Vicesindaco Castorri: "Nuova proprietà? Comunque vada noi faremo la nostra parte"

Non è importante quando si chiuderà la trattativa ma che, nel caso, chi acquisirà la squadra, abbia come unici obiettivi il bene del Cesena e far felici i tifosi".
24.08.2021 19:01 di  Stefano Severi   vedi letture
Vicesindaco Castorri: "Nuova proprietà? Comunque vada noi faremo la nostra parte"

Due chiacchiere con il vicesindaco Christian Castorri, elemento di continuità tra vecchia e nuova Giunta, con delega allo sport, e figura politica che più di tutte si è spesa come garante per la città e per la Romagna nei confronti del Cesena FC.

Finalmente domenica sera si è passati al calcio giocato, perché ormai la telenovela relativa alla possibile cessione di quote societarie era diventata di fatto un teatro dell’assurdo. Lei ha già avuto modo di criticare la troppa attenzione rivolta a qualcosa “che ancora pare non essere maturo” e che comunque a livello societario era nota da tempo. Perché allora questo interesse ad accelerare, almeno dal punto di vista mediatico, la questione? Non ridurrei il tutto ad un tema “mediatico”. Quella attuale è una società seria, che vuole bene al Cesena e che ha dimostrato, fin da subito, di privilegiare la sostanza ed il lavoro, rispetto al piano mediatico. Tuttavia la vicenda dell’eventuale cessione, nel periodo estivo, aveva preso il sopravvento rispetto ai temi di campo. E non è giusto perché personalmente sono sempre stato convinto che non giovi mai “avvicinare” le operazioni societarie a quelle di mercato e di campo. Vale sempre, ma ancor più quando una società è sana, come il Cesena attuale. Non dimentichiamoci che domenica ci sarà la prima di campionato e, al netto di qualsiasi dinamica societaria, l’obiettivo primario sul quale concentrarsi deve essere quello di migliorare il piazzamento dello scorso anno.

Il Comune è necessariamente parte in causa, non solo per mera responsabilità sociale, bensì per i tanti crediti, politici, sportivi ed economici, concessi al Cesena sia prima che dopo il fallimento. Con che spirito segue questa trattativa? Riesce a seguirla da vicino? La trattativa la deve fare la società, su questo non c’è dubbio alcuno. Il compito dell’Amministrazione comunale è quello di assicurarsi che chi vuole gestire un qualsiasi patrimonio della nostra città, lo faccia con serietà e convinzione, attraverso un percorso che porti beneficio a tutti. E, poiché il Cesena calcio è una parte importante della nostra identità di comunità ed all’interno del settore sportivo di riferimento, deve essere anche garantita la voglia di riportare in città palcoscenici importanti. 

Nonostante l’atteggiamento snob di una parte di tifosi, alquanto provinciali, il Cesena FC ha ereditato la bellissima esperienza del Romagna Centro Martorano, una associazione sportiva dilettantistica che con programmazione e investimenti su giovani e infrastrutture era riuscita ad arrivare da zero alla D. Ora l’holding ha liquidato le quote dell’Asd, di fatto rompendo i legami col passato: dal suo punto di vista è un bene, per le possibilità di investimento future, o un male (perdita di identità)? Messa così, la questione mi pare posta in modo fin troppo drastico. Si tratta di una lettura che non rende merito né al Romagna Centro Martorano – che nella fase di assoluta emergenza mise a disposizione tutto il suo patrimonio umano, sportivo e di valori per l’operazione di rinascita del calcio di massimo livello a Cesena -, né alla società attuale che, lo ricordiamo tutti, nell’estate del 2018 si assunse un onere che avrebbe fatto tremare ai polsi a tanti. L’importante è che quei valori umani, sportivi, di legame con la nostra comunità siano sempre in campo, oggi come allora. Punto. 

Restiamo in tema associazionismo: è pur vero che il Cesena è stato fatto fallire da una dirigenza interamente cesenate, ma non crede che una realtà così importante debba mantenere un forte legame con il territorio ed essere aperta al contributo, economico, morale e sportivo, dei suoi tifosi? Sarebbe bello. Sono convinto che una dirigenza legata al territorio possa rappresentare un valore aggiunto per tanti motivi. Uno su tutti, la piena consapevolezza dell’importanza che ricopre la squadra per la città e per tutti i suoi tifosi. Sono altresì convinto che la nostra piazza abbia la possibilità di attrarre di interesse dall’esterno e mantenere un legame forte con il territorio. Il Cesena è la nazionale di calcio della Romagna, lo sappiamo tutti.

