Ricciardo: “In certi campi del Sud ho visto cose che voi umani... ”

A tu per tu con il bomber bianconero: “La D è una giungla, dovremo tenere sempre le antenne dritte. Che gioia ad Avezzano! Se andiamo in C mi tatuo il Cavalluccio su una gamba”
19.09.2018 19:00 di Flavio Bertozzi   vedi letture
Ricciardo, ora a Cesena
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Ricciardo, ora a Cesena
© foto di Andrea Rosito/Cosenza24.net

Comunque vada sarà un successo. Lo diceva Piero Chiambretti. Tanti anni fa, sul palco di un vecchio Sanremo 'targato' Mike Bongiorno.  Lo dico pure io, quando penso al buon Giovanni Ricciardo. Sì perché, l'esperto attaccante siciliano, è già entrato a pieno titolo nella storia bianconera: porta infatti la sua firma il primo gol in campionato del 'nuovo' Cesena. E non è certo finita qui.

Ricciardo, ma lei per caso è parente con il pilota di Formula 1?
“Parente no. Però entrambi siamo originari di un piccolo paese in provincia di Messina, Ficarra. Io, tra l'altro, conosco benissimo il padre di Daniel. Inutile dire che sono un tifoso del driver italo-australiano della Red Bull. In vista della prossima stagione speravo in un suo approdo alla Ferrari. Invece è finito alla Renault. La vedo dura per lui: la Renault non va... ”.

Domenica scorsa, a Singapore, Daniel è arrivato solo sesto. Lei invece, ad Avezzano, ha fatto festa.
“Non poteva cominciare meglio questa mia nuova avventura in D. Domenica abbiamo sofferto tanto ma abbiamo vinto da grande squadra, dimostrando di avere gli attributi. Io, poi, ho anche segnato. Quando ho visto la palla in rete, quando ho sentito il boato dei nostri splendidi tifosi, mi sono emozionato di brutto... ”.

Chissà allora come si emozionerà quando riuscirà a buttarla dentro al Manuzzi, sotto la curva Mare.
“A pensarci mi vengono già i brividi. Ma ora non posso permettermi di guardare così avanti. Ora devo pensare soltanto a fare bene contro l’Olympia Agnonese. Domenica a Forlì ci aspetta un'altra battaglia. In serie D non c’è nulla di scontato. Chi pensa che abbiamo già la promozione in tasca perché siamo il Cesena non ha capito ancora nulla... ”.

La ricetta giusta per vincere questo campionato così ricco di incognite?
“La D è una vera giungla. Se vogliamo andare in C servirà un atteggiamento operaio condito però anche da qualche colpo ad effetto. Abbiamo un ottimo potenziale, dovremo cercare di sfruttarlo al meglio. Dovremo sempre stare con le antenne dritte, soprattutto in trasferta. Lo abbiamo visto anche ad Avezzano: in certi campi caldi, il fattore ambientale, può fare la differenza... ”.

Lei, prima di sbarcare a Cesena, ha giocato praticamente solo al Sud. Chissà quanti aneddoti curiosi potrebbe raccontarci...
“Offese, minacce, spintoni, inseguimenti, botte: voi non potete neppure immaginare cosa può succedere sui campi del Sud. Potrei quasi scrivere un libro su questo argomento. Una volta sono andato a giocare in trasferta in un paesino della Campania. Ricordo ancora che a fine partita, nel tunnel che portava agli spogliatoi, io e qualche mio altro compagno di squadra abbiamo preso pure le botte dagli…steward dello stadio. Pazzesco! Quando sento qualche mio collega ben più blasonato che, alla vigilia di qualche trasferta su al Nord Italia, parla di campo caldo da temere, mi scappa da ridere. I veri campi caldi sono altri... ”.

Sfatiamo una volta per tutte due leggende metropolitane. La prima: De Feudis e Biondini hanno litigato per avere la fascia di capitano. La seconda: Angelini urla poco.
“La fascia di capitano è stata data a Beppe perché quest’estate è arrivato a Cesena prima di Davide. Stop! Angelini? Non è vero che urla poco. Credetemi, si incazza pure lui. E pure di brutto. E poi, non capisco: che male c’è se uno per sua natura è una persona misurata? Ognuno ha il proprio carattere”.

Una certezza: lei, in poco tempo, è già diventato uno degli idoli del popolo bianconero.
“Ho scelto Cesena per provare a fare qualcosa di importante. In carriera già due volte ho vinto la D, con il Siracusa e con la Sicula Leonzio. Ora voglio mettermi in saccoccia il tris. Non chiedetemi però quanti gol riuscirò a segnare, non voglio pormi obiettivi. I conti li faremo poi alla fine”.

Le chiediamo invece di fare un bel fioretto in caso di promozione.
“Ho sentito che Alfio Pelliccioni, in caso di C, andrà a piedi da San Marino al Manuzzi. Potrei magari accompagnarlo, supportarlo, spingerlo. No dai, niente passeggiata primaverile col direttore! Voglio un fioretto…diverso. Tutto mio. Ecco, ho deciso: se andiamo in C mi tatuo un bel Cavalluccio su una gamba. Promesso! Per il Cesena questo e altro... ”.