Recchi: “Basta fare tragedie: il Cesena andrà in C! E su Samorì…”

L’ex ds bianconero: “Nelle ultime ore ho sentito troppe cazzate: Agliardi e soci non possono avere paura del Matelica! In futuro servirà una rivoluzione intelligente…”
25.02.2019 18:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Recchi: “Basta fare tragedie: il Cesena andrà in C! E su Samorì…”
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E’ bastata una ‘semplice’ sconfitta a Recanati per far entrare nel tunnel del pessimismo più sfrenato una buona fetta del popolo bianconero. Ci prova allora il vulcanico Antonio Recchi a riportare un po’ di sano ottimismo (o più ‘semplicemente’, un po’ di sano realismo…) in riva al Savio. “Mi pare che in queste ultime ore qualcuno a Cesena abbia esagerato con i commenti catastrofistici – sentenzia deciso l’ex direttore sportivo del Cavalluccio – signori miei, domenica la squadra di Angelini ha pur sempre perso una partita dopo una serie positiva di 15 risultati utili consecutivi. Non so se mi spiego…”.

Recchi, secondo lei la promozione del Cesena è davvero in pericolo?
“Ma non diciamo cazzate! Assolutamente no! Nella vita ci vuole anche un po’ di equilibrio. Non è che un singolo ko, seppur grave, può stravolgere all’improvviso gli scenari. Uno scivolone a Recanati ci sta, per giunta se ti sei presentato a questa sfida così complicata senza bomber Ricciardo e senza il Conte. Sia nelle vesti di addetto ai lavori che di supertifoso bianconero vi dico che questo Matelica non può far paura al Cesena. Questo campionato lo vincerà il Cesena. Stop! E non soltanto perché, negli ultimi tre mesi, il Cesena ha perso soltanto due partite. E non soltanto perché 5 punti di vantaggio sono comunque tanti. La rosa bianconera non è una formazione di fenomeni, ma non avrà problemi ad andare su…”.

Eppure, diversi tifosi, dopo questo ko di Recanati hanno perso la trebisonda.

“Bisogna rimanere lucidi, senza farsi prendere dal disfattismo più sfrenato. A Cesena, più che in altre piazze, si vive sulle montagne russe. Dopo lo scontro diretto vinto col Matelica erano in tanti in città a dire che il campionato era già finito, che il Matelica avrebbe chiuso a -20 dai bianconeri, che la squadra di Tiozzo era andata volutamente in apnea perché non voleva andare in C. Adesso, al contrario, c’è chi dice che il Matelica non si fermerà più, che il Cesena è già cotto, che Angelini è da cacciare via subito, che il Matelica avrebbe dei santi in Paradiso. Quest’ultima fesseria dei presunti ‘regalini’ arbitrali al club marchigiano mi fa morire dal ridere. Ma per piacere, cerchiamo di essere seri…”.

Guardiamo avanti, allora. Con fiducia. In caso di promozione cosa dovranno fare Patrignani e soci?
“A livello tecnico bisognerà sicuramente mettere in atto una rivoluzione intelligente. Questa rosa è valida, sta disputando un ottimo campionato. Ma non scordiamoci mai che il girone del Cesena è relativamente facile. E che dalla serie D alla serie C c’è un abisso clamoroso. Tra l’altro, un club ambizioso come il Cesena, un club con una tifoseria del genere, non può certo presentarsi in terza serie e puntare a una ‘semplice’ salvezza. Io, se fossi la società, fin da ora punterei ancora forte su Agliardi, su Valeri, su De Feudis, su Fortunato, su Ricciardo. Magari anche su Alessandro, su Viscomi e su paio di giovani di prospettiva. Come allenatore non voglio sbilanciarmi troppo. Ma di solito, chi vince un campionato, non può essere mandato via…”.

Potrebbe essere Gianpiero Samorì l’uomo del futuro del Cavalluccio?
“Non lo so, questa cosa non la dovete chiedere a me. Di certo, uno come Samorì, a Cesena lo vedrei molto bene: qui stiamo parlando di una persona che non fa chiacchiere ma di uno che fa…sostanza. Tanta sostanza. Comunque, Samorì o non Samorì, mi pare evidente che questa società, se la prossima stagione vorrà alzare sul serio l’asticella, non potrà dire di no a un ‘aiutino’ esterno. Io, gli attuali soci bianconeri, li vedo benissimo. Stanno facendo davvero un grande lavoro. Però, ripeto: con un ‘aiutino’ esterno tutto diventerebbe più facile. Il Cesena, anche in serie C, deve essere subito protagonista. La penso solo io questa cosa? Non credo proprio…”.