Le pagelle di V. Verona-Cesena | Compattezza, Concretezza, Cuore

Il Cesena non gioca una partita bellissima ma gioca una partita da Cesena. E, non a caso, vince.
08.09.2019 17:30 di Bruno Rosati   vedi letture
Le pagelle di V. Verona-Cesena | Compattezza, Concretezza, Cuore
© foto di Luigi Rega

Agliardi 6,5 Quattro tiri nello specchio della porta nei primi sette minuti. Li disinnesca uno per uno, evitando una partenza shock. Gradualmente, viene sempre meno chiamato in causa tant’è che nei minuti finali diviene uno spettatore non pagante.

Ricci 6,5 Comanda la linea difensiva e dirige la manovra dal basso. Da Silva è un cliente tutt’altro che ostico. Amministratore.

Brignani 6,5 Dopo Vano e Malec, ecco Odogwu: tre mastodonti da tenere a bada in successione. Doma il bestione, non rinunciando mai al duello e alle maniere forti. Quando al centrocampo mancano le idee, è lui ad impostare l’azione.

Sabato 6,5 Cresce con il passare dei minuti. Ogni tanto deve metterci una pezza sui buchi lasciati da Giraudo e fatica più del previsto su Manarin. Con l’uscita dell’esterno, ritrova tranquillità e disegna traiettorie interessanti per lo stesso Giraudo sull’out di sinistra.

Capellini 6 Non partecipa particolarmente alla fase offensiva e, quando lo fa, spreca un bellissimo cross di Giraudo, mandando a lato di testa. Però si disimpegna bene nel contenere le iniiative dei locali, specie nel primo tempo in cui nelle menti bianconere imperversa ancora la paura di commettere un passo falso. Partita onesta. (Dal 66' Franchini 6,5 Non dà respiro a Manfrin ed è sempre il primo ad impedire alla Virtusvecomp Verona di imbastire una controffensiva dopo essersi trovata sotto.)

Franco 5,5 Il più spento degli undici in campo. I cambi di gioco sono una rarità e il più delle volte si rifugia sul compagno più vicino, andando sul sicuro con un passaggio semplice. Ci si aspetta che si accenda una volta trovato il vantaggio ma la musica non cambia. C’è qualcosa da rivedere.

Rosaia 5,5 La predisposizione al sacrificio non manca ma la sua costruzione di gioco non è particolarmente felice. Verranno giorni più produttivi.

Giraudo 6 Certi posizionamenti difensivi mettono i brividi e costringe Rosaia a beccarsi il giallo per fermare una ripartenza originata da un suo pallone perso. Però, per essere un terzino puro da difesa a quattro e per essere arrivato da soli sei giorni se la cava abbastanza. Volenteroso nell’inserirsi con costanza in area avversaria anche se poco cercato dai compagni. (Dall’87' Ciofi S.V.)

Borello 7 Sul finale di primo tempo innesca un contropiede potenzialmente letale ma è lui stesso a sciupare l’azione. Questa è la fotografia del suo primo tempo. Il dettame alla squadra è quello di cercarlo sempre, in ogni circostanza, senza sé e senza ma. Non trova il guizzo vincente nella prima frazione. Nella ripresa invece mette a segno i due assist da cui nascono le reti cesenati. (Dall’81' Cortesi 6 Entra sul 2 a 0, non serve più l’inventiva di Borello per arrivare a reti ma è necessario un elemento di corsa per non abbassarsi troppo. Compito svolto alla perfezione.)

Butic 7 La sua prima rete è un regalo confezionatogli da Borello e (soprattutto) dalla difesa della Virtus. Sul secondo gol è bravo a vincere la mischia a seguito del corner. Paradossalmente, i timbri sono la cosa più facile del suo pomeriggio: fondamentale nel primo tempo a liberare l’area sulle punizioni e calci d’angolo a sfavore. (Dall’81' Sarao S.V.)

Zerbin 5,5 Poco efficace. Tutte le volte che il pallone passa dai suoi piedi si comprende già in anticipo che l’azione si concluderà con un nulla di fatto. Avrà modo di rifarsi. (Dal 46' Zecca 6,5 Cambia la partita. Attacca la profondità, creando varchi per il quinto di sinistra che lo segue a rimorchio. Sfiora il gol in due occasioni. Debutto devastante.)

Modesto 6,5 Dà subito fiducia agli ultimi arrivati (Giraudo titolare e Zecca dentro nella ripresa). Cambia pelle alla squadra, senza snaturarla. Deve essere questa la sua forza.

Cesena FC 6,5 Un Cesena attento. È ciò che salta all’occhio nell’analizzare l’intera gara del Gavagnin-Nocini. Si dice che la prudenza non sia mai troppa ma nei primi quarantacinque minuti forse c’è stato troppo timore. Però pure nei frangenti in cui le idee latitano, l’accortezza è sempre massima. E ciò è alla base del successo di oggi.