Rigoni senza tanti giri di parole: “Non avverto alcuna pressione. Sono del Monza ma voglio rimanere a Cesena”

Il centrocampista ripercorre la sua carriera e annuncia il suo imminente ritorno in campo, dopo l’ultimo infortunio: “Ci sarò contro la Reggiana!”
11.03.2022 11:00 di  Giacomo Giunchi   vedi letture
Rigoni senza tanti giri di parole: “Non avverto alcuna pressione. Sono del Monza ma voglio rimanere a Cesena”
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Dopo l’intervista della scorsa settimana a Simone Missiroli, la palla passa ad un altro grande profilo del Cesena, al momento però anch’egli infortunato; Nicola Rigoni. Il centrocampista classe ’90, in prestito secco dal Monza, proseguirà la sua avventura in Romagna anche dopo il termine di questa stagione? Ci penserà il buon Nicola a toglierci questa e tante altre curiosità sul suo passato, presente e futuro, che potrebbe essere clamorosamente nel campo dei mangimi per animali

Rigoni, anche lei come Missiroli è al momento indisponibile per infortunio. Come procede con il recupero? 
“Sono in ripresa, in questi giorni sto aumentando l’intensità degli allenamenti e vediamo come risponderà il mio corpo. L’obiettivo è rientrare il prima possibile, ovviamente però senza rincorrere ulteriori rischi”.

Quando la rivedremo in campo?
“Penso che salterò le due prossime partite. Proverò a tornare in gruppo per la partita contro la Reggiana”.

Non è la prima volta che ha qualche problema di troppo con gli infortuni…
“Sì, ho sempre avuto qualche infortunio, anche nelle passate stagioni. Purtroppo capita, non so darmi una spiegazione, perché sto sempre attento nel cercare di prevenirli. Però da come risulta anche questo non è un infortunio muscolare bensì posturale”.

Torniamo indietro nel tempo, precisamente all’estate 2015, quando il Chievo decise di puntare su Rigoni. Che soddisfazione fu per lei, dopo tanta gavetta in B, essere riuscito finalmente a guadagnarsi il posto in pianta stabile in Serie A?
“Quell’anno è stata una cosa improvvisa, perché in quel ritiro dovevo andare ancora via in prestito, ero nella lista dei partenti. Però qualche infortunio di qualche giocatore in prima squadra ha fatto sì che il mio trasferimento fosse rinviato di settimana in settimana, finché siamo arrivati alla prima giornata di campionato, nella quale sono sceso in campo e da lì sono rimasto al Chievo in Serie A per quattro anni”.

Curiosità mia. Parliamo di quella mezza pazza stagione al Palermo nel 2010/11, dal gol in Europa League alle appena quattro presenze in Serie A. Cosa ci dice a riguardo?
“In estate partii in ritiro con il Palermo come giovane della rosa; mi confermarono per la prima parte di stagione, dove ho giocato prevalentemente in Europa League, perché in campionato si dava spazio ai giocatori più esperti, essendo la salvezza l’obiettivo principale del club. Feci più presenze in Europa League che in campionato (ride, ndr).

Passando all’estate 2019, cosa la spinse maggiormente a fare questo “doppio downgrade” in Serie C, al Monza?
“Nella precedente annata giocai quasi sempre da titolare col Chievo ma retrocedemmo. Si percepiva che a fine anno ci sarebbe stato un ridimensionamento…”

La interrompo: stava già ad avvertire i primi segnali del futuro fallimento della società clivense?
“No, anzi, appena finito il campionato la società mi voleva nel loro progetto in B, ma durante l’estate arrivò la chiamata del Monza, un club con grandi ambizioni e desideroso di fare il doppio salto di categoria. La proprietà di questo club mi ha fatto cogliere al volo questa opportunità”.

Ad oggi ha rimpianti di quella scelta?
“Ho dei rimpianti perché non è andata come speravo. Sono stato valutato unicamente nella famosa mezza annata del Covid. A posteriori ti dico che stavo meglio al Chievo per come è andata, è quello il mio rammarico più grande. Ho accettato di scendere di due categorie solo per il Monza, ma per come è andata dispiace molto. Hanno fatto la scelta di mettermi fuori dal progetto dopo il primo anno, ma il calcio è così, lo accetto”.

