I MATURANDI - Alberto Iglio

Quarta edizione de "I Maturandi". Questa rubrica si propone di suggerire i Giaccherini del domani. Ogni 15 giorni proponiamo un talento del vivaio del Cesena, scelto tra la rosa della Primavera e i giocatori bianconeri in prestito.
07.03.2014 00:00 di  Marco Rossi   vedi letture
I MATURANDI - Alberto Iglio
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© foto di Marco Rossi/Tuttocesena.it

Nome completo: Alberto Iglio
Data di nascita: 20/04/96
Città: Ravenna
Nazione: Italia
Altezza: 185 cm
Peso: 84 kg
Ruolo: portiere
Piede preferito: sinistro
Esordio in prima squadra: non ha esordito

Carriera: Alberto inizia il suo percorso all'interno del mondo del calcio a 6 nella formazione del Low Ponte, una piccola squadra di Ravenna. A 9 anni passa nei pulcini del Cesena e compie tutto il percorso formativo che lo porta fino alla stagione 2013/2014 nella categoria della Primavera. Non risulta però il designato titolare ad inizio anno, ma complici infortuni e anche scelte tecniche riesce comunque a collezionare 6 presenze in campionato e 2 in Coppa Italia. Con l'emergenza portieri che ha colpito la prima squadra, Bisoli lo convoca come vice Rossini in quattro gare di Serie B: Cittadella, Empoli, Reggina, Latina.

Che stagione lo attende: partito non titolare nelle gerarchie di mister Angelini, si ritaglia spazio con i baby bianconeri e viene chiamato per parte della stagione addirittura in prima squadra come quinto portiere a causa dei numerosi infortuni accorsi alla formazione di Bisoli.

Le dichiarazioni.

L'ultima settimana è stata impegnativa. Per prima cosa è arrivato il recupero della gara con la Juventus. E' maturato un impensabile 3-1 nei minuti finali.

"Per chi non ha visto la partita e legge il risultato sembra una gara senza storia ma non è così. Nel primo tempo siamo passati meritatamente in vantaggio in quanto la squadra ha espresso un netto dominio sugli avversari ed è venuto fuori anche il bel gioco. L'1-0 stava comunque stretto per le occasioni prodotte. Nella ripresa invece siamo andati sotto pressione e abbiamo sofferto la Juventus che ci ha chiusi e non siamo più riusciti a produrre occasioni. Nei minuti finali sono quindi nati in maniera piuttosto casuale due gol, grazie a due rimpalli e siamo crollati sul più bello. La terza rete invece è stata la conclusione di una bella azione corale".

Non c'è stato nemmeno il tempo di smaltire la botta accusata che già era in programma il derby col Bologna.

"Siamo partiti col freno a mano tirato ed il nostro ritmo era davvero lento. Il Bologna ci ha messi sotto, ma non credo sia per causa dell'impegno settimanale in più avuto con la Juve. E' stato anche qui un fattore psicologico che ci ha portati sotto di ben due reti. Confesso che sul primo gol non ho respinto bene la punizione e Calabrese non ha fatto altro che appoggiarla in rete, invece il 2-0 è nato da una marcatura persa. L'episodio che ha cambiato a nostro favore il match è stato il rigore che Pedrabissi ha realizzato e l'espulsione annessa di Di Cecco. Abbiamo costruito gioco e raggiunto il 2-2 ma avremmo potuto anche chiudere la gara. Peccato".

Non bisogna però dimenticare il penalty fallito da Yuffa sul 2-0 grazie alla prodezza di Iglio.

"In questi casi si utilizza più che altro l'intuito, non c'è modo di ragionare. Ho avuto fortuna a buttarmi dalla parte giusta. Poi se un portiere para un rigore si dice sempre che è stato per demerito dell'attaccante...".

Un comune denominatore in questa stagione è il fatto di andare spesso in svantaggio e poi essere costretti a rincorrere.

"Non credo che la nostra mentalità aspetti di ricevere uno schiaffo per entrare in partita. Ogni match ha la sua storia. E' vero, ci mettiamo un po' ad ingranare, ma in altre gare come con lo Spezia siamo partiti subito forte".

Quale effetto fa avere un preparatore dei portieri del calibro di Francesco Antonioli?

"Sono finito in prima squadra approfittando di diversi infortuni e sono stato disponibile ad accettare la chiamata. Dunque, non essendo il mio mister fisso, mi ha comunque aiutato molto a migliorare sotto diversi aspetti. E' un grande esempio da seguire, sia a livello umano che per le sue imprese compiute da giocatore. Mi devo ritenere fortunato ad averlo come allenatore".