MERDA E CHAMPAGNE

Quando play-off fa rima con banalità. Con gioia. Con dolore.
04.05.2022 11:30 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
MERDA E CHAMPAGNE

Quelli che… dici ‘play-off’ e la banalità, davanti a taccuini e microfoni, prende copiosamente il sopravvento. Ad ogni latitudine. Perché signori miei, oltre alle ovvietà da… regular season (qualche esempio sugoso? “Io la classifica non la guardo, io vivo alla giornata”, “In questa gara la differenza la faranno gli episodi”, “Il gruppo è compatto”, “La palla è rotonda”, “Non ci sono più le mezze stagioni”), ci sono anche le ovvietà da… post season (vedi “Ora si riparte da zero”, “Il sorteggio? Non mi interessa, a questo punto una squadra vale l’altra”, “Siamo belli carichi, ci stiamo allenando benissimo”, Occhio ai primi caldi di stagione”, “È severamente vietato fare il bagno dopo aver mangiato cinque piatti di tagliatelle al ragù e sei porzioni di mascarpone”).

Quelli che… dici ‘play-off’ e ti si apre un mondo intero. Un mondo fatto di gioia. Di dolore. Di risate. Di lacrime. Di sudore. Di bestemmie. Di sangue. Di Champagne. Di merda. Un mondo sconsigliato ai deboli di cuore. L’assurdo rigore assegnato dall’arbitro Tonolini a Pisa nel 2003, la rissa da saloon di Lumezzane del 2004, l’abominevole (per non dire di peggio…) direzione di gara di Farina contro il Toro nel 2006, il rigore trasformato da Cascione nell’umida Latina nel 2014, l’harakiri della truppa di Drago contro lo Spezia nel 2016, l’assurdo suicidio della band di Viali maturato contro il Matelica giusto un annetto fa: ci si potrebbe scrivere una decina di libri, sui play-off ‘targati’ Cesena. Su quei play-off al gusto (anche) di Iachini, di Terlizzi, di Rea, di Biserni, di Ambrogioni, di Castori, di Salvetti, di Turci, di Defrel, di Marilungo, di Bisoli, di Renzetti, di Gomis, di Di Gennaro.

Quellli che… dici ‘play-off’ e l’attesa cresce. La febbre monta. Oggi come ieri. Anche in riva al Savio. Soprattutto in riva al Savio.  Anche se, questa roulette russa (pardon, italiana) è – lo dico alla Fantozzi – una cagata pazzesca. Una boiata mostruosa. Una folle e lunghissima lotteria che non tutela a sufficienza chi nella stagione regolare è salito sul podio. Ecco, invece che mettere in moto questo assurdo carrozzone con 28 squadre, per assegnare quell’ultimo (smerdato) pass per la cadetteria, sarebbe bastato ‘partire’ dai quarti di finale (le 3 seconde, le 3 terze, le 2 migliori quarte, stop). Vabbè, ormai è andata. Meglio guardare avanti e sperare, in primis, in un sorteggio benevolo. Buon play-off, caro vecchio Popolo Bianconero. E – come diceva Piero Chiambretti – ‘Comunque vada sarà un successo’. Anche perché, il Matelica (o quello che resta del Matelica), ce lo siamo già levato dai maroni. Mica poco, non credete?