Tifo e repressione: tema caldo anche nella Germania che difende il "modello St Pauli"

05.03.2020 08:00 di Stefano Severi   vedi letture
Lo striscione del Bayern
Lo striscione del Bayern

Non solo modello St Pauli: il nostro viaggio nel calcio tedesco continua - approfittando di questa lunghissima sosta per Coronavirus - per esplorare tutti gli aspetti del fußball, compresi quelli meno belli. Uno di questi è la repressione nei confronti dei tifosi che, pur più organizzati che in Italia, si devono unire al di là dei colori per combattere le prepotenze della Lega e di chi comanda. Ecco che, sempre in compagnia delle BG St Pauli, esaminiamo il fatto della settimana: la polemica dei tifosi del Bayern Monaco contro il presidente dell'Hoffenheim Dietmar Hopp.

Sinsheim, Baden Württemberg, ultimi minuti della partita di Bundesliga tra Hoffenheim e Bayern Monaco, con gli ospiti in vantaggio per 6-0. I tifosi bavaresi espongono uno striscione contro il presidente della squadra di casa, Dietmar Hopp, appellandolo “Hurenson”, più o meno “figlio di puttana”. L’arbitro immediatamente sospende la partita, le squadre abbandonano il campo, i giocatori bavaresi chiedono ai tifosi di rimuovere gli striscioni e quando la partita riprende non è più vera partita, è un torello a centrocampo, in solidarietà a Hopp. Tutto il mondo giornalistico e sportivo tedesco, compresi i dirigenti dello stesso Bayern, si scagliano contro gli ultras bavaresi. I media spiegano che la protesta è dovuta in quanto Hopp sta aggirando la regola del 50+1, il principio cardine dell’associazionismo tedesco, ma in realtà la questione è più complessa. È una storia antica di tifo e repressione, come sempre raccontata in maniera impropria dai media tradizionali, anche italiani.

Ne abbiamo parlato con un romagnolo doc, nato a Ravenna e a lungo vissuto a Rimini, ex dirigente italiano del St Pauli, oggi grosso esperto di calcio tedesco

Quando e come nasce questa storia?

Il primo fatto risale circa agli anni 2006/2007 quando il Ds del Magonza, C. Heidel, disse che Hoffenheim non doveva assolutamente far parte del calcio professionistico tedesco. Questa tesi fu avvalorata anche dall'amministratore delegato del Borussia Dortmund, il famoso Hans Joachim Watzke, che subentrando a gamba tesa sulla questione, definì l'Hoffenheim una squadra (non associazione come si chiamano in Germania) di plastica. La battuta divenne poi storica, in pratica un soprannome in più per l'Hoffenheim. Il bravo "partigiano" presidente signor Hopp chiese alla federcalcio (DFB) di essere difeso, ritenendo che questa fosse una offesa "razzista". In questo modo ed addirittura oltre 13 anni fa inizia la lunga guerra che avrebbe portato ai fatti recenti. Sono anni di incomprensioni quindi tra la DFB (la Figc tedesca) ed in generale le associazioni di tifosi: quando due persone non si parlano poi le cose peggiorano, e in pratica da qui nasce il casus belli. Alcuni anni fa i tifosi del Borussia Drotmung andarono ad Hoffenheim criticando il presidente e presero delle diffide - la cosa è andata avanti nel tempo fino a che un paio di anni fa Hopp mise degli altoparlanti puntati verso il settore ospiti per non far sentire le urla ed i cori dei tifosi ospiti. Da lì si passò poi di anno in anno ad un peggioramento della situazione fino ad un paio di settimane fa quando Hopp pretese una punizione collettiva e al Borussia furono comminate pesanti ammende ai loro tifosi fu imposto il divieto di trasferta a Sinsheim per i prossimi due anni.  

E poi?