Tra i soci che più si esprimono a favore della cessione delle quote rimbalza il seguente ritornello: per fare un salto di qualità serve investire almeno un ulteriore milione di euro l’anno per il mercato e l’holding, così come è composta oggi, non riesce a garantire questa cifra. Eppure il tessuto economico di Cesena è tutt’altro che povero… Credo che gli attuali soci abbiano dimostrato e stiano dimostrando ogni giorno la volontà di impegnarsi al massimo per la squadra di calcio della nostra città. Troppo spesso leggo critiche ingenerose verso un gruppo di persone e di aziende che – non dimentichiamocelo mai – sono quelle che ci hanno permesso di ripartire il giorno dopo il fallimento. E – aggiungo – ci hanno permesso di ripartire in modo serio e credibile. La gestione di una squadra di calcio è, oggettivamente, onerosa. Per questo credo sia comprensibile, serio e sensato che i soci, come hanno fatto fino ad oggi, investano ciò che è nelle possibilità di ciascuno. Potrebbero fare di più? Io credo che dobbiamo convincerci che vada dato per scontato l’impegno di nessuno. Anzi, dovremmo essere bravi a valorizzare il loro impegno economico, perché costituisce le fondamenta di ogni eventuale nuovo progetto sportivo. Sulle fondamenta ben fatte, poi è più semplice costruire.

L’ingresso di una finanziaria, per di più straniera, aprirebbe una serie di interrogativi sia pratici che morali. Chi garantirà che la nuova società operi sempre nel rispetto dei valori che contraddistinguono questa squadra e questo territorio? Come si otterrà trasparenza anche sui fondi eventualmente investiti nel Cesena? Sono abituato a pensare positivo. Per questo tendo a valutare che chi si avvicina allo sport della nostra città debba conoscerne i principi e non debba mai sottovalutarne i valori. E non ho dubbi che l’approfondimento della società attuale rispetto alle manifestazioni di interesse ricevute, ponga al centro proprio queste esigenze. Anche l’Amministrazione comunale, per quelle che saranno le proprie possibilità, farà la propria parte. Da amministratori della Città di Cesena non siamo scappati nel 2018, quando il Cesena calcio fallì e non scapperemo certamente oggi, che abbiamo ancor più chiari i valori e l’importanza del calcio per la nostra città.

Ok, stiamo andando avanti, troppo avanti: per lei, caro vicesindaco, che probabilità ci sono che questa trattativa vada in porto, e soprattutto, quante che si concluda entro il 2021? Non è importante quando si chiuderà la trattativa ma che, nel caso, chi acquisirà la squadra, abbia come unici obiettivi il bene del Cesena e far felici i tifosi. Delle trattative credo sia importante guardare il risultato finale. Quello che sta in mezzo, è tutto relativo.

Una battuta la dedichiamo alla riapertura degli stadi: l’Italia, insieme alla Germania, è forse l’unica realtà europea che ancora si muove con i piedi di piombo in materia. Però abbiamo già visto che – e non parlo di Cesena – gli schemi sono subito saltati: niente disposizione a scacchiera, niente mascherine e niente distanziamento. Che senso ha andare avanti così? Fino a quando le società dovranno sopportare costi straordinari senza adeguati ritorni economici? Il problema è molto complesso. Non è solo una questione di società sportive ma di sistema. Muoversi con cautela è essenziale, soprattutto se pensiamo che non siamo ancora fuori dalla pandemia. I grandi stadi, anche a restrizioni Covid in atto, mobilitano migliaia di persone e noi non dobbiamo mai dimenticarci l’impatto terrificante che ha avuto la partita Atalanta-Valencia dello scorso anno. Decreti e protocolli dovrebbero sempre essere accompagnati da buon senso e giudizio da parte delle persone. Purtroppo ciò non sempre accade. Tuttavia credo che sia importante attivare modalità innovative di coinvolgimento dei tifosi. Credo molto nell’opportunità abbonamenti per un numero di partite limitate, così come ha proposto la società. In un momento straordinario, diventa fondamentale agire in modo straordinario.

Chiosa dedicata ad un argomento spinoso per i tifosi, che si sono recentemente visti imbrattare murales artistici e celebrativi (e non solo quelli) da famigerati adesivi “Romagnoli popolo eletto”. Si tratta di un problema di decoro anche (ma non solo) per il Comune di Cesena: avete in mente soluzioni al riguardo? Prima di tutto si tratta di un problema di educazione e di senso civico. Gli stessi che, evidentemente mancano entrambi in chi si è divertito ad attaccare gli adesivi, deturpando parti della nostra città. In questi casi si deve agire con fermezza e chi dovesse risultare responsabile, va punito, applicando il massimo delle sanzioni previste dalle norme vigenti.