LA LAVAGNA - Vietato assegnare rigori al Cesena.

03.12.2017 12:00 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Vietato assegnare rigori al Cesena.
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Allo stadio Benito Stirpe di Frosinone arriva il terzo 3 a 3 stagionale per il Cesena, dopo le due gare casalinghe contro Foggia e Salernitana. Questa partita però fa storia a sé. È difficile dare un giudizio uniforme su cosa sia stata la prova dei bianconeri prescindendo dall’errore dell’arbitro Pillitteri, colpevole di aver inventato un rigore del tutto inesistente per i padroni di casa e aver lasciato il Cavalluccio in dieci uomini per circa un’ora di gioco.

Posto che lo sbaglio è stato madornale e che le successive discussioni non mutano di una virgola lo stato delle cose, esauriamo immediatamente la vena polemica con altre considerazioni che esulano dalla singola partita contro i ciociari. Vista la facilità con cui vengono assegnati tiri dal dischetto, è molto curioso che al Cesena sia stato assegnato finora un solo penalty a favore in campionato in tutto l’anno solare (ad aprile, in casa, contro lo Spezia). Se ci focalizziamo esclusivamente sulle gare in trasferta, al Cesena non viene concesso un rigore da ormai 13 mesi (l’ultimo ad inizio novembre 2016, a Brescia). Questo genere di dati dice poco se non supportato da altre analisi, per commentarlo bisognerebbe valutare anche quale sia stata l’evoluzione del Cesena nell’arco di tutto questo tempo. Non c’è nulla di strano se nelle prime sette giornate della serie B in corso non siano stati assegnati rigori al Cesena: la fase offensiva era pressoché inesistente. Dall’arrivo di Castori invece la squadra è fra le più prolifiche del campionato, pur senza sperimentare la soluzione dei tiri da fuori (unica eccezione: il gol di Kone alla Salernitana). Ne consegue che Jallow e compagni, per forza di cose, si trovano spesso a ridosso della porta da attaccare, quindi è statisticamente improbabile che i bianconeri non abbiano subito alcun fallo da parte degli avversari.

Tornando all’ultima partita, il Cesena ha giocato per tutti i novanta (e oltre) minuti di gioco con uno spirito battagliero, rinvigorito dalla vittoria sul Brescia. I meriti per non aver piegato la testa dinnanzi a quella che era stata annunciata come sconfitta già in partenza sono tanti. Laribi, dopo qualche giornata non particolarmente felice, si prende tutta la scena: doppietta nella prima mezz’ora, schierato come seconda punta (e terzo gol probabilmente regolare, annullato senza pensarci sopra troppo); sempre pronto a raddoppiare in difesa quando è stato spostato sulla fascia per l’espulsione di Kupisz; diga insormontabile in mezzo al campo nei minuti finali, dopo aver preso il posto di Schiavone. In difesa però si continua a faticare: il Frosinone colpisce due legni, Fulignati più volte devia altre conclusioni pericolose e i gol subiti sono ugualmente 3 anche questa volta. I giocatori guidati da Moreno Longo sono arrivati a calciare verso la porta ben 17 volte. I numeri sono eloquenti, il Cesena ha la peggior difesa del campionato (primato condiviso con il Foggia) e almeno sino a gennaio si deve convivere con questa realtà.

Il punto ottenuto è preziosissimo, in questo momento sarebbe stato difficile chiedere di più. A maggior ragione, visti gli sviluppi della disputa, l’epilogo aggiunge ulteriore valore al pareggio. La squalifica che verrà assegnata a Kupisz non è l’aspetto più negativo della giornata, il polacco potrà essere sostituito da Vita (autore dell’assist decisivo per Jallow). Le note stonate sono l’infortunio di Schiavone, giunto proprio nel suo momento di miglior maturazione, e la brutta reazione avuta da Cacia, espulso dalla panchina. Al di là della costante prolificità collettiva (sempre a segno nelle ultime 11 giornate), il Cesena ha bisogno senza meno del suo attaccante più esperto, nonché giocatore più carismatico di tutta la rosa.