L’ALLENATORE DEI (MIEI) SOGNI

La pressione della piazza, la fame dei giocatori, il politicamente corretto, le Caporetto da evitare: ecco cosa dovrebbe (subito) dire il nuovo condottiero del Cavalluccio…
19.05.2022 10:25 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
L’ALLENATORE DEI (MIEI) SOGNI

La Romagna si tingerà di… Toscano?

Chissà.

Nell’attesa di scoprirlo, ecco i 4 virgolettati che mi piacerebbe sentire uscire (magari già nella conferenza stampa di presentazione…) dalla boccuccia del nuovo allenatore del Cesena.

Basta con questa madornale cazzata della pressione a Cesena! La pressione vera, quella che ti rosicchia il cervello e che ti fa cagare addosso dalla paura, è in altre piazze del Profondo Sud. Non certo a Cesena. Se a Cesena ci fosse la pressione, gli ‘eroi’ bianconeri che hanno beccato tre pappine dal Monopoli, lo scorso 12 maggio non sarebbero tornati a casa sulle proprie gambe. In passato, in certe piazze del Profondo Sud, io ho visto cose che voi umani non potreste neppure immaginare. Croci in campo comprese. E vogliamo parlare dei mass media? A Cesena avete solo 2 giornali, 2 televisioni, 3-4  siti internet e 1 radio. Io ho lavorato in una piazza dove, a seguire le gesta della mia squadra, c’erano 62 testate diverse. Ses-san-ta-du-e. Peraltro tutte cattivissime. Mica come qui a Cesena. Dove mi hanno detto che troppe volte le critiche sono alla camomilla…

Io non guardo la carta d’identità o il curriculum dei miei giocatori. Se ho a disposizione un centrocampista che si è fatto 15 anni tra A e B ma che ora fa fatica a fare anche uno scatto di 10 metri, non lo faccio giocare. Molto meglio allora affidarsi a un giovane con in corpo tanta fame che magari arriva dal vivaio di casa. Nel 1982 in Spagna abbiamo vinto il campionato del Mondo con un terzino diciottenne (Bergomi, ndr) ed ora non facciamo giocare titolare un baby centrocampista in terza serie (Berti, ndr)? Signori, stiamo parlando di Serie C. Mica della Champions League…

Il politicamente corretto mi ha frantumato i coglioni. Dunque ve lo dico già. Tra un centrale difensivo da 6 che tutte le mattine va a messa e un centrale difensivo da 7 che ogni partita vomita sul terreno di gioco 100 bestemmie, io scelgo tutta la vita il secondo. Se in squadra ho un mediano-fabbro leghista che fa 150 falli a match ma che poi mi tiene a bada il fantasista avversario che arriva da Gela, io chiudo un occhio. Se un arbitro donna italo-senegalese non mi concede un rigore solare al 90', io quella donna la infamo comunque. Io non sono mica un prete, un bacchettone, un falso moralista, un insegnante di bon ton, tantomeno un paladino dell’inclusività o delle minoranze ad ogni costo. Io sono solo un allenatore che vuole riportare il Cesena in Serie B. Costi quel che costi. Perché so bene che il popolo bianconero ne ha le palle piene di questa merda di Serie C. Dei derby con l’Imolese. Dei play-off a 28 squadre. Di Eleven Sports…

Non so dove arriverà questa squadra. Ma vi faccio già una promessa: questo Cesena, quattro gol a Montevarchi, con me in panca non li prenderà mai. Se dovessi andare incontro a una Caporetto del genere, ve lo giuro, mi cospargo il capo e il petto di letame in diretta tv. E per farmi perdonare pago pure pizza e birra media a tutti i tifosi. Anche se, mi hanno detto, a Cesena di solito le birre medie ai tifosi le pagano gli Americani…