LA LAVAGNA - Il Cesena ha imparato ad accontentarsi, ma per la svolta serve di più

19.02.2017 13:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Il Cesena ha imparato ad accontentarsi, ma per la svolta serve di più
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il Cesena pareggia sul campo della Salernitana e nulla fa per aggiudicarsi una vittoria che l'avrebbe decisamente allontanato dalle zone pericolose della classifica. Questo punto è comunque utile a muovere la classifica, ottenuto contro una diretta concorrente che, se non altro, non si allontana e rimane lì, a portata di mano per essere raggiunta.

Se nel suo finale di 2016 la squadra di Camplone non conosceva mezze misure, o vittoria o sconfitta, in questo inizio di 2017 va a referto il quarto pareggio su cinque partite disputate. Malgrado un risultato positivo a Salerno non fosse affatto facile né scontato, la prestazione offerta dai giocatori del Cesena segna un passo indietro rispetto a quanto mostrato a Carpi ed in casa contro il Bari. L'iniziativa di gioco è stata sempre nei piedi del Cavalluccio, non a caso il possesso palla realizzato (57%) è il secondo più alto ottenuto dai bianconeri sotto la guida del tecnico pescarese (dietro solo al 58% di possesso contro l'Avellino); nonostante ciò, il centrocampo è parso piuttosto sottotono dal punto di vista dell'ispirazione (non di quello atletico) e quando Ciano non trova la giocata personale vincente, come successo contro il Bari, le iniziative da parte degli altri latitano. La prima mezz'ora è stata incoraggiante, al netto del gol di Minala, con il pareggio quasi immediato di Cocco (complice un Gomis non impeccabile) e la traversa colpita subito dopo, sempre dallo stesso Cocco che, con tre gol in altrettante partite fuori casa, sta prendendo la fisionomia di bomber da trasferta.

Il proseguimento della gara invece si è adagiato su ritmi blandi, con entrambe le squadre che hanno lasciato ampi spazi all'avversario. Ne è venuta fuori una buona prova a livello difensivo, per altro contro uno degli attacchi più forti di tutta la serie B. La retroguardia ha fatto buon contenimento e Agliardi si è fatto trovare pronto le volte che è stato chiamato in causa. In fase di possesso però la manovra è stata a dir poco lenta: senza un vero regista non ci sono stati cambi di gioco che consentano di infilarsi fra le maglie di una difesa tutt'altro che imperforabile. Bene invece le fasce, con Balzano e Renzetti che hanno garantito corsa per tutti i novanta minuti, sempre puntuali in entrambe le fasi e mai in affanno. In questo periodo, in generale tutti i giocatori del Cesena che scendono in campo dimostrano di avere una tenuta fisica invidiabile, spesso superiore a quella dell'avversario di turno. La speranza è che questo livello di forma si mantenga tale da qui alla fine del campionato o, per lo meno, non cali drasticamente nel corso dei prossimi mesi.

Non aver perso in una delle trasferte più ostiche, almeno sulla carta, di tutto il girone di ritorno (assieme a Perugia, Ferrara e ad Avellino) è sicuramente un aspetto positivo e non di poco conto, così come lo è l'aver inanellato una serie di cinque partite senza sconfitte (non accadeva da un anno a questa parte). La Salernitana però è parsa una squadra tranquilla, non ha mostrato una particolare tenacia nel voler vincere la partita. Essersi in qualche modo adattati a questo loro approccio, essersi limitati a svolgere il compitino senza provare a far qualcosa di più, è un limite che il Cesena si trascina dietro da inizio stagione. Non è un caso che, in queste cinque partite del girone di ritorno, i punti accumulati siano appena uno in più di quelli racimolati nel girone d'andata. Un limite, questo, che il Cesena deve superare se non vuole rischiare di restare invischiato nei bassifondi della classifica, a lottare fino all'ultimo per una salvezza che, invece, ha tutta l'aria di essere molto abbordabile per la potenzialità della rosa bianconera.