Il Cesena fallito all’appello

Oggi il processo d’Appello per le plusvalenze: il Cesena condannato in primo grado, il Chievo al primo giudizio spalleggiato dal pool dei ‘bocconiani’. E intanto ecco lo sfogo del padre di Varano
12.09.2018 08:00 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Federico Varano
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Federico Varano
© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Ancora un giudizio, questo pomeriggio: il Tribunale sportivo della Figc torna a parlare bianconero.
Nonostante sia fallita il 10 agosto scorso AC Cesena spa fece in tempo a presentare istanza di ricorso alla Corte Federale d’Appello contro la sentenza di primo grado che lo scorso 25 giugno inflisse alla Società bianconera 15 punti di penalizzazione per le plusvalenze fittizie che secondo il la Procura Federale avrebbero garantito alla Società l’iscrizione al campionato di serie B per le stagioni 2016-17 e 2017-18 altrimenti impossibili: la posizione del Cesena dovrebbe essere stralciata in quanto fallita la Società, ma pende ancora la volontà dell’Entella, che chiede che quei 15 punti comminati al Cesena vengano scontati nella stagione scorsa, condannando i bianconeri ad una karmica retrocessione postuma e riaprendo in termini giuridici la partita per la B a 22 squadre chiusa ieri dall Collegio di Garanzia Coni.
Inoltre la Corte valuterà la posizione del Chievo per problematiche simili. La sentenza arriverà probabilmente nei primi giorni della prossima settimana.
Il Chievo si è affidato per le relazioni difensive al cavalier Angelo Provasoli – già rettore della Bocconi, presidente di Rcs e presidente del collegio sindacale di Banca d’Italia e Cassa Depositi e Prestiti – e del suo socio in Partners spa professor Pietro Mazzola. La posizione del Chievo, che non è stato processato in primo grado per un geniale vizio di forma eccepito dall’avvocato di Campedelli è comunque più leggera di quella del Cesena: in serie A il parametro P/A non è un indicatore per l’iscrizione al campionato.
Si ricorda che i principali dirigenti di AC Cesena spa hanno patteggiato la pena in primo grado.
Su questa sentenza c’è anche l’attenzione dell’Entella

Ma perché il Cesena, se già sapeva di fallire, ha comunque presentato ricorso? Essenzialmente perché le tesi della Procura sportiva, ovvero la reiterazione della pratica di sopravvalutazione dei calciatori più giovani per creare artifizi fiscali utili al riequilibrio del parametro P/A nel breve periodo, sono le stessa per la quale la Procura della Repubblica di Forlì si sta muovendo in sede di indagine contro il Cesena fallito. Se dovessero essere verificate anche in appello, sarebbe una sentenza ‘storica’ per il calcio, ma anche fondamentale per il destino degli ex amministratori bianconeri in sede di giustizia ordinaria.
Tuttavia ci sono alcuni punti deboli per l’accusa: da prassi la giustizia ordinaria non considera le sentenze sportive, ad esempio, ma – ed è qui il nodo principale – buona parte delle rilevazioni sono basate su valutazioni di calciatori prese dal sito Transfermarkt che non può dare valutazioni oggettive professionalmente riconosciute. Si ritorna comunque al tema: è palese che 2,5 mln per Varano – ad esempio – siano completamente folli rispetto a 1,5 mln di valutazione su Ciano e che la pratica reiterata di queste situazioni diventi sistematica.

A proposito di Varano. Il padre del calciatore, Tommaso, il 9 agosto ci ha scritto una mail dove si lamentava del modo in cui un nostro redattore scriveva della trattativa che ha portato il figlio a divenire una delle meteore delle plusvalenze esasperate del Cesena di Giorgio Lugaresi. “[...] il sarcasmo con il quale scrive ancora una volta di Federico Varano colpevole di essere stato acquistato alla cifra che lei scrive. Lei deve prendersela soltanto con la sua dirigenza, o meglio ex, che in accordo con Atalanta ed i vari ‘procuratori’ hanno dato corso all’operazione meramente di bilancio (come dimostrato nei fatti), operazione della quale le assicuro abbiamo (lui e la sua famiglia) scoperto dopo importi e finalità. Le assicuro che le sue parole non fanno nient'altro che continuare a ferire un ragazzo che vuole soltanto giocare a calcio [...]”.

Quella fu la ‘madre’ di tutte le ‘non plusvalenze’ del Cesena nel dettaglio, di cui abbiamo già parlato. Luca Valzania va all’Atalanta per 6 mln di euro. L’Atalanta gira al Cesena Koné per 3,5 mln e Varano per 2,5 mln e il giro contabile si assesta tra il 30 giugno 2015 e il 30 giugno 2016. Varano desaparecido, Koné al Frosinone promosso a gennaio 2018 per 300mila euro – anche se certi Maestri di calcio vicini alla Società di corso Sozzi parlarono di 500mila euro... –: la miseria del Cesena. Con tutta probabilità l’affaire Valzania è stato da 1 mln di euro reali.
Questa nostra segnalazione anticipò di pochi giorni l’inchiesta di Pippo Russo sulle compravendite di giovani tra Cesena e Chievo, ma già dal 2015 si segnalavano le follie in fase di mercato di una Società al completo sbando che per continuare a sopravvivere giorno per giorno a fronte di una gestione scellerata continuava ad ammassare debiti con l’Erario anche in funzione di queste plusvalenze che reali o meno gravavano comunque sulle imposte.