Tre buoni motivi per iniziare a guardarsi alle spalle

Giornalista classe 1976, di Gatteo Mare, segue quotidianamente le gesta dell'Ac Cesena per la Voce di Romagna. Da ormai quattro anni collabora anche con il Corriere dello Sport/Stadio.
23.10.2012 08:12 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Tre buoni motivi per iniziare a guardarsi alle spalle

“Non sono il mago Merlino”. E’ da quando è tornato in riva al Savio che Pierpaolo Bisoli continua a stracciare i maroni con questa frase. Ha però pienamente ragione, il grintoso trainer di Porretta Terme. Eccome se ha ragione.

LIMITI EVIDENTI - L’ex condottiero (anche) di Bologna e Cagliari è un signor allenatore, un grande motivatore, uno che conosce a menadito l’ambiente bianconero. Insomma, per chi scrive è l’uomo giusto per questo Cesena. Però non è il mago Merlino. E neppure il mago Silvan. E dunque neppure lui è in grado di curare tutti i mali che affliggono questo Cesena che proprio non vuole saperne di ingranare le marce alte. Con Bisoli in panca, il Cavalluccio, si è rimesso almeno in carreggiata. Con Bisoli al timone il Cesena ha ritrovato almeno grinta e carattere. Con Bisoli in cabina di regia, la truppa bianconera, si è data una bella sistemata in difesa. Altri miglioramenti, poi, arriveranno sicuramente a breve. Però, i limiti di questa squadra, restano evidenti. Evidentissimi. Diverse lacune, tecniche e psicologiche, paiono strutturali e difficilmente colmabili.

TRE BUONI MOTIVI - Meglio quindi abbandonare i sogni di gloria. Quando si parla di classifica, meglio guardarsi soprattutto alle spalle. Tre buoni motivi per cui il popolo che mastica quotidianamente pane e Cesena dovrà  presumibilmente accontentarsi solo di una ‘semplice’ salvezza? Il primo: la rosa è corta, in questo gruppo ci sono almeno cinque o sei giocatori (vedi Bamonte o Tabanelli) che stanno a questa serie B come Gianni Drudi o Toto Cotugno stanno ai Grammy Awards 2013. Il secondo: in mezzo al campo si fa troppa fatica a creare gioco, a far girare la palla (Iori è in crisi d’identità, Djokovic è troppo leggerino, Meza Colli pare un po’ acerbo). Terzo e ultimo motivo: se dopo dieci giornate, sul tetto dei bomber di casa nostra, con due gol all’attivo, oltre all’inossidabile ‘vecchio’ cuore bianconero Graffiedi c’è anche Comotto, forse vuol dire che qualche piccolo problemino là davanti c’è. O no? Come diceva il grande Renzo Arbore: meditate gente, meditate.