Kessie: “Arrivato a Cesena in casa non c’era niente, poi Foschi…”

17.09.2016 12:00 di  Redazione Tuttocesena   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport
Kessie: “Arrivato a Cesena in casa non c’era niente, poi Foschi…”
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

La Gazzetta dello Sport ha intervistato l’ex bianconero Franck Kessie, oggi in forza all’Atalanta e autentica rivelazione della serie A: "La pronuncia esatta? Kessì, con l'accento sulla i". L'ultimo dei quattro gol è stato un calcio di rigore, "soffiato" a Paloschi: "La palla era vicina al Papu, quindi sono andato lì. 'La prendo'. 'Te la senti?' Sì'. Poi è arrivato Paloschi e gli ho detto 'Lascia, lascia'. Ho sentito Gasperini urlare ma ho girato la testa e fatto finta di niente. Pensavo che Paloschi fosse non ancora caldo perché entrato da poco, poi in nazionale ho sempre tirato i rigori: finora sono 6 su 6, l'ultimo l'ho sbagliato in campionato in Costa d'Avorio. Domenica non volevo uscire: dovevamo vincere".

E al prossimo rigore? "No, non calcio più. Lo lascio al Papu o a Paloschi, lui è un attaccante e ha bisogno di segnare per sbloccarsi. Vorrei segnare altri 4 gol. Se arrivo a 15-20 meglio, ma il mio numero è 8".

"La mia esultanza da soldato? Papà era un calciatore, giocava davanti la difesa in Serie A in Costa d'Avorio. Poi è diventato un militare, non è andato in guerra però è morto di malattia quando avevo 11 anni. Per questo faccio il gesto del militare: è per lui. Ho anche tre fratelli e tre sorelle, io ero il più piccolo e giocavo tutto il tempo a calcio. Quando avevo 10 anni, mia mamma mi ha portato alla scuola calcio: dovevo andare da Ouragahio a Abidjan, tre ore e mezzo solo andata ogni volta. Ora con lei vive la mia fidanzata, che ha 22 anni. Però non so se ci sposiamo, è presto. Dell'arrivo in Italia ricordo il freddo. La prima volta che sono uscito dall'aeroporto volevo riprendere l'aereo. Quando mi hanno mandato al Cesena, un anno fa, ero il quinto difensore centrale".

Poi Drago gli cambiò posizione: "Voglio giocare a centrocampo. Anche Foschi mi è stato vicino: quando ho preso casa non c'era niente: tv, lenzuola, altro. Sono tornato alla sera ed era ok: mi aveva preso tutto lui". Ora Gasperini: "Con lui va bene, a parte le multe. 120 euro per due ritardi a pranzo. Il mister dice sempre che se perdiamo palla e abbassiamo la testa ci sostituisce: dobbiamo andare subito ad aggredire." E lui lo prende in parola: "Beh forse c'è qualcuno che corre più di me: Badu dell'Udinese".

Tra passato e futuro: "La Juve mi voleva dopo il Mondiale Under 17 del 2013, anche se non avevo ancora 18 anni. Da piccolo guardavo il Milan: che giocatore era Shevchenko... La Roma? Non so niente. In estate ero vicino al Sunderland, ma poi ho scelto l'Italia per la tattica. Sì, mi piace. La tattica è importante: se capisci dove arriva la palla il resto è facile. Yaya Touré ha parlato di me al City, è vero. Dopo l'Italia vorrei andare in Inghilterra. Ma tra un po', non ora. I prossimi fenomeni della Costa d'Avorio: Bailly, il difensore del Man Utd e Aurier terzino del PSG. Poi, forse, Max Gradel del Bournemouth".