La Lanterna #13 | Apri le braccia e poi vola

L'esultanza di Gianni Ricciardo nelle parole di Rosalino Cellamare, in arte Ron.
22.01.2019 08:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
La Lanterna #13 | Apri le braccia e poi vola

“Era un giorno di quelli che le nuvole grigie ti ricoprono il blu / e poi scendono fino a toccarti la testa e ti buttano giù”.
Le carte in regola per un passo falso sul campo della Sammaurese c’erano tutte. Vuoi per l’importante vantaggio acquisito sulle inseguitrici, vuoi per la possibilità di sottovalutare un avversario distante in classifica ma alquanto agguerrito e voglioso di far bene in casa propria.
Al cospetto di una squadra brava a giocare di rimessa e paziente nell’aspettare le iniziative degli ospiti, Angelini decide di schierare i tre giocatori più tecnici alle spalle di Ricciardo. Tre giocatori meno inclini rispetto ad altri ai ripiegamenti difensivi, il rischio di esporsi alle sortite giallorosse era elevato. Una scelta coraggiosa che dà i frutti sperati. Il mister è poi abile nel capire quando è giunto il momento di abbottonarsi, con gli inserimenti di Biondini, Fortunato e Rutjens.

“Almeno so chi sei / davvero so chi sei / e adesso so che cosa farmene di te”
Il Cesena balla. Il Cesena soffre. Il Cesena può migliorare. Tutte considerazioni legittime ma che non devono distogliere l’attenzione dal fatto che questo Cesena sa come vincere e sta consolidando le certezze su cui fare affidamento. A partire da Ricciardo che va a segno per la terza partita consecutiva, apre le braccia e poi vola.

“Libererò / il cielo, il cielo dalle nuvole / E abbraccerò / gli immensi spazi di anime”.
È quello che fanno i bianconeri al termine della gara, un lungo giro di campo per far vedere quanto sia apprezzato il calore che i tifosi del Cavalluccio sanno trasmettere. Ce n’è per tutti, dai bambini che ricevono le maglie dai propri beniamini alla gente appostata sul cavalcavia a cui vengono lanciati saluti.

“Vado in paradiso / son sicuro /Con tutti i miei peccati / e ti giuro / che non staremo più / a piangere per niente”.