Ancora sugli infortuni e la superficie di gioco

25.08.2015 10:00 di  Redazione TCW   vedi letture
Fonte: Gian Piero Travini
Ancora sugli infortuni e la superficie di gioco
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© foto di Marco Rossi

Prendendo spunto dall'editoriale di Stefano Severi "C'è un grande prato verde", pubblicato ieri su tuttocesena.it, Gian Piero Travini ha fatto qualche osservazione "made in vedoBIANCO|vedoNERO".

1. Lucchini l'anno scorso ha giocato su entrambe le superfici, facendo la preparazione con i bianconeri. Non ha risentito di infortuni.
2. Tabanelli ha l'intera carriera vessata da infortuni. Chi lo osserva, anche fuori dal campo, può accorgersi di un atleta con una naturale scoordinazione per la camminata e la corsa - ma non per il ballo latino-americano, dote che non si fa problemi a mostrare anche quando è fuori per infortunio, ad esempio a certe feste dei club Forza Cesena - e una predisposizione all'appoggio scorretto. Qui non ci vuole una laurea in fisioterapia: bastano un paio d'anni di gare di atletica alla televisione per accorgersi della differenza.
3. Capelli. Dobbiamo veramente parlare della storia clinica di Capelli? Senza l'infortunio di fine 2011 poteva diventare uno dei difensori più forti del campionato italiano. Diciamo che ci sono un po' di precedenti.
4. Caldara. Caldara ha saltato tutto marzo e tutto aprile a Trapani, la passata stagione, per infortunio. E anche tra ottobre e dicembre ebbe diversi problemi, tanto che ha giocato 20 partite su 42, di cui 10 non convocato. E partiva titolare il 90% delle volte in cui poteva giocare.
Ecco che allora ritorniamo alla probabilità. E' vero. Un paio di infortuni possono capitare in precampionato. Se sono di più è giusto insospettirsi. Forse ha ragione Stefano, e l'alternanza tra superfici naturali e artificiali è un problema.
O forse il problema va ricercato sulla tendenza del Cesena a investire in giocatori con un passato di infortuni alle spalle, che scelgono proprio la Romagna per mettersi nuovamente in gioco. Vedi Capelli. Vedi Marilungo. Vedi Cazzola. Vedi Mudingayi. Vedi Pulzetti. Vedi molti, forse troppi acquisti del settore tecnico bianconero.
Quello che dicono gli studiosi è che sicuramente l'artificiale allunga i tempi di recupero da un infortunio, che diminuisce i traumi distorsivi, che crea più usura a carico muscolare e, quindi, va seguita una preparazione mirata a quel tipo di usura.
Ma continuare a dare le colpe solo alla superficie di gioco è, obiettivamente - e non statisticamente - una forzatura.