Cesena e le squadre della serie B a rischio

09.08.2016 09:00 di  Marco Manuzzi   vedi letture
Il vicepresidente Mauro Urbini
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Il vicepresidente Mauro Urbini
© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Puntuali come sempre nella seconda metà di agosto iniziano a moltiplicarsi le sirene di mercato che vedono i pezzi pregiati della squadra in uscita. Dodici mesi furono trasferiti in extremis Gasperoni e Rodriguez: “Occorreva un importante saldo positivo dal mercato per evitare penalizzazioni e blindare l'iscrizione”, fu detto. La cartella clinica bianconera, dopo una stagione che ha visto anche la cessione di Sensi al Sassuolo, pare quindi non essere mutata poi più di tanto.
Il presidente Abodi, in occasione della presentazione dei calendari, ha dipinto la cadetteria come un dorato mondo fatto di sani valori sportivi e sociali: la lettura della realtà restituisce un quadro ben più preoccupante. Da una parte c'è chi, come il Pisa, prima presenta una fideiussione proveniente da un broker assicurativo bulgaro, poi perde il presidente, agli arresti domiciliari per una precedente bancarotta, vedendo sgretolarsi il progetto tecnico con le dimissioni del mister dopo essersi assicurati grossi nomi come Ujkani, Scognamiglio e Merkel. Contemporaneamente la Procura di Bari sta indagando su modalità e tempistiche relative all’ultimo aumento di capitale dei pugliesi ed è di pochi giorni fa la notizia della totale rottura con Infront, che in un primo momento aveva assicurato la sopravvivenza del club. Chiude il cerchio il Benevento, già deferito per il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio.
Per il Cesena, invece, la sensazione è quella di voler tentare la promozione – la via più breve per risanare – senza però uscire allo scoperto del tutto con una squadra costruita per vincere il torneo. Se è vero che sono arrivati giocatori da categoria superiore, è altrettanto vero che non si è ancora forzato la mano nel completare l'organico, preferendo aspettare le cessioni per reperire nuove risorse. È la logica della salvezza finanziaria, sperando rimanga tale e non diventi mai una scusa.