Adeguarsi. Sì. All’incompetenza.
Il “vuoto cosmico” come mantra di arroganza e predestinazione farsesca. Come se tutto fosse dovuto solo per un cognome.
E purtroppo, per un cognome conosciuto e che suscita commozione, ancora una volta la Città ha fatto finta di non vedere.

La musica stava finendo a novembre 2017.
E se la musica stava finendo a novembre 2017 vuol dire che era già finita già a giugno 2016. E che nessuno è riuscito ad avere il giusto spirito di iniziativa per porvi rimedio.
Nessuno.

Portare i libri contabili in Tribunale sarebbe il primo atto veramente dignitoso di questa sgangherata, assurda, autolesionista, arrogante e violenta - con noi di TUTTOCesena lo è stata di certo - gestione societaria.