Da qui i fatti della scorsa domenica dove il Bayern e numerose tifoserie dalla A alla C tedesca, fino alle serie dilettantistiche, hanno testimoniato a favore e tutti in maniera differente solidarietà con il Borussia Dortmund. Quelli del Bayern lo sapete che hanno scritto, mentre altre come il Sankt Pauli in particolare e giustamente puntavano il dito contro la DFB. “Razzismo, sessismo e omofobia a voi non frega nulla, per il calcio moderno siete sempre in prima fila, andate a fanculo” in curva sud a Millerntor, oppure “Per il capitalista offeso fermate le partite, per il razzismo invece ignorate. DFB merda” in curva nord oppure in gradinata, con riferimento al cognome del presidente dell’Hoffenheim “Hopp hopp hopp trotta trotta maialino che il mondo è bello”.

Davvero in tutte le categorie si sono avute proteste? 

Sì, in tutte o quasi tutte le categorie e curve. In serie C è stata sospesa un partita solo perché i tifosi facevano una domanda provocatoria ma sempre lecita alla DFB. Poi Hannover ha fatto uno striscione eloquente: “Hoffenheim = Lipsia”, con riferimento al Lipsia che aggira clamorosamente la regola dell'associazionismo. 

Quindi non è stata una protesta delle associazioni semplicemente a favore della regola del 50+1 ma l’ennesima puntata di una lunga lotta tra Hoff e i tifosi, con diffide collettive con il beneplacito della Lega?

Esatto, e il bello deve ancora venire: la UEFA ha dato chiare direttive in questo senso, come e quando interrompere una partita, soprattutto in presenza di atteggiamenti razzisti. Da qui la chiara protesta e richiesta degli striscioni del Sankt Pauli. La UEFA impone, lo sappiamo anche noi in Italia, che debba essere prima l’altoparlante a chiedere un migliore atteggiamento dei tifosi, poi l’arbitro deve richiamare all´ordine e solo alla fine si passa all’interruzione della partita. Per Dietmar Hopp sono passati immediatamente all´interruzione della partita (punto 3 UEFA) mentre per i fatti razzisti delle scorse settimane non si è andati neanche al punto 1. Insomma, due pesi e due misure, che poi invece hanno portato immediatamente a diffidare tutti i tifosi che hanno espresso il loro disappunto. Altro esempio: in Coppa lo stesso striscione (hurensohn) è stato esposto contro Manuel Neuer, ma nessuno ha visto nulla e l'arbitro non ha sospeso l'incontro. 

Come giudichi lo striscione degli ultras del Bayern Monaco?

sono della stessa opinione dell’ex Direttore sportivo del St Pauli (ed anche consigliere DFB) Andreas Rettig: sono assolutamente arrabbiato, forse sono anche più dispiaciuto ma soprattutto sono dell´avviso che questa forma di critica "offensiva" sia tatticamente errata.  

Per quale motivo?

Per capirlo è sufficiente vedere le reazioni all’episodio, tutti ne parlano, dal TG di Raisport ai siti italiani e così via. Parlano dello striscione e non del vero fatto rilevante delle varie diffide collettive che non portano a nulla e sono anche discriminatorie. Oggi anche la DFL ( Lega ) si è detta contrariata dei fatti e non più propensa alle diffide specie se per gruppi curve ecc. Infine si parla quasi solo del 50+1 che in questo caso non c’entra se non marginalmente.

E perché solo marginalmente? 

Red Bull Lipsia è il primo vero obiettivo e concausa della grande battaglia a difesa del sistema 50+1 in Germania e, come sapete, qui tutte le tifoserie sono unite. È vero che Hoffenheim è nel suo piccolo molto simile al Lipsia e che dietro a Dietmar Hopp si cela un tentativo molto più perfido di buttare giù  il famoso modello del associazionismo teutonico, ma questo non giustifica l’autogol dei tifosi del Bayern che non hanno centrato bene la causa. Invece sono stati ottimi questa volta gli USP (Ultrà Sankt Pauli) che con i loro striscioni non hanno fatto scivolare il problema su altri binari.