Un’altra promozione per Alessandro: “Cesena, stavamo bene insieme, ora faccio il tifo per te. E sull’addio di Ciofi…”

Non c’è due senza tre. Questo è il numero di promozioni in C raccolte da Danilo Alessandro negli ultimi cinque campionati.
10.05.2023 12:00 di  Giacomo Giunchi   vedi letture
Un’altra promozione per Alessandro: “Cesena, stavamo bene insieme, ora faccio il tifo per te. E sull’addio di Ciofi…”
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Prima Seregno. E ora pure Lumezzane. Dopo il suo addio al Cesena, si contano due campionati vinti in quattro stagioni. E oggi torna a raccontarsi, in esclusiva per Tuttocesena.it, Danilo Alessandro. Un giocatore ‘passato’ per Cesena (appena una stagione e mezza), ma entrato inevitabilmente e perennemente nel cuore di tutti i tifosi bianconeri, di tutti quelli che c’erano nella sofferente ma allo stesso tempo adrenalinica ripartenza del 2018-2019. Tante gioie e tanti dolori, tra il dilettantismo e quel professionismo di cui il classe ’88 non sente proprio di avere bisogno per vivere al meglio la bellezza di questo sport.

Alessandro, ora ha un altro campionato nella sua bacheca. Il Cavalluccio invece pure quest’anno ha visto sfumare il primo posto che è andato ad altri. Cosa ne pensa di questa stagione, che in realtà deve ancora finire, del club bianconero?
“Ti dico la verità, non ho seguito tantissimo la stagione. Ripeto però quello che ho sempre detto: il Cesena merita ben altre categorie rispetto alla Serie C. Come ogni anno faccio il tifo per questa squadra, perché è una piazza e una città che mi è rimasta veramente nel cuore; mi ha dato tantissimo. Spero che prima o poi arrivi l’anno giusto”.

Qual è lo sbaglio che il Cesena non deve assolutamente fare ai play-off?
“Magari pensare al campionato e a cosa si poteva fare e invece non si è fatto. Questo è un altro tipo di campionato. I play-off li vince chi sta meglio fisicamente e anche soprattutto mentalmente”.

Per lei invece parlano i numeri: 88 gol in 157 presenze, giocando da esterno, negli ultimi cinque campionati di D. Perché le società di alta serie C non hanno puntato su di lei? O comunque perché lei ha preferito rimanere in D?
“Non ho avuto queste grandissime richieste dalla Serie C, ti dico la verità. Ciò è probabilmente dato dal fatto che ormai mi etichettano come un giocatore di Serie D, come successe anche a Cesena appena arrivato. Nel calcio quando hai delle etichette è difficile togliertele di dosso. Io comunque non ho né rimpianti né rimorsi, se continuo a vincere campionati mi va benissimo anche rimanere in Serie D”.

Ormai è prossimo ai trentacinque anni: è ora di tentare un’altra avventura in C con il Lumezzane oppure preferisce rimanere il Kylian Mbappé della D?
“A Lumezzane è stato un anno pazzesco, ho trovato persone serissime, dalla prima all’ultima; è una famiglia più che una squadra di calcio. Ma dopo Cesena, dove avevo fatto una valanga di gol e assist (18 reti e 17 passaggi vincenti, ndr), non mi sorprendo più di nulla. Metto in preventivo un’eventuale non conferma. A trentacinque anni ho imparato che nel calcio si dimenticano sempre i meriti. Il futuro si vedrà, se la società riterrà opportuno metterci a un tavolino lo farò più che volentieri”.

Nel Lumezzane un suo compagno è Cesare Pogliano, che a Cesena abbiamo visto poco. Che ci racconta di lui?
“Un giocatore che con questa categoria non c’entra nulla. A livello umano è un ragazzo che ogni anno vorresti in rosa, è sempre disponibile e nel gruppo porta positività. Non lo conoscevo, è stata veramente una bella scoperta”.

Cosa ci dice invece di Ciofi? È stato promosso con lei che era un ragazzino, ora è capitano de facto e uomo spogliatoio…
“Si vedeva già da quell’anno in Serie D che Andrea aveva già la mentalità e l’impostazione da vero giocatore. Ha tutto per andare ad alti livelli, glielo auguro perché gli voglio un bene dell’anima”.

In caso di mancato approdo in Serie B col Cesena cosa gli consiglierebbe? Di rimanere in Romagna oppure cedere alla corte del campionato cadetto in estate?
“Ad Andrea consiglio di fare quello che lo rende felice. Questa è la cosa giusta per lui. Cesena per lui è come una seconda casa. Auguro a lui di andare in Serie B con la maglia che sente sua, quella bianconera”.

Lei invece spera di poter tornare al Manuzzi, almeno da avversario, o preferisce che il Cesena salga al piano superiore?
“Faccio il tifo per il Cavalluccio e spero che vincerà i play-off. Metto questo al primo posto. Magari tornerò al Manuzzi da tifoso…”

Il suo ex compagno Simone Tonelli ha fatto un ottimo campionato quest’anno al Rimini. Segno che fu uno sbaglio del Cesena giudicarvi non più adatti alla Lega Pro. Cosa ne pensa?
“Col senno di poi magari facevamo peggio di quello che è stato fatto…”

… difficile…
“Sì, vero, però nel calcio non si sa mai. Io mi aspettavo una riconferma anche perché avevamo creato un qualcosa di unico con la curva e con la città. Eravamo un tutt’uno. Nel calcio purtroppo però non c’è riconoscenza. C’è un grande rimpianto perché stavamo bene, fu un anno pazzesco. Però ormai è andata e ora facciamo il tifo da lontano”.

Si è parlato a più riprese della sua separazione dal Cavalluccio… Ha da togliersi un ultimo sassolino dalla scarpa?
“No, non porto rancore. Il dispiacere rimane sempre perché sono stato benissimo. Mi aspettavo quantomeno un’offerta, anche al ribasso, ma almeno sedersi al tavolo. La cosa che mi dispiace di più è il non sapere il motivo di questa scelta”.

Qual è la prima cosa a cui pensa oggi se uno le dice ‘Cesena’?
“La Curva Mare. C’ero stato anche nel 2009 quando siamo saliti in B. Quando stavo in tribuna facevo addirittura fatica a guardare la partita, stavo venti-trenta minuti con gli occhi fissi sulla curva. La cosa che mi è rimasta più impressa è l’amore che trasmette dall’inizio alla fine. Sono stato troppo bene…”