Cazzola: “i campionati li vincono i giocatori motivati, non i nomi”

Quattro chiacchiere con l’ex di turno, Riccardo Cazzola, sfortunato nella sua breve parentesi bianconera.
22.01.2021 20:25 di  Patrick Lavaroni   vedi letture
Cazzola: “i campionati li vincono i giocatori motivati, non i nomi”
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Riecco Riccardo Cazzola, ex bianconero nella stagione 2014-15. Ora il centrocampista, ai tempi in prestito dall’Atalanta, è un perno della Virtus Verona del ‘tuttofare’ Luigi Fresco.

Cazzola, ci faccia un bilancio di questa andata.
“Per il collettivo sicuramente positivo, abbiamo 26 punti ed è un buon bottino per una squadra che vuole salvarsi. Siamo solo a metà percorso ma visti i presupposti è stato un impatto importante. Riguardo a me lascio sempre giudicare gli altri; fisicamente sto bene, do il massimo e mi ripaga vedere ciò che sta facendo la squadra”.

Da fuori, col mister-presidente Fresco la Virtus pare una famiglia.
“Vista da dentro lo è ancora di più. La figura di Fresco che vuol essere chiamato Gigi fa sì che lo spogliatoio sia la nostra arma in più. Il risultato non è l’unica cosa che conta, la piazza non ci dà pressioni e dobbiamo essere noi bravi a porci degli step per i nostri obiettivi. Qui c’è serenità e si può concedere qualche errore ai giovani”.

Come sono i rapporti con Hellas e Chievo? C’è rivalità?
“Rivalità è un termine forte in questo caso. Le realtà sono distanti ed è difficile parlare di competizione; trent’anni fa la Virtus era in Seconda Categoria. Anche a livello di seguito non ci sono eguali tra loro e i nostri affezionati. La Virtus rappresenta un grande orgoglio perché, come dice il presidente, grazie a noi Verona è l’unica città italiana con tre squadre professionistiche. Siamo una realtà di quartiere che è arrivata in C grazie ad un miracolo costruito dal basso”.

Sembra essersi ambientato bene.
“Mi piace questa realtà, mi fanno sentire importante. Aiuto i giovani e mi sono calato bene nella parte. Sono nativo di qui e a causa della professione erano anni che non vivevo nei miei luoghi d’origine. Questa squadra mi ha permesso di continuare il mio percorso da calciatore”.

Nonostante questo formato famigliare non mancano i giocatori importanti come lei e Rachid Arma.
“Lui è un giocatore importante per la categoria. Ma è dall’anno scorso che si è creata questa nomea. Oltre a me erano arrivati Sammarco, Santacroce, Lupoli, Sirignano… a gennaio pure Bentivoglio che è ancora con noi, oltre a capitan Danti. Quest’anno a causa del contesto complicato si è puntato su giovani e debuttanti… per ora le scelte sono state impeccabili”.

Da una realtà stabile a una che non sta passando un bel momento, lei è anche un ex Livorno.
“Nell’anno in cui ho vissuto là la situazione era ancora equilibrata ma si percepiva che mancasse stabilità all’interno della società, poi tutto sfociato in quello che vediamo ora. La piazza è calda ma non è facile lavorarci in queste condizioni”.

Come state convivendo con il virus e gli stadi vuoti?
“Inizialmente è stato particolare, poi ora è purtroppo normale. Nonostante i sacrifici è una gran fortuna che in C si continui a giocare dando lavoro a tante persone. Anche il campionato sta procedendo in modo regolare ma auspichiamo un ritorno alla normalità: un calciatore senza un tifoso vale poco”.

Un Manuzzi vuoto può essere un vantaggio per voi?
“Ho avuto la fortuna di vivere la piazza cesenate. L’assenza del pubblico può essere un vantaggio per gli ospiti. Avere tutte quelle persone che spingono dà una marcia in più, soprattutto ora che il Cesena sta facendo qualcosa di importante. La partita resta difficile”.

Si aspettava un rendimento simile da parte del Cesena?
“No, assolutamente. La griglia delle favorite aveva altri nomi. Ciò dimostra come i campionati non li vincano i nomi e le carriere ma i giocatori motivati. Il Cesena ne ha, c’è il giusto mix tra esperti come Ardizzone, Steffè, Ricci… e giovani che cercano uno spazio importante”.

In base alla sua posizione in campo a chi dovrà stare attento domenica?
“Abbiamo visto diversi video. Nella mia zona di destra ci sono Steffè e Favale ma non sono concentrato sul singolo. Bisogna tenere d’occhio una squadra veramente organizzata che sa cosa fare con e senza palla. Conosco Russini, Bortolussi non ha bisogno di presentazioni, poi ci sono Zecca e Borello, giocatori bravi nell’uno contro uno. Dovremo essere bravi a contenerli”.