Chi vuol essere Pierpaolo Bisoli?

Giornalista pubblicista classe 1984, collabora con il Corriere Romagna dal 2002, per il quale segue Cesena, calcio a 5 e calcio minore
13.11.2012 14:53 di  Andrea Gori   vedi letture
Chi vuol essere Pierpaolo Bisoli?

Chi vuol essere Pierpaolo Bisoli?
Dopo Cesena-Brescia, pochi o praticamente nessuno.

Da fuori è facile. Si punta il dito e si spara: “Iori non deve giocare”, oppure “Caldirola a sinistra non ci può stare”, e via dicendo. Sentenze pure, senza argomentazioni.
La realtà dei fatti è che i grattacapi sono tanti e le soluzioni poche. Nemmeno un maestro del trasformismo, come il sergente di Porretta Terme, può fare tanto di più con il materiale a sua disposizione. Anzi, forse fino ad ora ha raccolto anche di più di quello che potenzialmente poteva.
Eppure della brutta sconfitta contro le rondinelle, si guarda esageratamente ai limiti del Cesena e non alla bravura del Brescia, squadra solida e di talento. Nel calcio, a volte, si perde anche per i meriti degli avversari.

I gol di Budel, Corvia e Saba hanno improvvisamente riaperto il vaso di Pandora bianconero. Ma gli stessi problemi c’erano già anche nelle vittorie contro Grosseto e nel pari di Padova, mascherati però dai risultati positivi. Inutile quindi usare catastrofismi solo quando si perde e si gioca male.
Un minimo di coerenza suggerisce che questo Cesena ha grossi limiti di organico e che i punti finora conquistati sono frutto proprio dell’impegno e della grinta, più che del talento. La tempra ed il sudore sulla maglia non manca.

Si dice che il Cesena sia privo un leader. E invece c’è, solo che non è in campo, ma in panchina. Bisoli dal primo momento del suo nuovo corso, si è messo in testa al gruppo a trascinare un mondo che troppo spesso vive in maniera umorale il risultato del sabato. Lui davanti a fare da parafulmine alle critiche e ad indicare la strada verso la salvezza.
Un lavoro scomodo il suo, ma necessario. Non si può provare invidia o voler essere al posto di Bisoli su quella panchina. Eppure lui ha le qualità per togliere le castagne dal fuoco ad una società che ha commesso troppi errori di valutazione, ma che ha avuto il merito di accorgersi in tempo della frittata e correre ai ripari.

I problemi del Cesena non si risolveranno in qualche settimana, o con un paio di vittorie. Lo stesso Bisoli è stato chiaro nel chiedere pazienza ai tifosi: quando anticipava che ci saranno momenti difficili, si riferiva proprio a situazioni come quella attuale.
Gennaio è ancora lontano ed i rinforzi devono arrivare, per forza di cose. In questo lasso di tempo, la cosa più saggia che può fare il Cesena è quello di continuare a lavorare con le risorse che ha a disposizione, tirando fuori il massimo da quello che si ha. In questo Bisoli, ci sa ancora fare.
Gli ultimi due mesi dell'anno saranno vissuti galleggiando in scarsa continuità di risultati, per fare poi il salto di qualità, quando l'allenatore avrà a disposizione una rosa scelta da lui.

Cosa serve? Non una punta, non una rifondazione della difesa, ma centrocampisti di corsa e fatica. Tutto passa dal centrocampo e la scarsa brillantezza di Iori è la causa dell'assenza di portatori d'acqua e rubapalloni. L'ex faro del Torino si sta sacrificando a mansioni che non gli competono. Gli unici che in questo momento sarebbero fondamentali sono Gessa e Parfait, entrambi però in infermeria. Meza Colli è migliorato molto, ma è un doppione di Iori; Djokovic e Tabanelli hanno dimostrato di non essere pronti per la serie B.
Non esiste nessuna squadra che possa raggiungere i propri obiettivi senza un centrocampo solido.
E' anche per questo che, a oggi, nessuno vuole essere Pierpaolo Bisoli. Fortunatamente per il Cesena però, quel posto in panchina, è un ruolo che non necessita di cambiamenti.