LA LAVAGNA - È una delle stagioni più complicate nella storia del Cesena

05.03.2017 12:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - È una delle stagioni più complicate nella storia del Cesena
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© foto di Federico Gaetano

Una premessa è doverosa: il ritorno a Cesena dell’allenatore più vincente in bianconero non potrà mai passare nell’indifferenza del pubblico. Vuoi o non vuoi, le emozioni che suscita in ciascun tifoso sono contrastanti ma è difficile non schierarsi. Detto questo, il Cesena sta vivendo una delle sue stagioni più complicate della sua storia ed è bene che ciò non venga perso di vista. La partita di ieri non era "il Cesena contro Bisoli" o "il ritorno di Bisoli" ma solo ed esclusivamente una sfida fondamentale per il traguardo salvezza.

L’unico obiettivo del Cesena erano i tre punti e, purtroppo, non sono arrivati nemmeno questa volta. Doveva essere una partita da vincere ad ogni costo e invece si è visto il solito Cesena. Un Cesena che ha delle idee di gioco ben precise, fa girar bene il pallone e riesce ad andare a rete. Allo stesso tempo, però, un Cesena in cui i singoli dimostrano di avere delle lacune clamorose che impediscono prima di trovare il raddoppio e poi di difendere il vantaggio.

In questo 2017, su dieci gare giocate fra campionato e coppa Italia, il Cesena è riuscito ad andare a bersaglio tutte le volte. Allo stesso tempo, però, non è riuscito a mantenere la propria porta inviolata neanche in una di queste partite. Classifica magra che si muove ben poco, ennesima rimonta subita, ennesimo episodio chiave che, nel dubbio, viene letto dal direttore di gara a sfavore del Cavalluccio.

È difficile fin qui dare un giudizio completo sull’operato di Andrea Camplone. Senz’altro ha avuto il merito di saper rivitalizzare una squadra che con Drago sembrava già pronta per il de profundis. D’altra parte, però, si vive ogni settimana con l’acqua alla gola, nell’attesa di una svolta decisiva che tarda ad arrivare e che, dopo ventinove giornate, probabilmente non arriverà proprio.

L’allenamento a porte chiuse in settimana era servito per preparare una tattica che potesse sorprendere gli avversari: la riesumazione di Di Roberto, ormai da mesi costantemente in panchina o in tribuna. La mossa, per certi versi, era sembrata funzionare ma l’esterno arrivato in prestito dal Crotone si è spento troppo presto. Inoltre, non è certo colpa di Camplone se Renzetti sbaglia ogni cross possibile, se Laribi e Ciano da pochi metri non riescono a segnare e se la difesa continua ad avere amnesie imperdonabili. Capita quindi che si pareggi contro un avversario che faceva fatica a trovare undici giocatori in salute, in grado di giocare.

Così come è stato giusto oggi far giocare Agazzi al posto di Agliardi (primo responsabile dei due gol della Pro Vercelli, così come di quello del Latina) per mantenere massima l’attenzione di tutti, probabilmente dalla prossima sfida di Ferrara sarebbe giusto far rientrare Capelli o Perticone (se recuperato) per far recepire a chiunque in rosa il messaggio che “chi sbaglia, paga”, da oggi più che mai ulteriori errori non saranno più ammessi.