LA LAVAGNA - Comunque vada a finire andrà fatta tabula rasa

12.03.2017 12:30 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Comunque vada a finire andrà fatta tabula rasa
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano

E se vi dicessi che il Cesena ha tirato in porta il doppio della Spal? Da non credere, vero? E che ha battuto lo stesso numero di calci d’angolo? Dato poco rilevante, può darsi. Eppure la Spal si è portata in vantaggio proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ed è pure riuscita a raddoppiare battendo una rimessa laterale. Roba da restarci allibiti.

Il Cesena torna a casa dopo l’ennesima partita insipida in cui non è riuscito a raccogliere punti, giocando contro un avversario che non si è dimostrato superiore ma che puntualmente ha fatto meglio dei bianconeri. Un avversario che, nel secondo tempo, ha giocato una ventina di minuti con un uomo in meno e addirittura l’intero recupero (di sei minuti) in doppia inferiorità numerica ma che ha comunque realizzato più possesso palla rispetto al Cesena. Sì, il possesso palla è un dato che fin troppo spesso viene esposto nelle statistiche senza essere contestualizzato. Ed è altrettanto vero che il possesso palla non ti fa vincere le partite. Però quando si è sotto nel punteggio, non essere riusciti a portar via il pallone ad una squadra in nove la dice lunga su cosa sia il Cesena oggi.

Nel calcio, i numeri che davvero contano sono davvero pochi: i gol che riesci a realizzare, i gol che riesci a non subire e i punti in classifica. Se si riesce a trovare la via per ottimizzare il bilancio fra gol fatti e subiti in modo da ottenere più punti possibili in classifica, come tutto ciò venga conseguito è secondario. Ecco quindi che la Spal ha giocato la sua partita perfetta. Nel frattempo, il Cesena ha nuovamente subito gol, esattamente come in tutte le altre partite di questo 2017, e, per la prima volta nel corso dell’anno solare, non è riuscito a segnarne. In tutto ciò è racchiusa la spiegazione per la quale la classifica piange. Piena zona play-out, con la prossima sfida contro la Ternana che già assume i connotati di un vero e proprio dentro-fuori dalla prossima serie B.

Una cosa è certa; se anche il Cesena si dovesse salvare, di questa stagione sempre più sciagurata andrà fatta tabula rasa, si dovrà "dimenticare tutto", come in un dopoguerra. Le responsabilità sono molteplici, a partire da chi ha allestito una rosa di calciatori che giocano sempre al di sotto delle loro possibilità e che non è stata adeguatamente rinforzata durante il mercato di gennaio. C’erano aspettative di tutt’altro livello su questo organico (abbondantemente sopravvalutato), d’altra parte però ancora oggi risulta difficile capire come il Cesena di qualche anno fa abbia potuto salvarsi schierando titolari a centrocampo Tabanelli, Arrigoni e Meza Colli, mentre quello di oggi continua ad arrancare in maniera spaventosa.

Ora viene il punto più dolente e per il quale si è creata una certa spaccatura nella tifoseria bianconera. Il Cesena nel girone di ritorno, in nove partite, ha raccolto lo stesso magro bottino accumulato nel girone d’andata. Tanti tifosi hanno dubbi, più che legittimi, riguardanti la successione in panchina fra Massimo Drago ed Andrea Camplone. Innanzi tutto c’è da precisare una cosa: se la dirigenza bianconera avesse potuto evitare di esonerare Drago, l’avrebbe fatto. Proprio per questo, il suo allontanamento sul finire d’ottobre, a tanti parve fin troppo tardivo. Sicuramente, l’esonero di Drago è stato inevitabile, dovuto ai pochissimi punti raccolti e a prestazioni della squadra sempre insufficienti per maturare risultati positivi. Con l’arrivo di Camplone, la squadra aveva inizialmente accumulato qualche vittoria in casa (corroborata da prestazioni convincenti) che aveva lasciato sperare in una risalita. Ad oggi il trend pare essere tornato quello precedente, la vittoria è tornata ad essere una chimera e a livello difensivo la squadra è un vero e proprio colabrodo. C’è da dire però che, salvo qualche passaggio a vuoto, le idee di gioco difficilmente sono mancate. Alcune partite disputate dal Cavalluccio con Camplone in panchina sono state esaltate (probabilmente a dismisura) dalla critica per l’organizzazione collettiva che la squadra aveva saputo mettere in campo. Inoltre la media-punti parla chiaro: 0,83 a gara per Drago, 1,16 per Camplone.

Sul fatto che quindi il secondo tecnico abbia fatto meglio del primo, non ci sono dubbi. Attenzione, però. Questo non vuol dire che l’operato di Camplone sia sufficiente per salvarci o esente da critiche. In un periodo così pieno di incertezze, si può star sicuri che, per le sorti del Cesena, oggigiorno sia meglio continuare con il mister pescarese. Un eventuale ritorno del tecnico calabrese, oltre che alquanto improbabile, sarebbe piuttosto deleterio.