Consigliere della società e di... mister Bisoli

E' stato pubblicato il secondo numero de Il Bianconero, testata ufficiale del Cesena Calcio
06.09.2013 14:00 di  Giovanni Guiducci   vedi letture
Fonte: Il Bianconero
Consigliere della società e di... mister Bisoli
© foto di Foto Il Bianconero

Prosegue il viaggio de Il Bianconero all'interno del rinnovato consiglio di amministrazione della società per conoscere da vicino i suoi componenti, magari meno noti al grande pubblico. In questo numero è il turno di Mauro Giorgini, che mister Pierpaolo Bisoli però conosce molto bene.

Buongiorno Giorgini, professionalmente lei di che cosa si occupa?

Ho lavorato come direttore tecnico dell'ente Consorzio Stradali Riuniti, adesso sono in pensione ma sono rimasto nel settore. Con la capofila Sear, di cui sono vice presidente, operiamo nel settore delle costruzioni stradali e con altre società da essa partecipate ci occupiamo di attività estrattive, calcestruzzi, conglomerati bituminosi. Ad esempio con la Socob abbiamo fornito i materiali per l'allargamento della terza corsia autostradale da Rimini verso Ancona. Inoltre con l'Olimpia Costruzioni lavoriamo nel settore degli impianti sportivi. Abbiamo fatto il campo sintetico a Bellaria, a San Piero in Bagno, a Villa Silvia e adesso stiamo realizzando quello del campo da rugby a Sant'Egidio.

Avete fatto allora anche il sintetico del Manuzzi di Cesena?

No, sebbene all'epoca fossimo i rappresentanti della Limonta in Emilia-Romagna, ma c'è stata una rottura dei rapporti a causa di una incomprensione – diciamo così – proprio in merito alla gestione diretta dei lavori al Manuzzi.

A quando risale il suo impegno all'interno del Cesena Calcio?

Mi sono avvicinato al Cesena negli anni '90 grazie ad Edo Lelli che mi invitava in tribuna a vedere le partite. Poi nel 2002 sono entrato in società quando Giorgio Lugaresi è subentrato al padre Edmeo. Giorgio lo conosco dagli anni '70, da quando era un ragazzo. Io sono originario di Polenta, dove lui venne a “prendere” moglie, Donatella. Abbiamo, inoltre, in comune la passione per la caccia e l'ho visto muovere i primi passi da cacciatore.
Poi con il passaggio a Igor Campedelli non ho più partecipato alla vita societaria, ma poiché nei confronti della società da lui gestita vantavo dei crediti, quando è tornato Lugaresi ho deciso di reinvestirli nella nuova società. Non è stato facile salvare il Cesena, qualcuno che aveva detto che ci avrebbe aiutato poi si è tirato indietro. Noi però continuano ad aspettare, le porte del Cesena sono sempre aperte.

Oggi all'interno del Cda dell'A.C. Cesena lei di che cosa si interessa?

Faccio il consigliere a tempo perso, ma con passione e impegno. Ho la delega per seguire dal punto di vista operativo i lavori alle strutture, allo stadio Manuzzi e al centro sportivo di Villa Silvia. Ultimamente inoltre, in assenza di Lugaresi, ho partecipato insieme ai vice presidenti Pransani e Urbini alle trattative per la ricerca dello sponsor. Non è stato facile, Aldini è un osso duro, ma alla fine abbiamo trovato l'accordo con spirito di collaborazione. Il fatto che Aldini sia un imprenditore del territorio è un fatto positivo. Io sono un romagnolo doc e considero Cesena la capitale della Romagna, perché abbiamo qualcosa in più non solo dal punto di vista sportivo, ma anche a livello imprenditoriale e di tessuto sociale.

Anche il precedente presidente del Cesena era però un imprenditore di “casa nostra” e sappiamo come è andata a finire.

Lui però veniva da Gatteo, al di là del Rubicone e quindi non era proprio romagnolo...

La sua passione per il calcio come è nata?

Giocavo nei ragazzi del Cesena allenati dal mitico “Pec” e con noi c'era Giampiero Ceccarelli che però nessuno voleva in squadra perché era considerato il più scarso, poi invece è arrivato a giocare in serie A, mentre io ho giocato a livello amatoriale nel Collinello. Ero il “funambolico” centravanti di sfondamento della squadra.

Oltre ad essere un dirigente lei è anche un tifoso...

Vivo la partita con passione, è qualcosa che ti entra nelle viscere. Ma anche la sofferenza è tanta e fa male. Tante volte mi sono detto che devo smettere, invece quando sono allo stadio non riesco a stare immobile e zitto, ma solitamente non me la prendo con l'arbitro o con gli avversari, bensì con i nostri giocatori.

Come quella volta con il “povero” Giandonato...

Era la partita contro il Padova dello scorso campionato e siccome non stava giocando bene urlai “mister cambialo”. Bisoli sentì, si girò verso la tribuna e replicò. Poi ci siamo chiariti e anche l'altro giorno quando con il suo staff è venuto a trovarci in Consiglio abbiamo ricordato divertiti quell'episodio e io gli ho detto che la prossima volta deve tardare meno a fare i cambi che gli suggerisco...