Nicola Campedelli: “... ed ero primo in classifica per l’utilizzo degli under”

Trentanove primavere sulla carta d'identità, molte di più secondo il curriculum. Calciatore fino a che il piede sinistro lo ha voluto ora è allenatore con una particolare predilezione per i giovani
21.11.2018 13:00 di  Marco Manuzzi   vedi letture
Nicola Campedelli
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Nicola Campedelli
© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Alla sua età c’è chi ancora suda con il pallone fra i piedi.
Lui ha dovuto lasciare prima dei 30 per un raro e maledetto infortunio al piede sinistro, una sorta di condanna a fare l’allenatore per dimenticare il trauma del precoce addio al calcio giocato.
Prima l’eccellenza, poi la Lega Pro nel Bellaria dei miracoli e infine la chiamata nel grande Cesena. Le cose in bianconero non funzionano e allora di nuovo a Coverciano a studiare. Da allora quattro stagioni in quarta serie intervallate dalla parentesi nel nuovo Parma come secondo del vecchio amico Apolloni. 
Campedelli è ancora amareggiato per l'esonero di Forlì ma con la solita gentilezza accetta le nostre domande. 

Mister, a Forlì è arrivato l'esonero per lei e la risoluzione per il direttore Cangini. Che è successo?
“Come sempre nel calcio quando i risultati non arrivano il primo a pagare è l’allenatore. Dal punto di vista tecnico ai galletti non manca nulla. La squadra allestita è di valore e il rendimento delle prime giornate lo dimostra. Le difficoltà sono state dettate dalle assenze che via via sono maturate oltre che dalle decisioni arbitrali, alcune davvero clamorose e inconcepibili. Mancano dagli 8 ai 10 punti e questo è sotto gli occhi di tutti, il presidente è il primo ad esserne consapevole. Peccato, credevo molto nel mio Forlì”

In molti sostengono che il girone F sia uno dei più complicati. È davvero cosi?
“Paragoni con la categoria nel suo complesso è difficile farne siccome da regione a regione le situazioni variano parecchio. Per l’attuale girone F e anche per quello emiliano-romagnolo posso dire che l'equilibrio è molto forte. In questa stagione vedo la presenza di tante piazze con budget importanti. Alcune di queste stanno avendo difficoltà e credo che il campionato si manterrà equilibrato. Matelica e Cesena al momento sono superiori ma la sorpresa può arrivare anche da altre squadre: se Avezzano e Forlì sono in difficoltà squadre come Vastese e Recanatese fanno paura”

Il Cesena in parte è ripartito dal suo lavoro nella scorsa stagione: la classifica è buona ma forse nella rosa manca qualcosa.
“Non vivendo la squadra non posso dire se e cosa manchi. So invece che molti dei calciatori che ho allenato fino a maggio stanno facendo bene e si rileveranno molto utili in futuro. Ragazzi come Tola, Gori o i più giovani Campagna e Zammarchi sono patrimoni assoluti per la società. Casadei addirittura ha già trovato due gol, incredibile... ”

Dopo la brutta parentesi a Cesena nel 2012 non ha più trovato panchina nei professionisti. Si sente in qualche modo bruciato da quella stagione?
“Quella esperienza è stata molto negativa in termini di risultati ma mi è servita come crescita personale e professionale. Devo ancora fare 40 anni ed ho già oltre 200 panchine fra professionisti e dilettanti. Il mio percorso da allenatore lo reputo positivo, ho lavorato in ambienti diversi con obiettivi differenti e questo mi ha fatto bene. Le difficoltà fanno parte della professione, ci sono colleghi più bravi e formati di me che sono fermi da tempo. La scorsa stagione al Romagna Centro siamo arrivati primi nella classifica dei giovani di valore – la graduatoria che premia economicamente chi utilizza più under dal primo minuto, soprattutto se di proprietà – e con il Forlì, allo stesso modo, ho lasciato da primi in classifica”