TIFARE CESENA - È un Cesena da pessimismo cosmico. Da Giacomo Leopardi capo-ultras.

Tifare Cesena: gioie, sogni, amarcord e tormenti del tifoso cesenate comune.
24.11.2016 12:00 di  Michele Grotti   vedi letture
TIFARE CESENA - È un Cesena da pessimismo cosmico. Da Giacomo Leopardi capo-ultras.
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© foto di Federico Gaetano

Quello di adesso è un Cesena da pessimismo cosmico, da Giacomo Leopardi capo-ultras.

Sembra di essere tra le pagine dei Malavoglia, dove lo capisci subito che andrà a finire tutto male. E questo non ha nulla a che vedere con la sofferenza che attanaglia noi tifosi, sempre e comunque, anche prima di un’amichevole estiva contro la Savignanese. Qui non siamo di fronte alla naturale sindrome di Davide contro Golia di cui soffriamo noi che abitiamo in provincia e non abbiamo l’emiro che spende e spande, quel farti percepire ogni partita come una battaglia durissima, che gli altri ti sembra che abbiano ogni volta qualcosa in più, che l’arbitro te lo senti sempre contro perché sei piccolo, brutto e nero.

Questa volta è proprio la fiammella della speranza ad essersi spenta.

Perché un Cesena orribile come quello che ha perso contro lo Spezia è la morte dei sensi, che se lo vede Rocco Siffredi chiude bottega. Il Cesena non è una squadra, è un’accozzaglia, è qualcosa che andava bene per la Corrida del mitico Corrado, quella per dilettanti allo sbaraglio, è una brutta notizia che ti rovina il fegato e tutti i finesettimana. E quel che fa più male è constatare che con il cambio di allenatore tutto sia rimasto immutato. A La Spezia, in panca, sembrava ci fosse ancora Drago. Stesso modulo, stesse carenze. Ti aspettavi la grinta, la voglia di combattere, la ferocia. Ti aspettavi un sussulto e un minimo di coraggio dopo i tre punti di puro ossigeno ottenuti contro il Pisa. E invece ti ritrovi Rodriguez con le infradito, Ciano che gioca con l’attaccamento alla maglia di uno che lavora sottopagato in un call-center e Laribi che crossa in curva e la telecamera lo becca che sghignazza.

Anche se ormai non ci credo più, tuttavia, e pur sapendo che continuerò a guardare tutte le partite col Maalox pronto all’uso, un sassolino dalla scarpa me lo voglio proprio togliere: ma giocare con due cavolo di punte, come s’è sempre fatto nel gioco del calcio dalla notte dei tempi, non è più possibile??? Dobbiamo per forza retrocedere con questo 433 di falsi attaccanti che non funziona più già da aprile dell’anno scorso??? Ma Djuric e Rodriguez insieme, mai??? Uno tiene palla, fa salire la squadra, l’altro ha il fiuto del gol in area di rigore, e quindi servono tutti e due, magari si completano a vicenda, perché altrimenti la coperta è corta e in attacco ci manca sempre qualcosa, o no??? 

Intanto, pessimismo alla mano, il derby col Santarcangelo si avvicina sempre più minaccioso.