Una passione tra calcio e sementi

“Ho letto che ad Avellino c'erano cinque tifosi del Cesena. Non è vero, erano sette. C'eravamo anche io e mia moglie”. Ci tiene a precisarlo Mauro Urbini, da qualche mese nuovo vice-presidente e membro del Cda bianconero, nonché titolare dell'Anseme Spa. Cresciuto a “calcio e sementi” ricorda ancora il giorno della sua prima partita alla Fiorita, come pure il primo giorno di lavoro nell'azienda sementiera di famiglia.
Come è nata la sua grande passione per i colori bianconeri?
Sono tifoso del Cesena da quando facevo la quinta elementare e mio babbo Mario mi portò allo stadio in tribuna laterale per vedere Cesena-Genoa (24 settembre 1972). Era l'anno di Radice e della prima promozione in serie A. Dal campionato seguente iniziai ad andare alla partita da solo (oggi per un bambino sarebbe impensabile) con i miei amici delle Vigne e ci mettevamo in curva dove c'erano le Brigate Bianconere.
Oggi è a capo della Anseme Spa, che attività svolgete?
L'Anseme fu fondata nel 1952, nel 1977 mio padre entrò come socio e dal 1988 è stata rilevata interamente dalla mia famiglia. Iniziai a lavorare in azienda l'11 luglio 1977, a quindici anni durante le vacanze scolastiche (frequentavo ragioneria). Oggi abbiamo due stabilimenti, uno a Cesena dove ha sede anche la direzione, e uno più grande a Forlì, impiegando un centinaio di persone. A livello locale siamo poco noti perché lavoriamo per l'85% con l'estero, dall'India alla Cina, dal Giappone alla Corea, da dove ci chiedono sementi che noi facciamo produrre da agricoltori che vanno da Rovigo a Bari, assistiti dai nostri agronomi. Poi noi lavoriamo il prodotto grezzo e lo rivendiamo ai nostri clienti.
Come è maturato il suo ingresso nel Cesena Calcio?
Quando quest'inverno lessi che Giorgio Lugaresi stava cercando di coinvolgere gli imprenditori locali per salvare il Cesena, sperai che non mi chiamasse perché sapevo che non avrei detto di no. Infatti arrivò la sua telefonata e mi presentai alla riunione in Comune. A febbraio intervenni a titolo personale e poi come Anseme.
Nell'ambiente bianconero Lei era già conosciuto e attivo all'interno del forum di tifosi Cesenainbolgia.
Vivo il calcio come un momento di aggregazione, infatti non sono mai andato alla partita da solo. Per me che sono spesso fuori per lavoro, Cesenainbolgia è stato un modo per avere sempre notizie del Cesena che all'estero non avrei potuto trovare. Il forum mi ha poi consentito di approfondire il mio essere tifoso, affrontando e discutendo – grazie alla mia esperienza professionale - temi come quelli sul bilancio societario.
Ci può spiegare perché nel forum ha scelto come nick name “Rubiconjeep"?
È il nome della mia auto, perché oltre al calcio ho la passione per i fuoristrada e in passato ho partecipato anche ad alcune manifestazioni con il Romagna Team, come la Cervia-Forte dei Marmi.
Come riesce a conciliare i suoi impegni di lavoro con il suo incarico di dirigente del Cesena?
A volte avrei bisogno di giornate da 48 ore, ma siamo un'azienda ben organizzata, abituata al fatto che io sia di frequente all'estero e quindi a comunicare con me anche quando sono lontano. Io comunque rimango un tifoso del Cesena, non ho ambizioni a fare carriera nel calcio. Il mio contributo nel Cesena è di tipo organizzativo, amministrativo e manageriale, non a livello sportivo.
Si è mai pentito di essere entrato nel Cesena Calcio, con tutti gli oneri e le responsabilità che comporta?
No, in società ho trovato dei galantuomini, anche se la situazione che abbiamo ereditato era disastrosa. Tra marzo e aprile abbiamo attraversato dei momenti difficili, con le banche, da una parte, che avevano chiuso i rubinetti e i fornitori, dall'altra, che avevano avviato azioni legali per avere i loro soldi. Adesso questi problemi sono alle spalle, ma la situazione rimane non facile. Da qui alla prossima iscrizione a giugno 2014 servono 7-8 milioni che dovranno arrivare dal mercato, da ulteriori risparmi, da qualche forma di finanziamento o mutuo. Il problema non è un milione in più o in meno, ma è importante la ritrovata fiducia di tutto l'ambiente che ci ha consentito di rimettere in moto la macchina societaria.