C’eravamo tanto amati
Il 23 novembre 2009 - ricorda Francesco Zani sul Corriere Romagna - c’è Cesena-Torino (1-1), Bisoli si agita in panchina e Foschi lo osserva dalla tribuna da dirigente granata. Quel Cesena prende a pallonate il Torino e Rino rimane impressionato dal tecnico di Porretta tanto che vorrebbe poi portare con sé nella successiva avventura a Padova. Nell’estate 2013, invece, Foschi se lo ritrova a Cesena e il loro rapporto, cominciato sotto una buona stella, inizia presto a incrinarsi. Quello che si vede è un Cesena che in qualche modo funziona, quello che non si vede, ma si intuisce, sono i loro attriti. Foschi si fa in quattro per fare la squadra, Bisoli dice che la rosa è più debole di quella dell’anno precedente e intanto vince giocando male. Non vanno d’accordo su nulla: dagli allenamenti ai ritiri, dalle cene settimanali al mercato di riparazione. Litigano e alzano la voce, ma il Cesena non si tocca e alla fine vince. La vittoria ai play-off sembra cancellare tutto il passato, ma la polvere che metti sotto il tappeto alla fine riemerge. E la successiva serie A è un’avventura a scadenza che finisce presto non prima dell’addio anticipato di Bisoli.
L’ex difensore bergamasco, oggi divenuto allenatore nella sua terra orobica, ci parla dei grandi successi ottenuti dai club in cui ha militato per più tempo.
La gara, quella di Sassari, cerchiata sul calendario da mesi da tutti i tifosi bianconeri, è pressoché irrilevante su ambo i fronti, benché la Torres non sia ancora sicura del secondo posto.
