Da 24 anni al servizio del Cesena Calcio

Come dipendente del Cesena Calcio ha già lavorato con tre presidenti e in quattro sedi diverse che hanno accompagnato la storia del sodalizio bianconero nell’ultimo quarto di secolo. Dal 1990 Diletta Sarti è impiegata come segretaria presso gli uffici dell’A.C. Cesena dove vanta una anzianità di servizio inferiore solo a quella di Gabriele Valentini, storico dirigente del Cavalluccio. Quello stesso Valentini che nel 1988 assunse la carica di Segretario generale della società dopo l’improvvisa scomparsa di Pietro Sarti, il padre di Diletta.
Cosa significa essere la figlia di Pietro Sarti, che per tanti anni è stato il principale e fidato collaboratore, prima di Dino Manuzzi e poi di Edmeo Lugaresi?
In casa nostra si parlava sempre di pallone, perché oltre a mio padre anche suo fratello, mio zio Giuseppe, era dell’ambiente, essendo un arbitro di calcio.
Da quanti anni lavora nel Cesena?
Da 24 anni. Era il 1990 e ricordo che era l’anno della salvezza in serie A con Marcello Lippi in panchina. Iniziai dopo che mia sorella Paola, che già lavorava con mio padre nel Cesena, si sposò (con Pino Lorenzo, ndr) e si trasferì a Catanzaro. Da allora mi sono sempre occupata del lavoro di segreteria.
Quali sono i suoi compiti all’interno della segreteria della società?
È difficile fare un elenco perché sono molteplici. Però ad esempio accolgo e indirizzo le persone che entrano in sede, rispondo al telefono, smisto la corrispondenza e poi aiuto i giocatori nuovi a cercare casa o il medico. E poi tante altre cose a secondo delle esigenze quotidiane dell’ufficio.
In tutti questi anni ha visto passare diversi presidenti e cambiato varie sedi. A quali è rimasta più legata?
Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti anche se i primi mesi con Campedelli ci sono state qualche difficoltà, mentre con Edmeo e Giorgio Lugaresi mi sentivo più in famiglia. Come sedi mi sento probabilmente più legata a quella di via Cesare Montanari (a fianco del teatro Bonci) perché mi ricorda l’ufficio di mio padre.
Oltre a lavorare per il Cesena, segue anche le partite della squadra?
Certo e fortunatamente ho trovato un marito tifoso del Cesena come me, altrimenti sarebbe stato un problema… Così oltre a seguire le partite in casa, andiamo spesso in trasferta anche quando eravamo in serie C, a Brescello come a Crema.
Quale trasferte le sono rimaste più impresse?
Ricordo quella volta che io e mio marito andammo in auto fino ad Andria. Era l’anno di Cavasin in panchina, un trascinatore che ti portava a fare certe cose, come quella trasferta così lontana. Ricordo anche la grande tensione a Lumezzane nella finale play-off quando si verificò la rissa in campo e per 30-40 secondi io rimasi immobile, realizzando solo dopo quello che stava succedendo. Tensione ci fu anche a Piacenza quando alla fine della partita rimanemmo tutti in attesa di notizie via radio da Padova, prima di festeggiare il ritorno in serie A.
Per concludere vorrei rivolgere un ringraziamento particolare alla famiglia Lugaresi ed in generale a tutte quelle persone che, nonostante le difficoltà che la Società è chiamata quotidianamente ad affrontare, riescono con il loro sostegno economico a sopperire a tutte le problematiche.