Cosa non ha funzionato la scorsa stagione?
“La prima annata al Monza fu anomala, ci fermammo a febbraio e ci dissero che avevamo vinto il campionato. A luglio siamo ripartiti nella preparazione con la rosa precedente, però dopo un mese mi sono ritrovato a non essere più nei piani dell’allenatore. Ci rimasi male perché c’erano tutte le tempistiche per parlarne. Per una scelta mia decisi di non partire in estate sperando di riguadagnarmi la fiducia del mister, che però mi ha messo definitivamente ai margini dell’organico”.

Passiamo all’approdo al Cesena. Cosa vuole dimostrare in questa sua avventura in bianconero?
“Voglio dimostrare che posso dire ancora la mia anche in categorie superiori”.

Ad oggi ci sta riuscendo? In che percentuale si è visto il vero Rigoni qui a Cesena?
“Non saprei perché ogni categoria ha le proprie difficoltà. Diciamo che in questo periodo speravo di raggiungere la massima forma, ma questo infortunio in queste ultime settimane mi ha un po’ limitato. Spero di concludere la stagione in crescendo, dando il maggior contributo possibile alla squadra”.

Lei e Missiroli non avvertite un po’ troppo la pressione addosso visti i vostri grandi curriculum?
“Io sinceramente non leggo giornali o simili. È giusto che io abbia le mie pressioni, però sinceramente do poco peso alle critiche e agli elogi. Nel calcio si passa da una cosa all’altra nel giro di una settimana. Se un giocatore va dietro a tutto ciò perde le energie mentali. Però in conclusione ti posso dire che non sento particolarmente la pressione addosso”.

Nella sua ultima da titolare contro il Modena, lei come la squadra in generale, non ha particolarmente brillato. Anche a Pontedera è sceso in campo un brutto Cesena. Secondo lei a cosa sono dovuti questi bruschi cali?
“Pontedera è stata l’ultima gara di un lungo ciclo di partite ravvicinate. In questa parte di campionato abbiamo avuto diverse problematiche legate agli infortuni, ancora oggi abbiamo tanti giocatori fermi ai box che non possono garantire ricambi. Steccare una partita dopo tutti questi impegni ravvicinati è anche fisiologico”.

Nonostante ciò il Cesena è ancora terzo. Riuscirete ad agguantare questo obiettivo? È alla vostra portata?
“Penso che attualmente è un obiettivo alla nostra portata; l’abbiamo dimostrato durante la stagione. Siamo quasi sempre stati in terza posizione: ora dobbiamo mantenerla a tutti i costi per poter giocarci al meglio i playoff”.

Lei è in prestito secco, e a fine stagione il suo contratto scadrà. Quali sono le sue intenzioni in vista della prossima annata?
“Io ho ancora un contratto col Monza, che si rinnoverà a determinati obiettivi del club. Io però ad oggi non faccio più parte del progetto tecnico del Monza, quindi molto probabilmente a luglio sarò ancora sulla lista dei partenti. Se ci fosse la possibilità mi piacerebbe rimanere a Cesena, poi è chiaro che le decisioni non spettano solo a me ma anche alle società. Però se ci sarà l’occasione di rimanere anche il prossimo anno, sicuramente ci sarà la massima apertura da parte mia. Questo è un ambiente in cui sia io che la mia famiglia ci troviamo bene. Mi piace la passione e la pressione intorno a questa squadra”.

Adesso dove si trova meglio in campo?
“Negli anni alternavo la mezzala al mediano, ma il mio ruolo preferito in questi ultimi anni è quest’ultimo. È un ruolo che mi piace e che mi sta facendo rendere al meglio”.

Rigoni, ha già qualche idea o progetto per il post carriera?
“Sono sincero, ancora no. Al momento non ho ancora pensato al mio futuro, se sarà all’interno del calcio o meno. Spero di fare ancora un paio d’anni e poi vedremo dove potrò essere indirizzato”.

Nel caso c’è sempre la ditta di mangimi dei suoi genitori pronta ad aspettarla…
“Sì, i miei genitori hanno una ditta di mangimi (ride, ndr). È in provincia di Vicenza, l’hanno aperta quasi trent’anni fa, hanno creato una piccola realtà nel loro settore partendo da zero”.