“Il riscatto del cartellino di Brignani e l’investimento su alcuni giovani interessanti”

Le parole di Giorgio Vitali, direttore sportivo dei bianconeri nello storico campionato 1972-1973.
31.03.2020 18:30 di Redazione TUTTOCesena   vedi letture
Giorgio Vitali nel 2013
Giorgio Vitali nel 2013
© foto di adise.eu

Torna la nostra ‘disco-rubrica’. Dopo il presidente Dino Manuzzi, l’allenatore Gigi Radice e uno dei soci fondatori dell’AC Cesena, Renato Piraccini, oggi è la volta di colui che ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo nell’annata 1972-1973, culminata con la prima storica promozione in Serie A del Cesena, Giorgio Vitali.

Arrivato a Cesena appena trentunenne nel 1971, alla sua prima esperienza in bianconero riuscì ad allestire una squadra capace di terminare sesta in graduatoria in serie B. Confermato per l’anno seguente, Vitali fu capace di scovare elementi di spicco anche a fronte di qualche operazione non riuscita, ovvero la mancata conferma del centravanti umbro Mauro Listanti (autore di 18 gol con la maglia del Cavalluccio).
Le tre operazioni principali nella costruzione di quel gruppo furono l’ingaggio della promettente punta Ariedo Braida (divenuto poi direttore generale del Milan dal 1986 al 2002, direttore sportivo sino al 2013), il riscatto dal Varese del regista Francesco Brignani (tragicamente scomparso in maniera prematura nel 1993) e l’acquisizione in prestito dal Milan del giovane difensore Enrico Lanzi.
Nell’estate del ’73 le strade di Vitali e del Cesena si separarono per non congiungersi mai più. Fra le tante squadre in cui ha ricoperto il ruolo di ds spiccano club come Napoli, Genoa, Parma, Torino e Atalanta. Terminata questa carriera nel 2005, fino al 2013 ha svolto l’osservatore per le sezioni giovanili del Milan.
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Gentilmente offerto dall’archivio privato della famiglia Rosati.