Un film già visto: con Camplone fino a Vercelli

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Fumata grigia, nessuna decisione: si va avanti con Andrea Camplone fino a Vercelli.
Mandato a tempo per il tecnico pescarese, nonostante una classifica che dice penultimo posto - con una gara in più sulla penultima -; una vittoria, un pareggio e quattro sconfitte; la peggior differenza reti della B e un lassismo durante i 90' mai visto nella storia bianconera.

Un paradosso: il mister non è soddisfatto della squadra, la squadra non risponde, la società non è soddisfatta del tecnico. E non c’è armonia sulla scelta dell’eventuale sostituto: il diesse Rino Foschi punterebbe su Drago - già a libro paga - o addirittura su Beppe Iachini; il presidente Giorgio Lugaresi avrebbe fatto il nome di Domenico Di Carlo - ex di lusso abbastanza rimpianto -; il cda vorrebbe Fabrizio Castori, soluzione low cost e ‘nostalgica’ che probabilmente basterebbe per stroncare sul nascere la Contestazione™ di cui tutti sembrano aver paura. Ammesso e non concesso ci sia veramente e non sia semplicemente disperazione.

La stessa situazione si presentò alla fine dello scorso ottobre, quando Massimo Drago - già sfiduciato dal settore tecnico al termine della stagione precedente - venne costretto alla via crucis di Frosinone (2-1 per i laziali) con le valigie già pronte solo perché non era stato trovato un accordo soddisfacente con Stefano Colantuono, in ballottaggio con Atzori e Mandorlini. Uscì poi - a sorpresa - proprio il nome di Camplone.

Dunque si avvera quindi ciò che aveva detto proprio Foschi ieri sera dopo Cesena-Ascoli (0-2): “Camplone deve dimostrare se sia l’allenatore adatto a questa squadra, perché ancora io non lo so”. Certo, le motivazioni per cui non si è arrivati all’esonero c’entrano poco con il dover dimostrare qualcosa, ma tant’è.
Si avvera per ora la peggiore delle ipotesi possibili tracciate questo pomeriggio in base al tam tam delle informazioni: lo stillicidio.