Il Gioco delle Fidejussioni

L'AC Cesena che non paga, il Comune che rischia, il Credito Sportivo commissariato.
In un giuoco non ci sono parti: ci sono solo giocatori.
04.11.2016 13:28 di  Gian Piero Travini   vedi letture
C'eravamo tanto amati?
C'eravamo tanto amati?
© foto di AC Cesena

AC CESENA Nel luglio 2011 l’AC Cesena spa sottoscrive un finanziamento di 2.083.515 euro con il Credito Sportivo - istituto finanziario pubblico con gestione autonoma di Roma -, coperto da una fidejussione del Comune di Cesena deliberata dalla Giunta il giugno precedente, a sua volta garantita da una fidejussione a garanzia di adempimento dall'AC Cesena: il Comune non ha l’obbligo di richiederla, ma è un meccanismo di auto-tutela supplettivo. Il 4 agosto scorso - secondo il Comune di Cesena - “[...] l’AC Cesena spa avrebbe dovuto rinnovare la fidejussione a favore del Comune di Cesena per la quota di debito residuo, pari a 1.910.000 euro, ma ciò non è avvenuto. E questo nonostante, una settimana prima della scadenza, il 26 luglio, l’Amministrazione avesse provveduto a trasmettere, tramite Pec, una comunicazione preventiva con la richiesta di rinnovo. Non avendo ricevuto alcun riscontro a questa richiesta, il 31 agosto il Comune ha inviato un nuovo sollecito, anche in questo caso senza esito. Infine, nei giorni scorsi, l’Istituto per il Credito Sportivo ha segnalato al Comune il mancato pagamento della rata scaduta il 31 luglio, per un importo di 94.172,13 euro, compresi gli interessi di mora”.
Il Cesena aveva già comunicato al Credito Sportivo l’impossibilità di adempiere a questa scadenza, in quanto la corpertura finanziaria necessaria alla rata - ovvero la quota degli abbonamenti 2016-17 sottoscritta per giugno -, era già stata destinata a scadenze ineludibili, gravando una situazione di tensione di cash dovuta anche al sequestro preventivo di 3,7 mln di euro disposto lo scorso maggio dal gip di Forlì Luisa Del Bianco. Progetto della squadra, inoltre, era quello di rinegoziare tale debito, su cui ovviamente gravano gli interessi.
Non è la prima volta che la società bianconera ha problemi di questo tipo con il Comune: a febbraio 2014 il Comune si accorse che Credicor - società finanziaria che garantiva le fidejussioni legata alla controversa figura di Angelo Santoro -, non esisteva più, sostituita da una società rumena. In tutto questo, fino a ottobre 2014 il controllo dei conti del Comune era affidato a Franco Santarelli, storico commercialista dell'AC Cesena: non a caso le fidejussioni erano comunque valide. Nel 2014 furono rinnovate per due anni con un’altra società di credito garantita.
La situazione è solo l’ultima di una serie di problematiche che ha visto contrapposte la squadra bianconera a Palazzo Albornoz: la querelle sui diritti al naming dello stadio, di fatto ceduti dal Cesena alla società cui lo stadio è intitolato prima che effettivamente la società bianconera ne fosse in possesso - diritti ceduti dal Cesena a maggio 2014 a Pubblisole, ma acquisiti con ratifica del Consiglio comunale solo il luglio successivo -; la battaglia sui parcheggi di piazza della Libertà condotta in prima persona dal presidente Giorgio Lugaresi - “non importa la meta, ma il percorso”, per citarlo -; la moratoria sulle scommesse per la pubblicità nello stadio stesso; non ultimo il caso Intralot-Europei 2019 in cui sempre il presidente si è schierato contro la scelta di campo del sindaco Paolo Lucchi di ritirare la candidatura di Cesena dalle città papabili per ospitare le partite.
Giorgio Lugaresi, dal canto suo, ha replicato sul Resto del Carlino al Sindaco: “Mi sarebbe piaciuto che la stessa solerzia per dare informazioni sulla società il Comune l’avesse usata anche ai tempi di Campedelli, visto che il sindaco era lo stesso”. Va anche ricordato che “ai tempi di Campedelli” lo stesso Lugaresi era presente in società con una quota superiore al 30%.
Attualmente il Cesena è alla ricerca di una finanziaria che possa garantire il rinnovo delle fidjussioni.

COMUNE DI CESENA Il Comune di Cesena garantisce per l’AC Cesena cifre ragguardevoli con il Credito Sportivo. Il Comune di Cesena è proprietario dello stadio e lo concede in gestione al Cesena. Il Comune di Cesena sulla moratoria che dovrebbe mantenere i marchi legati al gioco d’azzardo fuori dallo stadio comunale è già stato di manica abbastanza larga, concedendo alla società bianconera di mantenere i contratti posti in essere con il concessore di spazi pubblicitari cui il Cesena si è rivolto. Il Comune di Cesena è ai ferri corti con Giorgio Lugaresi da tempo, come parte dell’imprenditoria cittadina: non è un caso che ad articolo puntuale e preciso del Corriere Romagna di giovedì sia seguita una pronta integrazione da Palazzo Albornoz che, in un clima di interrogazioni perpetue da parte dell’opposizione consiliare e richiesta continua di trasparenza, potrebbe portare pure ad interprellanze a chiarimento come già nel passato. D’altronde la salvezza del Cesena dopo il crack della gestione Campedelli più che un atto di risanamento finanziario è sembrato da subito un atto politico cercato fortemente tanto dal Comune quanto dalla Provincia.
La percezione di questi giorni è che le crescenti difficoltà della società bianconera nel planning aziendale - con una gestione della serie A che non ha portato quella tranquillità nei conti che tutti quanti si auguravano - abbia messo sul chi vive anche le autorità cittadine, e che possa inziare a spirare - in tal senso - un vento di cambiamento ai vertici del Cavalluccio.

CREDITO SPORTIVO Istituto di Credito Sportivo è un ente a gestione separata posseduto per l’80,4% dal Ministero delle Finanze, con quote accessorie di Coni Servizi, Cassa Depositi e Prestiti e altri istituti. Il Credito Sportivo, che ha sede a Roma, opera dal 2005 soprattutto per garantire la sopravvivenza delle società calcistiche indebitate e per quelle poche che investono nei lavori sugli stadi, come previsto da piani ministeriali. Dal 2011 l’Ente è in commissariamento straordinario, nonostante dall’ultimo bilancio disponibile - quello appunto del 2011 - risulti un utile di più di 14 mln di euro: il problema fu uno squilibrio tra gli utili delle banche in quota Credito - 83 mln di dividendi a fronte di un contributo di 9,6 mln e di una presenza azionaria irrilevante - rispetto a quelli statali, sotto i 3 mln: Bankitalia dovrebbe intervenire a breve per riportare la gestione ad una situazione di normalità, anche se è evidente che il commissariamento non stia per nulla limitando la manovra dell'istituto, che assieme al mercato dei gestori di servizi per scommesse e a Infront è la terza gamba della sussistenza economica dell'affaire calcio, con la sola serie A indebitata per 1,7 mld di euro.