Djuric: “La fame del Conte, i silenzi di Ficcadenti e quel gol a Buffon”

A tu per tu con l’ex ariete bianconero: “A Castori sarò eternamente grato. Bisoli è un grandissimo motivatore ma è troppo sincero. Sogno il pokerissimo di De Feudis... ”
14.12.2018 08:00 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Djuric: “La fame del Conte, i silenzi di Ficcadenti e quel gol a Buffon”
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

di Flavio Bertozzi

Ha tante storie da raccontare, Milan Djuric. Storie rigorosamente colorate di bianco e nero.

Djuric, subito il domandone: la giornata più bella vissuta a Cesena? 
"Non ho dubbi: scelgo quel 2-2 raccolto al Manuzzi contro la Juventus. Quel mio gol di sinistro rifilato a Buffon sotto la curva Ferrovia non me lo scorderò per tutta la vita. Resta sicuramente quello il punto più alto della mia carriera".

Lei però, in riva al Savio, ha raccolto anche due strepitose promozioni.
"Quell’incredibile doppio salto dalla C alla A fa parte dei miei ricordi più belli: anche in quel biennio ho segnato gol pesanti. Però ripeto: la Juve è sempre la Juve. Quella sera di marzo 2015 tutti gli occhi dell'Italia sportiva era puntati sul Manuzzi...".

Ci parli brevemente di Castori, di Ficcadenti e di un 'certo' Bisoli. 
"Castori mi ha fatto debuttare fra i prof nel 2007: gli sarò eternamente grato per questa cosa. Ficcadenti, nell'estate del 2010, in ritiro ad Acquapartita praticamente non mi rivolgeva la parola: non è un caso se a fine mercato ho fatto le valigie e me ne sono andato all'Ascoli. Bisoli? Assieme a lui mi sono tolto tante soddisfazioni...".

Un pregio e un difetto del granitico allenatore di Porretta Terme? 
"Bisoli è un grande motivatore: se ci fate caso molti giocatori 'normali' finiti alle sue dipendenze sono poi diventati dei giocatori 'speciali'. Un difetto? Lui è un istintivo, uno sincero, uno che dice sempre le cose in faccia. E questa cosa, nel calcio moderno, può crearti qualche problema di troppo. Con la stampa, ma non solo con la stampa...".

La giornata più nera vissuta con addosso la casacca del Cavalluccio?
"La mia mente vola subito al terribile 3-2 in rimonta beccato a Bergamo, in A. Quella domenica pomeriggio, dopo quell'incredibile harakiri che ha condannato all'esonero proprio Bisoli, ho capito una volta per tutte che quel Cesena non sarebbe mai riuscito a salvarsi".

Lei, per più stagioni, è stata croce e delizia del Cesena. Rimpianti?
“Qualcuno potrà storcere il naso davanti alla mia risposta. Però vi dico di no. Perché io, per questa maglia, ho sempre dato il 100%. Poi è chiaro, con la testa di oggi qualche peccato di gioventù che ho commesso in bianconero ora forse non lo rifarei più. Ma se cominciamo a fare questi discorsi non finiamo più”.

Che ci dice di questo Cesena che vuole tornare il prima possibile fra i prof?
"Anche da Salerno continuo a seguire le gesta dei bianconeri: il recente fallimento mi ha fatto stare male, faccio sempre il tifo per voi. Vincere un campionato non è mai facile, neppure in D. Io però in chiave promozione sono estremamente ottimista. La squadra, dopo un breve periodo di appannamento, è uscita rinforzata dal mercato. E questo ultimo tris di successi consecutivi è un bel segnale”.

Il suo vecchio amico De Feudis vuole la sua quinta promozione in bianconero.
“Se la meriterebbe tutta! E non soltanto perché Beppe ha la stessa fame del primo giorno che è arrivato a Cesena, tantissimi anni fa. Voglio salutare con affetto lui, Agliardi, Antonioli, Angelini, tutti i tifosi bianconeri. A maggio voglio vedervi in C...”