Quant’è bello tornare allo stadio

27.04.2016 22:25 di Redazione Tuttocesena   vedi letture
Quant’è bello tornare allo stadio
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Riceviamo e pubblichiamo da Sebastiano Tucci di Mogliano Veneto:

“Lunedì 18 aprile, finito il lavoro non sono rientrato a casa come vorrebbe la mia solita routine giornaliera, avevo un appuntamento, Gianluca e Fabrizio mi sarebbero venuti a prendere in macchina, ci aspettava la tratta Venezia-Cesena; già percorsa svariate volte da loro, per me era la prima. Stavo andando a fare una cosa che non facevo ormai da tempo, frase assai indigesta da pronunciare per un appassionato di calcio come me; quel “Gioco del pallone”, che per me rappresenta molto più di uno sport, lo seguo praticamente tutti i giorni, in televisione (la mia, quella dei miei amici o quelle dei vari bar moglianesi), sul computer, sul tablet o tramite le varie applicazioni installate nel mio cellulare. Talvolta con gli occhi di un tifoso, accecati dalla passione per la sua squadra che spesso lo traggono in inganno, gli fanno vedere un torto arbitrale al posto di un errore dei suoi beniamini, un colpo di fortuna invece che una giocata avversaria da applausi, gli fanno uscire parole di bocca non sue e poco coerenti con ciò che sta realmente accadendo su quel rettangolo verde.
Altre volte invece i miei occhi sono disinteressati, ed è in questi casi che riesco a cogliere la vera essenza di questo sport, osservandolo e giudicandolo senza pregiudizi, senza favoritismi. Seguo qualsiasi partita, squadra, giocatore: Serie A, Serie B, Liga, Premier, Bundesliga, Champions ed Europa League; ma tutto questo lo faccio per mezzo di telecamere in alta definizione, attraverso mille replay, ascoltando le voci dei protagonisti solo al termine dei 90 minuti. Ma questa volta no! Non mi sarebbero servite telecamere, mi sarei gustato tutto lo spettacolo dal vivo, avrei visto ogni azione una sola volta e avrei sentito le loro voci, esultanze e insulti grazie alle mie orecchie, non per mezzo di un microfono Stavolta stavo andando lì, in quel tempio che rende possibile tutto questo, ebbene sì, finalmente stavo tornando a vedere una partita di calcio allo stadio. In particolare quella partita era Cesena-Crotone, Serie B.
Come detto ero con i miei compagni di viaggio, che ora posso tranquillamente chiamare amici (sì, anche questo è merito del calcio). Appena parcheggiata l'auto intravedo quella costruzione imponente rettangolare, è moderna e al passo coi tempi, eccezion fatta per la tribuna, curve e distinti darebbero filo da torcere a moltissimi stadi della serie A; per un attimo mi sento in Inghilterra, infatti come gran parte degli stadi Oltre Manica non è particolarmente grande, i posti disponibili sono all'incirca 23 mila ma possiede una particolare compattezza, da ogni seggiolino la visuale è ottima, il terreno è sintetico e principale caratteristica da non sottovalutare: non vi sono barriere. Stadio Dino Manuzzi, un giocattolo che inserirei nella mia letterina per Babbo Natale. Prima di un match a Cesena c'è solo una cosa che la tradizione romagnola ti costringe a fare: piadina e birra, la cena è servita! Con ancora cibo e bibita tra le mani oltrepassiamo i tornelli e ci accingiamo a salire la gradinata, ormai unico ostacolo tra noi e quel mondo “estraneo” che da tanto non vedo con i miei occhi.
Non mi risulta difficile simpatizzare e tifare per la squadra di casa che alla fine batte la capolista e conferma la sua inarrestabile marcia casalinga. È stata una meravigliosa serata di calcio, la curva ha cantato per tutti i 90 minuti, la squadra ha ricambiato sul campo portando a casa i tre punti ed io, beh io non potevo scegliere compagnia, città e occasione migliore per ritornare, dopo tanto tempo, allo stadio”.