A TE DEG ME - Un mio amico dice che... (Parola di GPT)

29.10.2019 07:00 di  Redazione TUTTOCesena   vedi letture
A TE DEG ME - Un mio amico dice che... (Parola di GPT)
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Riceviamo e pubblichiamo da Gian Piero Travini.

Un mio amico dice che se il Cesena azzecca due vittorie consecutive, poi non lo ferma più nessuno.

Due punti in cinque giornate è una media da retrocessione.
Due punti in tre giornate è una media da salvezza molto difficile.
Ma, nonostante un calendario di ferro - vero alibi alla stagione del Cesena -, il Cesena rimane ancora al riparo dalla serie D.

E il tema, per Modesto, è questo: fino a che non c’è pericolo retrocessione, è l’allenatore del Cesena.

Prende il 40% in meno della media degli altri allenatori contattati in estate, in sede di contratto si è decurtato ulteriormente lo stipendio, ha voluto fortemente Cesena per ‘lanciare’ la sua carriera.
Lato Cesena, Modesto era la quarta-quinta opzione. E sta facendo giocare i giovani per far cassa con i bonus.

Al di là dell’atteggiamento dell’allenatore - sbagliato dal primo giorno, a partire dal “Io sono calabrese: io sono testardo” di una famosa conferenza stampa, un po’ il mantra della sua permanenza a Cesena, come l’impressione che alleni più per se stesso che non per la piazza -, conta la costruzione della squadra, comunque sbilanciata.

Ad oggi non si giustificano né gli ingaggi di Ricci e di Sabato - quest’ultimo costantemente fuori modulo -, né la risposta del reparto offensivo ad un sistema di gioco che dovrebbe essere ‘farne uno in più degli altri’: difesa insufficiente per la categoria (la conferma è la buona stagione di Ciofi - anche se in calo in questo momento -, altamente discontinuo in D), attacco che non gira, condizione non performante.
Se si aggiunge il fatto che le squadre di Modesto vanno in debito di ossigeno nella seconda parte di stagione, le previsioni non sono rosee.

La realtà è che una stagione complessiva a più di 4 mln di euro - al netto del mercato invernale -, guardando il 14esimo posto, nella più gentile delle ipotesi stride. Nella meno gentile, si è rimasti con la testa alla serie D.
Non regge nemmeno il tema: “Dobbiamo salvarci e programmare con i giovani”: lo stesso budget è spropositato per questo progetto.
Ci sono stati errori, e far finta che non siano stati commessi è un po’ come far finta che l’Umbria non conti almeno un minimo in chiave nazionale.

In società c’è dibattito. Ma con la Troika Lelli-Martini-Manuzzi, un cda allargato - che non è mai garanzia di decisioni tempestive (AC Cesena spa docet) - e un ds che propone soluzioni che non contemplano i “grandi vecchi” invocati da soci e piazza, è difficile trovare la corretta mediazione. E agire.
In serie D la porti a casa comunque. E nella passata stagione è un concetto che è stato ribadito spesso da queste colonne.
In serie C rischi grosso.
Soprattutto se fuori predichi modestia, ma nei bar la raccontavi parlando di “quasi serie B”.

Non hanno aiutato il balletto delle cifre proposte / richieste agli / dagli eroi della stagione passata Alessandro-Ricciardo.
Non hanno aiutato le incertezze del primo mercato estivo.
Poi si possono dare le colpe a parte della stampa, ma a quel punto ci sarebbero colpe anche da parte di chi si inventa cifre solo per accontentare i nuovi padroni.

Insomma.
Si fosse speso di meno, questa situazione avrebbe tutte le giustificazioni del caso, e muovere critiche sarebbe dare spazio bianco a quanto scritto.
Ma non si è speso di meno.E tocca che anche chi ci ha messo soldi e anima in via dell’Arrigoni accetti critiche, magari mettendoci la faccia anche nei momenti difficili dando certezze all’ambiente.

Quel mio amico dice che se il Cesena azzecca due vittorie consecutive, poi non lo ferma più nessuno.
Io tendo a fidarmi di lui.
A Fermo ci sarà la prima.

Forza Cesena!