Il più grande talento che abbiamo perso
Ne abbiamo già scritto e ne scriveremo certamente ancora. Elia Petrelli, giovane attaccante attualmente in forza alla Juventus, è il più grande talento sacrificato sull’altare del prima presunto e poi inesistente risanamento durante gli ultimi anni di vita di AC Cesena. Nato il giorno di Ferragosto del 2001 da famiglia residente a Savignano sul Rubicone la sua storia ha sempre avuto trame bianconere.
Dopo aver saziato gli irriducibili pensionati del Rognoni adesso sono gli addetti ai lavori di Vinovo a spellarsi le mani a ritmo di gol: messe in archivio le 36 reti in 40 presenze nell’under17, quest’anno sono già 4 le firme finite a tabellino, 3 in campionato e \ in Youth League, la Champions formato under19. Ha lo stesso rapporto partite-gol di Cristiano Ronaldo, dicono.
Da quando è a Torino ha aggiunto 4 chili di muscolatura al telaio di 188 centimetri fornito da madre natura, caratteristiche che ne fanno centravanti anche dell’Italia U19, nonostante sia sotto età. Potremmo continuare a tradurre in parole il curriculum di Petrelli ma è inutile annoiare oltre: la caratura del calciatore non è in discussione.
Non bisogna illudersi: se AC Cesena fosse oggi ancora in vita sarebbe stato molto difficile, per non dire impossibile, godersi il rendimento di questo ragazzo in prima squadra.
Troppo forte il richiamo delle grandi formazioni, troppo potente la legittima ambizione personale di un ragazzo che ha prestazioni di questo tipo per pensare di farne un simbolo del Cavalluccio. Allo stesso modo solo un miracolo fatto di relazioni e buoni uffici avrebbe consentito di trattenerlo per renderlo titolare in Serie D.
La sua cessione, passata sotto complice silenzio dei più nell’estate 2016, è stata anche citata come esempio del buon lavoro fatto dalla vecchia dirigenza. “Creiamo giocatori che richiamano le attenzioni della Juve”, “Siamo fieri di vedere valorizzati i nostri ragazzi” e via di questo passo.
Concetti veri sul piano teorico, peccato che la Juve lo abbia prelevato per 500mila euro più bonus, all'interno della più ampia operazione Schiavone.
Insomma, l’entità della valorizzazione dà misura di chi valorizza.