LA LANTERNA DI DIOGENE- Un difensore piccolo piccolo

Diogene il cinico si aggirava per la Grecia con una lanterna in mano, in cerca delle sfaccettature più interessanti della realtà.
Ogni settimana, in questa rubrica, cercheremo di evidenziare gli aspetti più curiosi del mondo bianconero e non sol
02.12.2010 07:29 di  Francesco Zani   vedi letture
LA LANTERNA DI DIOGENE- Un difensore piccolo piccolo
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© foto di Sara Donati

Devo confessarlo.
Ho insultato, schernito e sbeffeggiato Maurizio Lauro. Era l’anno della sciagurata retrocessione.
Forse la sua unica colpa era quella di far parte di una delle difese peggiori mai viste nel pianeta calcio. Turati, Vignali e Bova per citarne tre a caso. Il Biasi peggiore mai ammirato e il mitologico Diaw Doudou. Mitologico perché uno cosi scarso non può essere reale.
Forse non era sereno e non sentiva la fiducia dell’ambiente. Un ambiente che in quel periodo era negativo e sfiduciato come non mai.
Il fatto è che Lauro pareva scarso, falloso e anche un po’ indisponente, il fatto è che in quella squadra era proprio dura non adeguarsi alla tristezza generale.
Un difensore piccolo piccolo.
L’anno dopo non lo vogliamo più, ma alla fine in modo anche rocambolesco arriva il rinnovo.
In C, Lauro diventa un centrale preziosissimo. Gioca praticamente tutte le partite e le gioca davvero bene. Sembra che questa maglia sia la sua seconda pelle. Una metamorfosi più che kafkiana.
In B, però Lauro non ci sta. Dai, è improponibile. Queste frasi le diciamo e le pensiamo tutti.
Al centro arriva un certo Volta e quindi la strada è più che sbarrata, ma ci sarebbe quel posto vacante sulla fascia sinistra. Titolare fisso anche quell’anno, mette sul campo un’attenzione ed una grinta davvero fuori dal comune. Come se non bastasse tutto questo, si concede numerose scorribande offensive culminate con tantissimi assist decisivi. L’apice, a Brescia, dove esalta lo spicchio bianconero con uno slalom alla Roberto Carlos dei tempi d’oro.
Abbiamo nitidamente negli occhi la sua gioia sul campo di Piacenza e poi al Manuzzi con ancora addosso la maglia della partita. Una gioia da cesenate vero, sempre disponibile con i tifosi, affezionato alla gente che ora lo sostiene senza riserve.
In estate ha rinnovato, venendo in contro alla società anche in caso di una malaugurata retrocessione.
Poi abbiamo dovuto aspettare qualche partita per vedere il suo esordio in Serie A con la casacca bianconera, ma lui si è sempre fatto trovar pronto. In qualunque ruolo, in qualunque momento della partita, contro qualunque squadra. Ha gioito e sofferto con la squadra anche quando non era schierato titolare. Fuori dal terreno di gioco, come in campo ‘non tira mai indietro la gamba’. E questo, compagni e tifosi lo percepiscono.
Devo confessarlo.
Sostengo, incito e ammiro Maurizio Lauro. Sono stati gli anni della promozione, delle prime imprese nella massima serie.
Forse è capitato in una squadra splendida lo scorso anno.
Forse ha sentito e sente tutt’ora la fiducia di tutto l’ambiente.
Il fatto è che ogni volta che dagli spalti vedo quei calzettoni abbassati e quei pantaloncini portati come se ancora fossimo negli anni ’70, so che il nostro guerriero Achille è pronto a dare tutto per noi.
Un difensore grande grande, ormai.