LA LAVAGNA - 375 giorni, 18 ore e 31 minuti valgono bene un rigore

29.04.2018 09:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
Il rigore di Laribi
Il rigore di Laribi
© foto di Foto AC Cesena/Rega

375 giorni, 18 ore e 31 minuti. Questo è il tempo intercorso fra l’ultimo penalty fischiato nella scorsa serie B a favore del Cesena e quello calciato da Laribi contro il Frosinone. Quella contro i ciociari è stata una gara che fa storia a sé e che esula dalla corsa salvezza che il Cavalluccio è chiamato a fare. È stata un’occasione di riscatto dei torti subiti durante la gara d’andata ed è un ottimo spunto per fare propaganda alle Upanisad che descrivono le teorie del karma.

Probabilmente una partita migliore di questa per veder tornare un rigore assegnato al Cesena non c’era. Rigore meno solare di altri che invece non sono stati concessi. Rigore conquistato da Kupisz, vera vittima delle ingiustizie di un girone fa. Ciliegina sulla torta: il giro di campo che Beghetto (autore di un gol irregolare nel match allo Stirpe e di una penosa simulazione), con il pubblico del Manuzzi che gli ha potuto dare il proprio personalissimo saluto.

Cesena-Frosinone è stata una gara sofferta più nello spirito che sul campo. Gli ospiti hanno avuto una sola occasione nitida nel primo tempo mentre nella ripresa il palo colpito da Citro è stato un episodio isolato. Di pericoli reali non v’è stato traccia. Il Cesena invece ha mandato all’aria qualche buona occasione prima dell’intervallo. Nei secondi quarantacinque minuti, dopo la rete messa a segno, la squadra è sembrata più bloccata, non lucidissima nel gestire le possibili ripartenze. La classifica è ancora quella che è e ciò si fa sentire nella testa degli undici in campo. Se non si fosse vinto, la situazione sarebbe precipitata e divenuta drammatica. Occorre farsene una ragione, così come accaduto nel respingere le flebili sortite del Frosinone sino allo scadere dei 7 minuti di recupero.

La scelta dell’allenatore Longo di rimpinguare l’attacco inserendo Soddimo e Citro, con Dionisi e Ciano già in campo, non ha pagato. Di certo, la difesa del Cesena non può prescindere da uno Scognamiglio mai visto così in forma dal suo arrivo in Romagna. Cesena-Frosinone è stata inoltre la partita che ha chiuso un aprile dal rendimento dignitoso. Nel corso di questo mese, i ragazzi di Castori hanno raccolto 8 punti in 5 partite. Una sola sconfitta (immeritata) arrivata contro la capolista Empoli, ora in serie A, che poteva essere messa in conto. Due vittorie in casa (contro Virtus Entella e Frosinone) e due pareggi lontano dal Manuzzi, su campi notoriamente ostici (Salerno e Brescia). Se la classifica è ancora così pericolante le colpe sono da ricercare nel pessimo mese di marzo. Le sconfitte contro Foggia (per come si era incanalata la gara) e Novara (per aver concesso 3 punti ad una diretta concorrente) sono peccati imperdonabili, non certo agevolati dai due pareggi casalinghi contro Pro Vercelli e Carpi, avversari contro i quali era lecito aspettarsi di più. Ora mancano 4 incontri ed ogni scenario è tuttora ipotizzabile. Ci sono squadre con il morale sotto i piedi che non sono riuscite ad invertire un trend pericoloso ed altre che invece, come il Cesena, continuano a marciare a piccoli passi. Per questo, di qui in avanti i due imperativi categorici saranno non demordere e mantenere i nervi saldi.