Un giovane al servizio dei giovani

Da quest’anno il Cesena ha un nuovo segretario per il settore giovanile. È Filippo Biondi, 25 anni di Cesena, laureando in Economia e Commercio. Un giovane al servizio dei giovani.
Buongiorno Biondi, come è diventato segretario del settore giovanile?
Questa estate quando ho saputo che il Cesena cercava un segretario per il settore giovanile, dopo che Marco Valentini era passato in prima squadra, mi sono proposto. Ho sostenuto un colloquio con il presidente del settore giovanile, Lorenzo Lelli, e lo stesso Valentini. Da luglio dello scorso anno mi è stato affidato l’incarico. Il fatto che abbiano scelto una persona giovane come me, significa che il Cesena ha puntato su una figura da crescere fino a farla diventare autonoma nel corso degli anni.
Con quale bagaglio di esperienza è arrivato al Cesena?
Ho iniziato alla Virtus Cesena come allenatore di calcio e aiutando la segreteria nell’organizzazione della Polisportiva. Avevo inoltre lavorato all’organizzazione dell’Adidas Camp a Cesenatico.
Il salto non è stato da poco…
Passare da una realtà dilettantistica, come la Virtus, ad una professionistica come il Cesena, significa cambiare tante cose, ma per questo sono importanti e preziosi il supporto e il confronto quotidiani che ho con Valentini. Oltre a lui mi rapporto naturalmente con il presidente Lelli e con il responsabile del settore, Gigi Piangerelli.
Quali sono i suoi compiti di segretario?
Oltre agli aspetti normativi e relativi al tesseramento, seguo tutta la parte organizzativa che riguarda il settore giovanile, dalle trasferte alle navette dei pulmini, dalle visite mediche all’abbonamento all’autobus, dalla scuola al convitto e alla sistemazione per i ragazzi che vengono da fuori. Poi settimanalmente, come segreteria, ci occupiamo delle elaborazioni statistiche delle partite di tutte le nostre squadre e del monitoraggio della situazione disciplinare dei nostri giocatori. Nel mio lavoro di segreteria posso contare sull’aiuto di Raffaele Rodoquino, la memoria storica del settore giovanile del Cesena, e sulla collaborazione di Gianluca Valdinoci.
Come ha vissuto l’impatto all’interno di una società, impegnata in un immane sforzo di risanamento economico, con tutte le problematiche che ne conseguono?
Risentiamo della gestione sbagliata degli anni precedenti. Comunque per me è importante che non ci sia confusione nei ruoli all’interno della società. Per quel mi riguarda sono chiari i riferimenti con il presidente e il responsabile del settore giovanile, come con il segretario della prima squadra.
A 25 anni è quasi coetaneo dei ragazzi delle formazioni giovanili. Che rapporto ha con loro?
Il rapporto con i ragazzi è normale, pur nel rispetto dei ruoli. Comunque essendo anche io giovane è sicuramente improntato al dialogo perché magari alcune situazioni e dinamiche le capisco, mettendomi nei loro panni.
Come riesce a conciliare il suo lavoro con gli studi universitari?
Il lavoro mi porta via molto tempo, tutto il giorno in ufficio e poi il cellulare è praticamente attivo 24 ore su 24. Però è un lavoro che mi piace molto. Adesso sono al primo anno di questa nuova esperienza, ma spero di andare avanti su questa strada.
Prima di entrare nei quadri societari, come seguiva il Cesena?
Sin da bambino sono stato un appassionato del Cesena, come da tradizione della mia famiglia. Mio babbo è un abbonato storico e da piccolo mi portava con lui allo stadio. Il primo ricordo che ho è di una trasferta a Venezia in traghetto e poi il gol di Dario Hubner.
A proposito di tradizione familiare, che effetto le fa lavorare con suo zio Roberto Biondi, storico e apprezzato talent scout del settore giovanile del Cesena?
Ho sempre seguito il suo lavoro e adesso che lavoriamo insieme ci confrontiamo spesso sulle varie questioni, anche se i nostri ruoli sono diversi: io sto in ufficio, mentre lui è sempre in giro a cercare i nuovi Ambrosini e Giaccherini.