ADDIO, CARO VECCHIO TOTOCALCIO Cesena-Milan? 1 fisso

Il leggendario gioco che ha appassionato l’Italia si rifà il look. Ed allora tornano alla mente tante storie di vita vissuta. E quel ‘famoso’ 13 mancato per un soffio nel 1990…
08.12.2021 12:05 di Flavio Bertozzi   vedi letture
ADDIO, CARO VECCHIO TOTOCALCIO Cesena-Milan? 1 fisso

Mi hanno tolto le ragazze Cin Cin. Mi hanno tolto il Festivalbar. Mi hanno tolto Mai dire Gol. Mi hanno tolto il Calippo Fizz. Mi hanno tolto le scatoline (con la sorpresa) del Mulino Bianco. Mi hanno tolto il Mesibisco di San Mauro Mare. Mi hanno tolto Ivan Graziani. Mi hanno tolto la romagnolità contagiosa di Edmeo Lugaresi. Mi hanno tolto la cabina telefonica sotto casa. Mi hanno tolto le (grandi) tette dell’Alessia Marcuzzi. Mi hanno tolto Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Mi hanno tolto i REM. Mi hanno tolto il Luna Park di Gatteo a Mare. Mi hanno tolto gli ingressi selvaggi al Gran Premio di Monza. Mi hanno tolto il Paradiso di Covignano. Mi hanno tolto la One o One della San Pellegrino. Mi hanno tolto la gioia di fumarmi una sigaretta in un ristorante, al chiuso. Mi hanno tolto le vasche in auto sul lungomare di Riccione. Mi hanno tolto Lune dì Sport di Gherardo Resta. Mi hanno tolto il Bianco e Nero d’Autore di Luciano Poggi. Mi hanno tolto i baffi di Walter Nicoletti. Mi hanno tolto il caro vecchio olio di palma. Mi hanno tolto gli assembramenti al Bar del Corso. Mi hanno tolto De Feudis Capitano. Mi hanno tolto i cibi pieni di colesterolo cattivissimo. Mi hanno tolto gli striscioni politicamente scorretti. Mi hanno tolto Diego Armando Maradona. Mi hanno tolto gli abbracci al gusto di sudore condiviso. Mi hanno tolto la voglia di andare al cinema. Mi hanno tolto Valentino Rossi. Mi hanno tolto Frank Williams. Mi hanno tolto le (belle) canzoni del Blasco. Mi hanno tolto la libertà, la dignità, la leggerezza dei giorni migliori, il sorriso. Adesso, come se non bastasse, hanno deciso di togliermi anche la cara vecchia schedina del Totocalcio. Sì, mannaggia: anche la cara vecchia schedina del Totocalcio se ne va in soffitta. Per sempre. Nei giorni scorsi è stato infatti pubblicato il nuovo regolamento del leggendario gioco che ha appassionato tutti gli amanti (ma non soltanto…) del mondo della pedata: d’ora in poi niente più classico 13, ma un prodotto – sigh – più ‘fresco’, un prodotto più facilmente vendibile, un prodotto che strizza gli occhi ai più giovani. A quegli stessi giovani che, magari, di calcio non capiscono un emerito cazzo. A quei giovani che non hanno fatto in tempo ad innamorarsi (anche) di Paolo Valenti, di Tonino Carino da Ascoli, di Giorgio Bubba da Genova, di Luigi Necco da Napoli, di Bruno Bolchi, di Carletto Mazzone, di Pietro Paolo Virdis, di Pasquale Bruno, di Agatino Cuttone, del Condor, del Bisonte. Sono triste soltanto io per questa ‘roba’? Non credo, non credo proprio. Visto che, con la fine definitiva del vecchio Totocalcio, morirà una parte di tutti quegli italiani che – almeno una volta – hanno sognato quel ‘famoso’ tredici miliardario (o milionario) che avrebbe fatto svoltare la loro vita. Per sempre. Definitivamente. Aneddoti personali legati al Totocalcio? Ve ne potrei raccontare a bizzeffe. Anche se, probabilmente, ne basta soltanto uno per farvi comprendere il mio disagio interiore. Stagione 1990-91. Seconda giornata di Serie A, mi pare. Io ero ancora un ragazzino, tredici anni o giù di lì. La mia schedina, al termine di quella domenica pallonara, ‘diceva’ 12. Le avevo prese tutte, le partite di quella domenica di metà settembre. Tutte, sì. Tutte tranne una: quella del povero Cesena di Calcaterra e Barcella, sconfitto di misura al Manuzzi dal ricchissimo Milan di Gullit e Van Basten. Sì, avevo sbagliato proprio la partita più ‘facile’. No, niente segno X. Per quel Cesena-Milan io avevo messo 1 fisso. Perché nel caro ‘vecchio’ Totocalcio degli anni (anche) novanta, il cuore, contava ancora. Mica come adesso.

PS: Quelli che… nostalgia… nostalgia… canaglia. Di una casa. Di un amico. Di un bar. Di un paese che sogna e che sbaglia. Ma se chiedi poi tutto di dà